venerdì , Ottobre 18 2024

Enna. Prima domenica di maggio: La festa du’ Signuruzzu du’ Lacu nella tradizione


Enna. Poco prima del tramonto metà della Banda municipale proveniente da Pergusa si riuniva con l’altra metà, che nelle prime ore del mattino s’era fermata presso “‘U tunnu” – località identificata con la prima curva della provinciale dopo Porta Pisciotto – per andare al quadrivio Sant’Anna, per risalire poi verso la città con musiche e marcette festaiole, seguita da centinaia di persone. Era questa l’“usanza” che allora caratterizzava “a festa du’ Signuruzzu du’ lacu”. Il complesso bandistico, infatti, sin dalle prime ore del mattino della prima domenica di maggio (giorno della Festa) si divideva in due tronconi: una si portava a Pergusa, l’altra si fermava presso lo spiazzo cosiddetto della “Cantina” (a circa un chilometro dalla periferia sud della città) dove la gente si radunava per la seconda scampagnata di primavera (la prima, tradizionalmente, era quella del lunedì di Pasqua). Per gli ennesi questa festa è stata ed è ancora oggi molto sentita e partecipata. In passato i più giovani raggiungevano le sponde del mitico lago a piedi e molti in carrozza o su carro agricolo oppure a dorso di quadrupedi. I più “pigri” partecipavano alla Festa non a Pergusa ma “fuori porta”, per dirla secondo la tradizione romana, dove, a parte i riti religiosi che venivano celebrati solo nella chiesetta del villaggio pergusino, venivano proposti gli stessi giochi popolari: tiro alla fune, rottura delle pignatte, gara dei mangiatori di spaghetti e al clou della giornata, l’ ”albero della cuccagna”, la cosiddetta “à ‘ntinna” con il quale, giovani aitanti e tanti ‘carusi’, si sfidavano per ore e ore, con “scivolamenti”…da brivido per raggiungere in cima: un galletto, un coniglio o un capretto pendenti da un ruota. All’ora di pranzo, nei prati attorno al lago e in quelli anche se meno ameni della “Cantina” era uno spettacolo vedere le molte decine di tovaglie bianche o colorate distese sull’erba con sopra le tradizionali pietanze della buona cucina… casereccia ennese e vino a volontà… Qua e là si sentiva il suono di qualche fisarmonica o di qualche chitarra che allietava i commensali. Nel pomeriggio la stessa banda cittadina improvvisava ballabili per il diletto delle giovani coppie. La massiccia frequentazione del Lago si ebbe a partire dagli anni successivi alla costruzione del villaggio rurale, voluto dal governo fascista nell’ambito della sua bonifica e di tutta la Conca pergusina. I lavori di bonifica e di sistemazione idraulica di tutta la zona per risolvere il problema dell’impaludamento delle aree interessate ebbero inizio nel 1935. Dopo appena due anni, nel 1937, le casette furono consegnate ai contadini e, in seguito, furono inaugurate gli edifici pubblici: la Casa del Fascio, la nuova Chiesa, la Caserma dei carabinieri, la scuola elementare con l’alloggio dell’insegnante. L’impegno dell’allora prefetto Cav. Ascanio Marca, fautore del progetto, fu premiato con la visita ad Enna del capo del governo Benito Mussolini. Dal 1943 e fino agli anni ‘50, una campagna di disinfestazione a base di D.D.T, iniziata dalle autorità militari alleate d’occupazione, debellò definitivamente la malaria, da sempre presente nella zona lacustre.

Sempre dal dopoguerra in poi la SAIS, con propri autobus, iniziò a collegare Pergusa con Enna con servizi di linea giornalieri. Nel giorno della Festa le corse straordinarie per Pergusa venivano intensificate. Nel passato, un noto personaggio, Turiddu Murgano, (collaborato da altri volenterosi), si faceva carico di organizzare la festa “dù Signuruzzu u’ Lacu”, con tanta devozione e tanti sacrifici. In seguito, fino a qualche decennio fa, il Comune, con il suo assessorato al turismo, la sponsorizzò e la riorganizzò con lo slogan: “Festa della Primavera”.

Salvatore Presti



(articolo inserito nel volume “ENNA. Il Filo della Memoria” dello stesso autore, pubblicato nel 2013, ancora in distribuzione)

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