Grande attesa per la Festa in onore dei Santi fratelli martiri Alfio, Filadelfo e Cirino a Trecastagni (CT). Un rito che testimonia l’antico legame fra la Festa e il territorio, senza dubbio uno degli appuntamenti più caratteristici della stagione primaverile nella provincia etnea.
Da secoli la Festa si svolge con un rituale immutato che accomuna la Fede e la tradizione. Nella notte fra il 9 e il 10 maggio numerosi “nudi”, fedeli scalzi e vestiti solo di pantaloncini bianchi e di una fascia rossa sul petto, sotto il peso di pesanti ceri portati a spalla anche da città lontane, raggiungono il Santuario gridando la loro fede ed acclamando i tre Fratelli per la grazia ricevuta o per chiederne una. Altri momenti di grande coinvolgimento, durante la Festa, oltre alla processione delle reliquie dei Santi Fratelli sono “l’entrata delle musiche”, con i gruppi bandistici che animano le vie cittadine e “l’entrata dei cantanti” caratterizzata dai fuochi pirotecnici in piazza Marconi.
La giornata del 10 maggio è dedicata alla “Svelata dei simulacri dei Santi”: in programma, le Sante Messe durante tutto il giorno, la “Svelata” (ore 9:00), l’arrivo dei Carretti siciliani in piazza S. Alfio (ore 11:00), l’uscita dei Simulacri (ore 13:00) e poi ancora l’arrivo del Fercolo in chiesa Madre (ore 15:00), la novena (ore 18:00) con successiva processione. Dopo la “Svelata” del 10 maggio i simulacri dei Santi rimangono sull’altare fino alla prima domenica del mese di giugno e ogni giorno ci sono le Sante Messe alle 8:00 e alle 19:30.
La Festa rappresenta il clou delle celebrazioni che si aprono il primo maggio con lo sparo di ventuno colpi di cannone a salve dal forte Mulino a Vento.
Il legame della Festa con il territorio è testimoniato anche dal toponimo, secondo una versione affascinante che vuole il nome di Trecastagni derivare non tanto dalla presenza nell’area di castagni secolari, ma da “Tre Casti Agni”: i tre casti agnelli che sono appunto i tre giovani martiri Alfio, Filadelfo e Cirino. La storia risale ai tempi dell’impero romano, agli anni dell’imperatore Decio. Nel 250 dopo Cristo, Decio emanò un editto che obbligava l’intera popolazione a fare un sacrificio alle divinità romane. I tre fratelli Alfio, Fildelfo e Cirino, come molti altri, professavano la fede cristiana. Per questo furono raggiunti dalle autorità imperiali che cercarono di convertirli. Ma loro rifiutarono con fermezza questo tentativo. Dimostrando grande coraggio, i tre difesero la loro fede cristiana fino al sacrificio della vita. Il loro martirio si compì proprio il giorno del 10 maggio, nel 253 a Lentini. Nel loro ultimo viaggio i tre fratelli passarono anche per Trecastagni ed è proprio qui che, secondo la tradizione, ottennero da Dio tante grazie di guarigioni. Il Santuario in pietra lavica è stato edificato a partire dal 1600.
L’area di Trecastagni è inserita all’interno del Polo d’attrazione Etna e include sei comuni del distretto Taormina-Etna, nato per dare più valore e visibilità alle bellezze paesaggistiche e alle peculiarità culturali che lo caratterizzano.