Consorzio comunale di Enna. C’è ma non si vede!
di Massimo Greco
Ammesso che dalle nostre parti ci siano Sindaci che hanno compreso la gravità del momento (e a noi piace pensare positivo), urge riflettere sullo strumento istituzionale più idoneo a catturare le future risorse del Recovery Plan a favore delle aree interne. Essendo infatti un fenomeno involutivo e territoriale di area vasta, ogni ragionamento non può che essere fatto in chiave sovra comunale. A questo punto le opzioni sono due, la prima è ovviamente quella di utilizzare l’attuale ente intermedio che ha sostituito la provincia regionale di Enna. La seconda è quella di istituirne uno nuovo. I vantaggi per la prima ipotesi sono:
a) l’esistenza istituzionale del consorzio comunale;
b) la presenza di risorse umane e risorse strumentali;
c) l’esistenza di un centro di costo certo.
Le criticità sono:
a) l’assenza degli organi di governo;
b) l’impossibilità di coinvolgere comuni limitrofi a quelli della provincia di Enna;
c) le criticità finanziarie diventate strutturali.
I vantaggi di istituire un consorzio di comuni ex novo ai sensi dell’art. 31 del TUEL sono invece:
a) la libertà di coinvolgere tutti i comuni dell’area interna e centrale della Sicilia riaprendo il dialogo interrotto con Caltanissetta e con i comuni del messinese;
b) l’assenza di interferenze della Regione, partner istituzionale dimostratosi all’evidenza inadeguato;
c) la possibilità di liquidare il consorzio a risultato ottenuto.
Tra i limiti vi è certamente quello dell’assenza di risorse umane, strumentali e finanziarie che dovranno essere recuperate dai comuni medesimi. La scelta sembra ricadere a favore di un nuovo ente consortile anche perché i comuni, al momento, non governano affatto l’istituito libero consorzio comunale e quindi non avrebbero alcun interesse ad utilizzare un ente che non gli appartiene. E’, infatti, un paradosso tutto siciliano quello di chiamare consorzio di comuni un ente dove i comuni, che vi fanno obbligatoriamente parte (altro che liberi), non sono rappresentati. Così come assurdo è assistere alle continue proroghe di commissari e al trasferimento di risorse finanziarie in capo a questi enti intermedi. Se è un ente strumentale dei comuni le risorse non dovrebbero essere trasferite ai comuni per finanziarie servizi e funzioni di area vasta? E ancora, se parliamo di consorzio comunale, non dovrebbero essere i comuni a commissariare l’ente, ammesso che ne ricorrano le condizioni? Non si possono più attendere risposte dall’alto (che non arriveranno mai…) per muoversi autonomamente e in fretta dal basso.