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E ci risiamo! Cacchine nucleari: miniere di sale tra Agira ed Assoro non ce ne sono

Dopo oltre 20 anni di attesa, è arrivata alla stretta finale la scelta del sito per la costruzione dei depositi destinati allo stoccaggio dei nostri rifiuti atomici. Gli enti tecnici hanno studiato il Paese palmo a palmo, scartando circa il 99% del territorio, e hanno redatto una lista con una decina di opzioni. L’ultima decisione spetta quindi ora al governo. Un passo destinato a scatenare proteste, anche perché la struttura non risolverà il problema dei materiali più pericolosi. Solo la Finlandia ha trovato la soluzione: ha quasi ultimato la costruzione di un enorme bunker sotterraneo che conserverà i residui altamente contaminati per 100.000 anni. “Sei in un luogo dove non saresti mai dovuto entrare. Voltati e vattene. E soprattutto dimentica.” Con queste parole Michael Madsen, regista del film documentario Into Eternity, si rivolge a un uomo del lontano futuro che tenta di forzare l’entrata di Onkalo, il sarcofago scavato nelle viscere del sottosuolo finlandese che sigillerà per sempre il primo cimitero nucleare permanente al mondo. Una struttura di tunnel, grotte artificiali e barriere stagne scavate a 450 metri di profondità per isolare dalla biosfera le barre di uranio esausto ad alta radiotossicità usate nelle centrali del paese scandinavo. Il sito, che si trova nell’isola di Olkiluoto a 300 km da Helsinki, avrà un volume di 2 milioni di metri cubi, per una capacità complessiva di 9000 tonnellate di scorie. Ad oggi gli scavi hanno raggiunto la quota prefissata e si sta procedendo alla costruzione del deposito vero e proprio, che inizierà a stoccare le prime scorie nel 2020. Una volta chiuso, intorno al 2100, Onkalo dovrà custodire la sua mortale reliquia per i prossimi centomila anni, fino a quando la radioattività del combustibile nucleare decadrà a livelli non più nocivi. In termini umani, questo lasso temporale è difficile anche solo da immaginare: nessuna civiltà ha mai lasciato ai posteri resti che abbiano retto anche solo un decimo di tale durata.

DAVID CHIERCHINI per REPUBBLICA

scorie nucleari
Ancora una volta, l’ennesima dal 1986, anno nel quale scoprimmo che l’Ente Nazionale per l’Energia Atomica, l’ENEA di allora, era intento a provare le reazioni delle argille di Pasquasia alle alte temperature delle scorie radioattive.
Da quel lontano anno, che ci vide creare probabilmente la più vasta mobilitazione che Enna abbia mai vissuto, che vide ragazzi appena affacciatisi alla società partire per andare a Roma a manifestare sotto il Ministero dell’Industria (allora Ministro il liberale Zanone) e poi all’EUR, che vide una folla coloratissima assediare Pasquasia in modo pacifico con concerti, gente a cavallo, striscioni, bandiere…
Da quel lontano 1986 troppe volte siamo stati costretti a chiedere la verità, avvenne quando vennero fuori le “indiscrezioni” sulla testimonianza rivelazione del pentito di mafia Leonardo Messina, avvenne quando un medico ennese, poi scomparso, ci disse che erano “troppi i casi di tumore ad Enna e provincia.
Noi lo abbiamo continuato a dire: non avere la verità significa essere cittadini di serie B”.
Non abbiamo la verità sul motivo che fece chiudere la miniera facendo un danno irreparabile e gigantesco alla fragilissima economia locale, non abbiamo la verità sulle sospette presenze di rifiuti e forse scorie nelle oramai sepolte gallerie della gigantesca miniera, non abbiamo la verità sulla diffusione delle malattie tumorali nel centro della Sicilia.
Ultimi in Europa e solo dopo una estenuante battaglia, iniziamo ad avere i risultati del Registro Tumori e, tra capo e collo arriva un’altra indiscrezione, dopo quel melenso spot “depositounico” della SOGIN, dove si narra del bisogno di costruire il deposito unico e si dipinge questa eventualità come una “botta di culo” (scusate la volgarità ma ci sta tutta) del territorio ospitante, viene fuori la notizia che una “ex miniera di sale” tra Agira ed Assoro, dovrebbe ospitare lo stabilimento.
Ecco, appunto, ancora una volta, già il Sindaco di Agira, ha dichiarato che la lotta sarà dura ed il “NO PASARAN” si aggira tra le parole dei bar e delle strade di questa terra che nel frattempo è stata fatta a pezzi dalla stessa politica che oggi cerca dove seppellire le cacchine nucleari.
Il movimento ambientalista, attaccato strenuamente dal Governatore Crocetta e dal suo Cerchio Magico, considerato “mafioso” perché a fianco delle mamme NO MUOS, ha tenuto alta la guardia, non ha mai smesso di temere per la grande appetibilità che una terra come la nostra ha nei confronti di operazioni “pericolose” come quelle del deposito unico.
E la prima appetibilità è data da quel che oggi è la nostra società, fatta soprattutto di ultraquarantenni, di gente che sopravvive alla giornata, che è costretta a fare equilibrismi per sbarcare il lunario, che sa che non vedrà mai vivere i propri figli nello stesso luogo in cui è cresciuta, che dall’86 ad oggi ha visto le cocenti bufale di Patti territoriali, Parchi Tematici, Aeroporti, Aree industriali.
Noi siamo pochi, contiamo poco, possiamo anche essere maltrattati tanto lo fanno da millenni e ci siamo abituati.
Ora, tornando alla questione deposito, va immediatamente chiarito che intanto NON è accettabile che vi siano progetti e processi che abbiano segretezze ed indiscrezioni soprattutto laddove gli stessi sono forieri di pesantissime ripercussioni sulla vita di un territorio. Risulta inaccettabile che la vita di anche solo un cittadino possa essere così violata nei suoi diritti fondamentali ed offesa da “indiscrezioni”. Pensate se fosse vero qualcuno sta letteralmente tramando per metterci dinanzi al fatto compiuto, se fosse falso in maniera altrettanto grave qualcuno starebbe approfittando per fini suoi propri, per interessi anche questi indefiniti facendoci dormire male e viver peggio.
La verità, vogliamo la verità e solo con quella vogliamo avere a che fare.
Per esempio, l’indiscrezione parla di una “miniera di sale tra Agira ed Assoro”, bene, in quella zona miniere di salgemma o sali potassici non ce ne sono. C’erano le miniere di Zimbalio, Vodi, Bambinello, Giangagliano, tutte di zolfo e tutte abbandonate da decenni. Di sali, più a Nord, ma già in territorio di Nicosia, c’è il grande giacimento di Mandre, mai sfruttato, una vera ricchezza in sali potassici e magnesiaci oltre che, probabilmente in salgemma, un gioiello di famiglia dimenticato nel fondo di un cassetto. Allora o la fonte è spudoratamente falsa o qualcosa non torna.
In ogni caso, cari cittadini, cari Sindaci, cara gente dell’ennese, preparatevi, a questo caldo Agosto potrebbe seguire un acceso inverno.

Giuseppe Maria Amato

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