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Salsicce e leggi si alternano per tutelare i boschi in Sicilia

Salsicce e leggi si alternano per tutelare i boschi in Sicilia
di Massimo Greco


“Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e più dormono la notte.” Aveva proprio ragione il politico tedesco dell’ottocento Otto Von Bismark. E chissà cosa avrebbe aggiunto se avesse conosciuto gli illuminati legislatori siciliani, capaci, nei giorni scorsi, di abrogare in un solo colpo la fascia di rispetto dei boschi introdotta con una mirata legge nell’ordinamento regionale ben 45 anni fa e successivamente confermata da un’altra legge approvata negli anni novanta. In sostanza, per 45 lunghi anni, ai cittadini siciliani è stato vietato di costruire all’interno di queste fasce di rispetto di boschi naturali ed artificiali al fine di tutelarne la prospettiva naturalistica ed ambientale dell’area boscata. Negli anni novanta, il legislatore regionale, introducendo delle deroghe al divieto assoluto di edificazione in dette fasce di rispetto, le sottopone di diritto anche a vincolo paesaggistico, con ciò legittimando l’ente preposto alla tutela paesaggistica di autorizzare preventivamente ogni attività edilizia di trasformazione del territorio. In tutti questi anni sono stati centinaia i contenziosi che la Regione e i Comuni hanno dovuto sostenere pur di assicurare quell’interesse pubblico sotteso alla tutela paesaggistica delle aree limitrofe ai boschi esistenti. E che dire dei cittadini siciliani il cui legittimo interesse privato è stato puntualmente ritenuto recessivo rispetto a quello paesaggistico di matrice costituzionale voluto dal legislatore regionale. Ebbene oggi, con appena un rigo di norma inserita in una pseudo riforma urbanistica, lo stesso legislatore cambia radicalmente idea. Non solo nelle fasce di rispetto dei boschi siciliani non esiste più alcun limite all’edificazione, ma non esiste più alcun vincolo paesaggistico. Andiamo alle domande che, anche questa volta, sorgono spontanee. È stato un errore quello del legislatore regionale di considerare per 45 anni le fasce di rispetto dei boschi aree meritevoli di particolare tutela paesaggistica ed ambientale o è stato un errore quello del legislatore regionale odierno nel dare un siffatto colpo di spugna. Avremo mai una risposta?

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