I contenitori vuoti di Enna:
3° tappa, da Museo Alessi – Benedettini – complesso ex Sip
di VINCENZO CIMINO
Riprendiamo il fantasioso Tour “Enna, Città dei contenitori vuoti”. Siamo alla 3° tappa settimanale che segue quelle del “Castello, Belvedere, Rossomanno” (la 1°) e della “Banca d’Italia, Hotel Belvedere e Ospedale Farinato” (la 2°). Il percorso, ‘sta volta, è “Museo Alessi, Convento dei Benedettini, Edificio della ex SIP, adesso TIM”. Anche questo è un cammino sconfortante, stando faccia a faccia Passato e Presente. Ma pure incoraggiante per le possibilità di recupero possibile e riuso produttivo.
- Museo Alessi. L’ha segnato una storia di luci e ombre, di vicende spesso contrastanti. Di proprietà della locale Chiesa Madre e della sua Confraternita, dovrebbe possedere le preziosissime collezioni di numismatica, reperti archeologici e ritrovamenti antichi vari dell’ennese monsignor Alessi, un grande studioso di Storia Antica Siciliana vissuto a Catania a cavallo del ‘700 e ‘800. Raccolse qualcosa d’incommensurabile e unico, devolvendo una tale ricchezza storico-culturale sì alla Chiesa, ma di fatto anche alla sua Città. Per molti decenni, e stranamente solo a Enna, fu negata agli occhi e attenzione della gente. Solo negli 1977 con il sindaco Vito Cardaci fu aperto il Museo esponendo quel ch’era rimasto dell’antica collezione del canonico, oltreché pezzi pregiati del Tesoro da Madonna. A dir il vero, anche per via d’una inadeguata direzione culturale, non riuscì ad entrare nei grandi circuiti turistici. Manteneva, comunque, il suo prestigio e interesse intellettuale. Anni fa, fu chiuso per l’insostenibilità delle spese di gestione da parte del Comune. E ora? Nulla è dato sapere, né dal Sindaco né, tantomeno, dalla Chiesa Madre.
Allontanandoci dal cancello serrato del cortile d’ingresso e guardando il monumento di Mazzini con il suo viso pensoso, ci spostiamo nella piazza vicina ove s’affaccia la parte pericolante del seicentesco
- Convento dei Benedettini. Va cadendo a pezzi, e forse è prossimo al crollo finale! E’ di proprietà del Comune, ma non che fare. Vendere o donare pur di recuperarlo, adoperarsi da subito per evitare il disastro, progettare per finanziare interventi di pieno restauro? E chi lo sa! Tenerlo in tali condizioni, si vuole raffigurare in modo spietato il disfacimento crescente dei nostri Beni antichi? A guardare e pensare, vien da dire che sia così. Ebbene se non lo è, si dica almeno se c’è una qualche idea di massima, anche perché pare che a Bilancio sia valutato un qualche milione d’euro! Insomma, avremmo financo l’imbroglio contabile, o se volete con i Benedettini ci sarebbe chi desidera d’andare oltre il paradosso. Anche in questa piazza domina un monumento, quello di Napoleone Colajanni, severo e intimorito. Si può capire!
Dopo avere osservato solo l’esterno con alcuni di passaggio dallo sguardo malinconico, ci spostiamo dalla parte opposta della Città, zona Monte, ove meno di 30 anni fa fu costruita
- La Sede della ex SIP. È una costruzione moderna innovativa, ancora funzionale e solida. Dopo pochi lustri la TIM decise d’abbandonarla, bruciando così tanto danaro pubblico. Ora sta lì in offerta gratuita al vandalismo e all’incuria. E’ un caso unico: edifichi senza sapere poi cosa fartene. Eppure, essendo nuovo nelle strutture e con progetto di riconversione dell’impianto, può divenire area universitaria con il trasferimento di qualche facoltà e dipartimento. Evidentemente, è un’idea buttata giù senza attente stime. Meglio comunque del nulla che demolisce. Sarebbe, tra l’altro, un modo per rianimare un quartiere spinto alla marginalità urbana.
Con la ex SIP completiamo la 3° tappa riportandoci a quel pensiero fisso: per ridare a sti “Contenitori vuoti” vita, attività e presenze umane occorrono risorse e investimenti privati e pubblici. Ma pure una classe dirigente locale che sappia pensare e agire in tal senso. Ossia che abbia Cultura di Governo delle Istituzioni e del Territorio. Ma, si sa, la sua sede è la POLITICA, che ad Enna non è più di casa.
VINCENZO CIMINO