Nel 2018 ricorrerà il 75mo anniversario dello sbarco anglo-americano in Sicilia, il generale americano Patton a Nicosia

Il territorio del Nord della Provincia di Enna, oramai sempre più avviato all’ “oblio” e al “tramonto” a causa della politica di tagli attuata dai governi centrali (con la chiusura, in primis, del Tribunale di Nicosia e il minaccioso, almeno fino ad oggi, depotenziamento dei due ospedali di Nicosia e Leonforte), rappresenta una fonte inesauribile di storia e di patrimonio artistico che andrebbe valorizzato sempre più. E non parliamo solo di beni materiali. Parliamo anche di beni immateriali. Nel 2018 ricorrerà il 75mo anniversario dello sbarco anglo-americano in Sicilia. E tralasciando fatti di cronaca “più tragici” avvenuti in queste zone dell’entroterra Ennese (la battaglia di Troina o anche l’erroneo bombardamento di Regalbuto), è interessante riportare un episodio che fa riflettere su come esista una risposta davanti alle ingiustizie e davanti alle angherie dei “superiori”. La Storia, quella dei combattenti e delle grandi guerre, riporta un curioso aneddoto riguardante il celebre generale americano Patton, il quale, nel pieno dell’Operazione Husky, schiaffeggiò e insultò un soldato che, disteso in una branda all’interno dell’ospedale da campo numero 15 allestito nella zona Marrigo – San Giacomo (tra Nicosia e Troina), non presentava alcun segno di ferita e si rifiutava di combattere perché “non ce la faceva più” e non resisteva più neanche al suono dei bombardamenti. Il gesto del generale fu fortemente criticato dalla stampa americana. E lo stesso Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate in Europa, invitò Patton a chiedere scusa al soldato, e successivamente seguì una pubblica ammenda del suo comportamento (incrinando così il suo successo militare”. È un episodio quasi “folkloristico”, ma rappresenta bene l’immensa ricchezza di storie, usi, costumi e anche di “particolari” come questi che solo questo territorio può offrire e che va gelosamente conservata, nonostante gli “schiaffi” che riceviamo dalla politica. E se siamo riusciti con Patton…

Alain Calò