In redazione è giunta questa lettera firmata che vuole testimoniare la reale condizione di una donna ai tempi di Pillon. Il Ddl è ancora tale ma il clima che l’accompagna è quello raccontato di seguito.
“Sono siciliana ma vivo fuori. Ho anticipato ciò che appare solo un disegno di legge (mi riferisco al DDL Pillon) e mio figlio più che “condiviso” è “diviso” tra me e suo padre. Nessuno ha tenuto conto delle sue esigenze né dei suoi desideri che ha espresso ad una ctu alla quale ci siamo sottoposti e alla quale ripetutamente ha detto di voler stare con me. Non si è tenuto conto della personalità del padre piuttosto preoccupante e che è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia e che al tempo della ctu risultava indagato a chiusura delle indagini preliminari. Sono vittima di una ingiustizia legale. Cerco di spiegare bene una vicenda tanto imbrogliata per poterla racchiudere in poche righe. Inizio una separazione da mio marito nel 2016 dopo lunghi anni di soprusi e violenze di vario genere che non riuscivo a denunciare sia per timore che potesse, come più volte ha minacciato, uccidermi, sia per timore che per qualche assurdo motivo potesse ritorcersi tutto contro nostro figlio che aveva solo 3 anni e che lui minacciava di togliermi se io avessi intrapreso qualsiasi azione.
Nonostante mi rendessi perfettamente conto della vita assurda che faceva vivere a me e al bambino, nonostante le mie reti familiari e amicali continuassero a dirmi di denunciare il tutto, la PAURA ha preso il sopravvento lasciandomi bloccata dentro un incubo indicibile che continua ancora oggi.
A seguito di vicissitudini giudiziarie dovute alla ricezione da parte mia di due lettere minatorie si era determinata una separazione di fatto che non impediva al mio ex marito di perpetuare le violenze nonostante le mie continue richieste di uscire di casa. Tra queste la negazione di poter trascorre qualche giorno in Sicilia dai miei genitori ( che non vedevo da sei mesi perché a me era vietato andare in Sicilia come a loro di venire a trovarmi) minacciando di denunciarmi per sottrazione di minore qualora l’avessi fatto. Di fatto tale denuncia è scattata nel giugno 2015 quando, riuscendo a trovare il coraggio e avvisandolo che comunque io e il bambino saremmo tornati dopo qualche giorno , sono andata finalmente a trovare i miei genitori con un biglietto A/R (denuncia di fatto archiviata pochi mesi dopo per mancanza di reato). Da quel momento ogni qualvolta io sia andata a trovare i miei genitori scatta una denuncia nei miei confronti (ho accumulato 11 denunce ma per fortuna il PM ha ritenuto opportuno prosciogliermi per mancanza di reato emanando una sentenza irrevocabile per stato di necessità).
Nel 2017 finalmente decido di denunciare il mio ex marito per maltrattamenti in famiglia, per violenza fisica, verbale, psicologica ed economica , che si sono ripetuti per anni in presenza del bambino. Al momento lui sta subendo un processo. Questa denuncia è corredata da una serie di registrazioni e testimonianze dalle quali si evidenzia la malvagità e il grande potere che quest’uomo esercitava su di me.
Mio figlio è diviso al 50% tra me e suo padre e ne risente tanto, ha pianto quando ho dovuto dirgli che le cose sono cambiate e che per giorni non ci vedremo perché starà a casa dei nonni paterni. Ha fatto dei compiti a scuola in cui dice di non sopportare il padre, ha parlato con gli assistenti sociali dicendo di voler stare di più con la mamma e che aveva paura di dire questa cosa davanti il padre ma voleva però che lo sapesse il Giudice.
• La Corte di Cassazione con ordinanza n. 31902 del 10 dicembre 2018 ha stabilito che “il principio di bigenitorialità non deve tradursi in una proporzione matematica in termini di parità dei tempi di frequentazione. La par condicio dei genitori non significa che i tempi del minore devono essere divisi al 50% tra madre e padre perché non si pone al centro l’interesse del minore ma quello dei genitori”.
La LEGGE stabilisce che qualora un genitore abbia procedimenti penali in corso perde la responsabilità genitoriale fino alla sentenza e il minore viene affidato esclusivamente all’altro genitore. Quale legge? Certo non è UGUALE PER TUTTI. Il mio ex marito infatti sta godendo del 50% (visto che un bambino è un prodotto numerico!!) di mio figlio nonostante un penale pendente per maltrattamenti…certo che assurdità…andiamo a manifestare con le scarpe rosse per tutelare le donne, affinchè parlino, denuncino prima che sia troppo tardi e poi succede questo….mi chiedo se succedesse l’ennesima tragedia cosa faremmo poi…ogni giorno casi di cronaca ci parlano di uomini che “perdono la testa” e uccidono ex moglie e figli!
