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Dall’archivio Schifani con lettere di Mazzini e Garibaldi conservato a Troina una rilettura del Risorgimento in Sicilia

Il libro “Tra Carboneria e massoneria nel Risorgimento siciliano: Francesco Paolo Schifani” di Maria Conetta Basile, ricercatrice di storia giuridico-istituzionale, pubblicato dall’Aracne editrice nella collana “Istituzioni. Profili storici e politici”, è il prodotto della ricerca condotta dall’autrice sul fondo Direzione Generale di Polizia dell’Archivio di Stato di Palermo e sull’archivio di Paolo Francesco Schifani conservato dalla famiglia Russo di Troina grazie alla borsa di studio bandita dal comune di Troina sulla Storia del Risorgimento siciliano. Nell’archivio di Schifani, nato da una famiglia di farmacisti a Cerami nel 1829 e morto Troina nel 1872, sono conservate lettere autografe di Mazzini e Garibaldi indirizzate a Schifani. Da Cerami Schifani, giovanissimo quando ancora era un adolescente, si trasferì a Palermo per approfondire gli studi di farmacia. A Palermo trovò lavoro nella farmacia di Marco Artibali, cugino di Vincenzo Florio, che era un luogo di riunione di molti patrioti. Entrò subito in contatto con i personaggi di spicco della carboneria siciliana come Rosolino Pilo, Vincenzo Fenech, noto emissario mazziniano, Luigi Florio e Emanuele Sartorio. Partecipò ai moti d’Aspromonte nel 1847. Arrestato nel 1853, rimase in carcere 10 mesi. Uscito da carcere lasciò Palermo per venire a Troina dove trovò impiego nell’ufficio postale. A Troina continuò la sua attività cospirativa e intensificò i suoi rapporti con Mazzini. Contribuì alla missione garibaldina con 100 lire, che a quei tempi erano una somma di notevole importo. Si diede da fare per costituire a Troina la loggia massonica alla quale diede il nome “Aspromonte”. Oltre ad essere un cospiratore, era anche un filantropo. Mise a disposizione del comune di Troina nella lotta contro l’epidemia di colera del 1867 le sue competenze di abile aromataro acquisite nella farmacia di Artibali. Per questo suo impegno di carattere umanitario, il comune di Troina gli conferì allora una medaglia al valore civile “per i soccorsi elargiti a tutte le classi della cittadinanza durante l’epidemia del 1867”. Nel libro Basile affronta anche il tema del rapporto in Sicilia tra carboneria, alla aderivano componenti della borghesia, del ceto medio e della bassa ufficialità dell’esercito borbonico, e la massoneria alla quale erano affiliati esponenti della nobiltà e del clero e militari di carriera, spesso legati da vincoli di parentela. Basile attribuisce una notevole importanza al ritrovamento dell’archivio di Schifani perché aiuta a comprendere il ruolo di carboneria e massoneria nel Risorgimento siciliano e il passaggio del movimento patriottico siciliano dalla rivendicazione dell’indipendenza nel 1848 dal Regno delle Due di Sicilia con capitale Napoli all’idea dell’unificazione nazionale italiana del 1860 sotto l’egida dei Savoia.

Silvano Privitera

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