La Repubblica Italiana compie 75 anni! È forse questa una delle date storiche più importanti per il Nostro Paese perché, prima di tutto, conferisce uno status alla stessa Italia. Le fornisce la carta di identità. Una carta di identità in cui lo Stato è cosa pubblica, è cosa di tutti noi cittadini che ne esercitiamo la sovranità. Una cosa non scontata, che ha fatto scorrere tanto sangue e che avremmo potuto anche non avere in quanto quel 2 giugno del 1946 si fece un referendum se scegliere la Repubblica o rimanere con la Monarchia. 1946, una data che ci fa capire come il parto repubblicano è stato alquanto ostico, frutto delle sofferenze legate alla II Guerra Mondiale. Vittorio Emanuele III, il Re che aveva dato il Governo a Mussolini e che lo aveva “appoggiato” (o quantomeno non osteggiato) fino al 1943, capisce che ormai il suo Regno cominciato nel 1900 all’indomani dell’assassinio di suo Padre Umberto, era giunto al termine. Troppo, infatti, era “legato” a quel passato che aveva portato l’Italia a patire molto. Da qui l’abdicazione dopo aver, comunque, già da un bel po’ di tempo, lasciato maggior terreno al figlio Umberto che passerà alla storia, dato il brevissimo regno, come “Il Re di Maggio”. Sul referendum del 2 giugno già all’indomani si sono abbattute ombre di teorie del complotto con una Monarchia “fatta fuori” con vari brogli (peraltro non tutta l’Italia votò, essendovi territori contesi quali, ad esempio, Trieste). Non sta a noi dare peso a queste teorie, ma si preferisce soffermarsi su due aspetti fondamentali: il primo è che quel referendum del 2 giugno fu anche il primo in cui venne dato diritto di voto alle donne italiane. Il secondo è che Umberto II aveva tutti i mezzi possibili per poter annullare l’esito. Ma qualunque mezzo avrebbe comportato la guerra civile, dopo appena un anno della fine di un’altra guerra civile. Va dato merito al Re di aver avuto grande saggezza nel rispettare la volontà popolare e quindi lasciare l’Italia. Peccato solo che la Repubblica nacque e non riuscì mai a fare i conti col proprio passato in quanto non venne mai permesso a Umberto di far ritorno in Italia, ma solo ai suoi eredi. E anche nel momento in cui vi fu il rientro del corpo di Vittorio Emanuele III qualche anno fa, un ampio dibattito si accese. L’ampio dibattito serve perché abbiamo bisogno di fare i conti con noi stessi e con la nostra storia. Ciò serve per farci ancor di più conoscere e apprezzare il nostro presente.
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