Si parla di conflittualità dei genitori o di mio figlio che va tutelato dalla conflittualità e per questo il continuo monitoraggio dei servizi sociali. Ma la cosa principale è capire se c’è l’idoneità genitoriale: è capace il mio ex marito a tutelare il diritto del figlio? (ex art.337 ter co 1 c.c)
Diritto del figlio a ricevere cura, diritto del figlio a mantenere un rapporto con ciascun genitore (ad esempio il padre gli parla male di me); diritto del figlio a ricevere educazione, assistenza morale, istruzione (il padre non riesce a fargli fare i compiti che a volte li lascia incompleti, non cura la sua igiene e lo invita a mentire continuamente). In tutti questi casi è il conflitto o la condotta pregiudizievole di uno dei genitori (come nel mio caso) che arrecano conseguenze negative sulla tutela dei diritti di mio figlio??. Ridurre la conflittualità di coppia significa correre il rischio di non approfondire la questione, non valutando e giudicando le condotte dei genitori e le possibili ripercussioni psicologiche sul figlio. Il Tribunale non dovrebbe mirare a ridurre il conflitto quanto ad accertarsi che conflitto o no i genitori svolgano la loro funzione genitoriale. Può capitare che due genitori litighino ma riescano a garantire i diritti del figlio, il Tribunale deve occuparsi di eventuali condotte pregiudizievoli dei genitori, non del loro conflitto.
LA STORIA E’ TROPPO LUNGA E INGARBUGLIATA PER DESCIVERLA IN POCHE RIGHE MA Cio’ CHE VORREI EVIDENZIARE A SOMMI CAPI SONO LE INGIUSTIZIE CHE STO SUBENDO:
• LE LETTERE MINATORIE MANOSCRITTE CHE HO RICEVUTO PER LE QUALI HO SPORTO DENUNCIA ALLEGANDO UNA PERIZIA CALLIGRAFICA HANNO AVUTO COME ESITO UNA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE.
• NONOSTANTE ABBIA FORNITO AI GIUDICI E ALLA CTU UNA SERIE DI REGISTRAZIONI CORREDATE DALLE TRASCRIZIONI DALLE QUALI E’ PALESE LA VIOLENZA CHE IO E IL BAMBINO ABBIAMO SUBITO, NESSUNO HA RITENUTO OPPORTUNO ASCOLTARLE. IL CTU HA CREDUTO CHE FOSSERO “COSE PRECEDENTI” LA SEPARAZIONE E IL NUOVO GIUDICE HA RIPETUTO LE STESSE PAROLE. CHE QUELLE REGISTRAZIONI POSSANO DIMOSTRARE CHI E’ IN REALTA’ IL PADRE CHE MIO FIGLIO FREQUENTA O CHE DIMOSTRINO CHE SONO LA CAUSA DELLA SEPARAZIONE A NESSUNO IMPORTA. MI VIENE PIU’ SPONTANEANMENTE DIRE CHE A NESSUNO CONVIENE ASCOLTARLE !!!
• Il ctu ha creduto opportuno che mio figlio che oramai si era abituato a frequentare il padre due pomeriggi a settimana e a fine settimana alternati invece si dovesse nuovamente abituare per accontentare il padre e come riporta la relazione del ctu i nonni paterni! COSì è DIVENTATO UN PACCO POSTALE SENZA DIMORA!
Al momento in cui abbiamo iniziato il percorso con il ctu, io ero terrorizzata conoscendo bene il mio ex marito. Le persone care così come anche quelle competenti mi rassicuravano dicendo che questa era l’occasione buona per far venir fuori la sua personalità. Cosa infatti accaduta ma che nonostante tutto non è servito a niente. Così il mio incubo continua. Questo provvedimento “porcheria” tra le altre cose prevede che sia io ad andare a prendere il bambino alle 21:30 dalla casa dei nonni paterni quando sta con il padre. Il Giudice quindi ha pensato solo ai bisogni del padre mettendo anche in difficoltà una donna che alle 21:30 da sola deve andare a prendere un bambino per poi ritornare a casa, cercare con grossissime difficoltà un parcheggio auto, magari distante da casa con la pioggia, il freddo e la stanchezza di un bambino che a quell’ora dovrebbe solo essere a letto!!!! Per me è tutto assurdo!
Vengo punita lontano da affetti e da un lavoro per fare la mamma part-time!
Non mi dilungo oltre, cose da dire ce ne sarebbero ancora veramente tante. Coloro che seguono la mia vicenda sono increduli per l’assurdità di ciò che mi è successo e sono convinti che tutto ciò debba e può essere ribaltato! Io sono disperata, Credo che tutto questo sia disumano!”.
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