L’uomo di Schrödinger è l’odissea di un uomo che ha perso la memoria, dimentico ma capace di sognare e di ricordare brevi frammenti della sua vita, in un paese acceso dalla crisi economica e dall’imminente arrivo degli extraterrestri; un viaggio allucinato ai confini di una realtà misteriosa e disturbante fatta di sette segrete, efferati delitti, complotti politici e sadici produttori di film porno: la rappresentazione del ventre oscuro e perverso di un’Italia nascosta, cattiva e demente.
Il titolo del romanzo scaturisce dalla riflessione sulla condizione di un individuo affetto da amnesia. Vivere senza avere coscienza del proprio passato è una condizione atroce poiché diviene complicato anche solo immaginare un futuro senza aver prima dato risposta alle domande: chi sono? Da dove vengo? Dove vado?
Il meccanismo infatti ricorda il famoso paradosso del gatto di Schrödinger che vede la teorica coesistenza di due stati (gatto vivo e gatto morto) fino a quando non si osserverà dentro la scatola; allo stesso modo il protagonista del romanzo allo stesso tempo è e non è. Almeno fino a quando non si leggerà il libro fino al drammatico finale.
Giovanni Marchese (Catania, 1976), suoi racconti sono apparsi sulle riviste Nuova Prosa, Alibi, DoppioZero, Verde, L’Inquieto, MareNero e in antologie quali Storytellers e La Semana Negra di Gijon. Autore del saggio Leggere Hugo Pratt (2006), ha anche scritto soggetto e sceneggiatura dei graphic novel Ti sto cercando (2008), Nessun ricordo (2009) e Invito al massacro (2012), pubblicati da Tunué, e di alcuni fumetti brevi apparsi su varie raccolte.
Dal 2010 cura Nerdelite, blog dedicato al fumetto e alla letteratura:
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