E’ come se ci fosse stata gentilmente sbattuta la porta in faccia, anzi si è perpetrata una fuga non degna di un prete. Ma la cosa più grave è che questo prete non è un semplice parroco di una parrocchia tra le più popolose della parte bassa della città, è anche un parroco eletto a maggioranza dai suoi “colleghi” Vicario Foraneo della città di Enna. Celato su un no comment, sui recenti fatti che hanno travolto la città di Enna – anche giudiziari – e che hanno scosso la comunità tutta. La televisione e certa stampa l’hanno raccontata come un centro di omertà e i social come un derby fra beghine e senzadio. La fede degli ennesi in questo teatro degli orrori è stata cannibalizzata dal pregiudizio.
Ad inizio approccio è stato ripetutamente specificato, e ribadito ad iosa per tutto il tempo della conversazione, che non era oggetto lo scandolo di cui tutti parlano di questi ultimi mesi. Non interessano nemmeno i rumor, e non si voleva chiedere – assolutamente – l’eventuale ruolo (che dicono) determinante sul caso/scandolo sin dal 2016. Apprendiamo da internet che il Vicario Foraneo ha un diritto di vigilanza sulle parrocchie a lui sottoposte e sui loro sacerdoti. Si voleva chiedere cosa è ancora possibile fare per salvare la fede vacillante di molti ennesi.
Vigilanza e responsabilità che non possono tollerare il suo ostinato silenzio. “Si vis pacem, para bellum” usa dire chi agisce per il potere e quanta strategia bellica è stata usata in questa vicenda? Quali equilibri sono stati scossi e cui prodest?
La guerra sembrerebbe essere finita (forse), non interessano le risultanze della magistratura a cui si dà ampia fiducia, la gogna – in particolare abbondantemente pilotata – sembra avere raggiunto il suo apice, esiste una giustizia doppia, quella terrena e quella divina, per chi è credente. La città si è divisa, ma quello più grave che in tutti c’è una forte sfiducia nell’operato dei rappresentanti della Chiesa ennese. Ma se la “grancassa mediatica” – sembrerebbe – abbia avuto una breve battuta d’arresto, la “pace” non si può raggiungere con l’assoluto silenzio di chi è preposto a dare delle spiegazioni, e, non solo ai fedeli.
Cosa è stato detto e fatto anche per gli altri preti malamente sbattuti dai mass media alla gogna mediatica, e questo non è concepibile, una presa di posizione è dovuta.
Pruderie e morbosità sono serviti a alimentare la bestia mediatica, solo la voce del Vicario Foraneo è mancata, ma la sua voce è determinante in questa vicenda, si ripete “una presa di posizione è dovuta”.
Un’ultima cosa si voleva chiedere: “nunc est bibendum” (n.d.r: frase completa è Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus «Ora bisogna bere, ora bisogna far risuonare la terra con il piede libero», cioè ci si può dare alla pazza gioia, ovviamente Orazio non intendeva parlare di acqua ma di vino, trattandosi di celebrare la morte di Cleopatra, un brindisi col calice alla mano era proprio d’occasione). Frase, pesantissima, buttata così, senza nessuna traduzione e spiegazione prima della Santa Benedizione finale di una funzione religiosa, in una parrocchia di Enna alta.
A cosa si sarebbe dovuto brindare? Gli ennesi hanno diritto di ascoltare una Sua parola. La reticenza potrebbe diventare omertà se reiterata.
A questo prolungato silenzio – si ripete molto doloroso per i credenti ennesi – trincerandosi che qualunque comunicazione ai fedeli può essere enunciata solo dal Vescovo della Diocesi (lo sta facendo, sforzandosi di garantire comunque alla Comunità la chiarezza che si attende da parte della Diocesi), non sarebbe il caso di rivedere e fare un passo indietro della guida “superparrocchiale”.
A Enna la fede è solo ostentazione di appartenenza alle confraternite e al campanile di quartiere o è anche necessità di spiritualità e divino?
In conclusione si è astemi, non si brinderà.
giuseppe primavera – direttore vivienna