Palermo – Domani dalle 20,00 al Teatro Politeama la giornata conclusiva e la premiazione della «Biennale Internazionale d’Arte di Palermo», una delle più importanti vetrine dell’arte contemporanea italiana ed europea, promossa da «EA Editore» e patrocinata dalla Regione Siciliana (Assessorato regionale dei Beni Culturali e delle Identità Siciliane).
La serata sarà condotta da Piero Chiambretti. Tra gli ospiti anche Vittorio Sgarbi che della Biennale è «l’osservatore», e i critici d’arte Paolo Levi e Sandro Serradifalco, quest’ultimo Direttore Artistico della Biennale. A seguire il concerto di Gino Paoli accompagnato dal pianista Danilo Rea.
Domani sera si conosceranno i due artisti vincitori delle sezioni pittura e scultura; a loro andrà un premio in denaro di 10 mila euro, mentre il primo classificato nella sezione fotografia avrà finanziata una monografia di 100 pagine con una tiratura di 1.000 copie. Ad assegnare i premi saranno i visitatori insieme a una giuria composta da esperti d’arte.
L’edizione di quest’anno ha fatto registrare numeri record: circa 1.000 artisti (il comitato scientifico, presieduto dal professore Paolo Levi, con la direzione dell’editore Sandro Serradifalco, ne ha selezionati 1.000 tra le 7 mila candidature provenienti da tutto il mondo) provenienti da ogni parte del mondo, con opere esposte al Loggiato San Bartolomeo, al Teatro Politeama, al Complesso Museale Reale Albergo delle Povere (sede dell’allestimento speciale «Biennale di Palermo Artexpo») e al Palazzo Sant’Elia dove è stata allestita, tra le iniziative collaterali, la mostra «Mario Sironi: illustrazione, pittura, grande decorazione», curata da Estemio Serri, promossa da «EA Editore» e da «Edizioni 56» Bologna, ben 100 opere dell’artista, realizzate tra il 1915 e il 1961, visitabile fino a domani.
Il catalogo, con testi di Andrea Sironi-Straußwald, Claudio Spadoni ed Estemio Serri, è pubblicato da «EA Editore» ed «Edizioni 56» di Bologna.
Anche i visitatori di questa seconda edizione sono stati tanti: circa 8.000.
Vittorio Sgarbi spiega: «L’unica Biennale a cui io ho dato la mia attenzione, dopo quella di Venezia, è la Biennale di Palermo. Il mio compito è di continuare a osservare, approfondire e stabilire se alcuni artisti potranno avere qualche certezza per il futuro. Ho ritenuto di essere l’osservatore dei “rifugiati dell’arte”, accolti nella Biennale di Palermo, nella convinzione che ognuno abbia diritto alla creatività. Ora, questo può anche essere esperito con altri strumenti, ma quello che io ho scelto, e dove c’è un metodo e un impegno che mi sembrano molto rispettabili, anche in tempi in cui non ci sono più finanziamenti pubblici e quindi assistenze di assessorati o altro che non fanno più l’attività che facevano un tempo, è la Biennale di Palermo che io ho seguito fin qui.
«La Biennale di Palermo – aggiunge il critico d’arte – è ispirata a quella veneziana del 2011 e continua il mio impegno di allora, cioè quello di osservare un campione molto ampio di artisti. Quindi mi auguro che per gli artisti, al di là del mio gusto, ci sia la possibilità di farsi conoscere, di affermarsi e di trovare nelle diverse variazioni della loro ricerca una possibilità di esistenza, perché il tema di questa Biennale è il tentativo di esistere piuttosto che essere fuori gioco. Perché la Biennale di Palermo è la Biennale della libertà: non è dei critici ma degli artisti…
E siccome alla Biennale di Palermo gli artisti sono tanti, esprimere una realtà così vasta è un compito che non è soltanto del critico ma di chi vuole rappresentare una realtà multiforme e varia. Nel caso di Palermo, io sono un uomo che vede, il cui nome può essere vantaggioso o utile per un artista, ma l’artista intanto è visto da molti ed esiste, e la sua esistenza è il dato primario, di quello che bisogna tutelare e difendere in nome del diritto alla creatività»