Enna. Altro problema scottante per i Sindaci è quello della gestione integrata dei rifiuti il cui commissariamento è stato al ’90 minuto prorogato al 14 luglio 2015. Per quella data la gestione dovrebbe passare definitivamente dalla liquidanda società “EnnaEuno” alla neo costituita società di regolamentazione dei rifiuti (SRR). Ne parliamo con Massimo Greco.
In 14 giorni la SRR sarà nelle condizioni di affidare il servizio?
Se non si scioglie il nodo delle risorse umane è impossibile pensare di affidare il servizio. La SRR dovrà infatti sapere se potrà contare sulle risorse umane in carico alla liquidanda EnnaEuno e in quale misura. Infatti, ammesso che la SRR decidesse di affidare il servizio mediante gara, occorrerà un ufficio attrezzato in grado di trasformare la società in amministrazione aggiudicatrice.
Se il servizio viene affidato all’esterno che fine faranno tutti i lavoratori?
Gli operatori ecologici verranno certamente assorbiti dal nuovo ente gestore. Discorso a parte meritano i tecnici e gli amministrativi che potrebbero rimanere in dotazione alla SRR a condizione che il passaggio dalla EnnaEuno venga approvato dalla Regione.
E se si decidesse una gestione diretta del servizio o in house?
La presenza di tutto il personale in atto ancora in carico presso la liquidanda EnnaEuno fa pensare a questa ipotesi, ma, ripeto, occorre il timbro di legittimità sull’operazione mobilità apposto dalla Regione che, per legge, è tenuta a stabilire i criteri per il transito del personale alla nuova SRR. Ammesso che vi sarà il via libera dalla Regione, l’ipotesi della gestione diretta del servizio è da escludere comunque perché la società nasce per regolare il servizio e non per gestirlo. L’in-house è praticabile ma occorre una società pubblica appositamente creata alla quale trasferire lo stesso personale, magari in posizione di comando. Diciamo che sono tutte formule stiracchiate che risentono del peccato originale commesso a monte?
Si riferisce alla assunzioni di massa fatte da EnnaEuno al momento della sua nascita?
Anche, è inutile negare che l’esigenza di salvaguardare i posti di lavoro, comunque creati, continua ad orientare le decisioni degli organi di governo sulla gestione integrata del servizio. Ma anche l’incapacità dei Sindaci di governare un ente sul quale, solo formalmente, è stato esercitato il controllo analogo congiunto, dimenticando che i Comuni non dovevano rimanere estranei alla politica assunzionale adottata dalla società d’ambito. Spetta, infatti, in ogni caso all’ente locale nell’esercizio dei propri poteri di governance sui soggetti che gravitano nel perimetro interessato dal consolidamento dei conti, evitare forme incontrollate e ingiustificate di crescita della spesa di personale, destinate a ripercuotersi negativamente sulla razionalizzazione della spesa.
Con i nuovi ambiti di raccolta ottimale (ARO) non dovrebbe ridursi il costo del servizio?
Credo che gli ARO siano un ennesimo strumento di confusione del sistema creato dalla Regione non solo al paradossale fine di appesantire i processi amministrativi ma anche per contribuire alla frammentazione del sistema integrato dei rifiuti. Rimango invece convinto che la via maestra sia quella di far partire la raccolta differenziata per ridurre la grossa voce del costo in discarica. Peraltro, su questa questione occorre altresì ricordare che l’inefficienza del meccanismo di raccolta differenziata dipende anche dalle carenze strategiche, programmatiche e progettuali emergenti dal modello organizzatorio di raccolta e riciclo dei rifiuti posto in essere dalla società d’ambito EnnaEuno. La mancata attuazione della raccolta differenziata (che prevede che i rifiuti vengano riciclati, conferiti a termovalorizzatori o ad altro impianto in grado di distruggere i rifiuti con soglie minime di inquinamento ambientale e così da creare, ove possibile, fonti di energia o prodotti da riutilizzare) oltre a impedire un ingente risparmio di spesa, non ha permesso il conseguimento di consistenti risorse. Non è da escludere, quindi, che il mancato raggiungimento della soglia obbligatoria del 35% possa configurare l’ipotesi di danno erariale a seguito dell’inevitabile aumento del costo in discarica della totalità dei rifiuti.
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