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Aidone. Al via il Barbablù Festival, rassegna neonata nell’area archeologica di Morgantina

Le pietre parlano, e cantano, ecco come un palcoscenico classico torna a oggi con il BarbablùFest – sostenuto dall’Assessorato regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana – che già a partire dal nome, si presenta come una ventata fresca. Si parte in effetti da uno dei reperti più importanti riconsegnati alla Sicilia, la Testa di Ade (trafugata, ritrovata al Getty Museum di Malibu e restituita) ma lo si chiama in causa con il suo nomignolo affettuoso e popolare, che nasce da quei riccioli blu della barba, e che sa tanto di fiaba: Barbablù, o, come recita il mood del festival, tutto quello che la testa ci fa dire sul mito, teatro, musica e altro, in scena e, ovviamente, anche nel ragionamento, l’arte sopraffina di logica ed esistenza tutta di Sicilia.
Nasce su questo impercettibile filo che fugge l’ovvio, un nuovo festival che per la prima volta porta teatro, dibattito e musica nel parco archeologico di Morgantina (Enna), diretto da Liborio Calascibetta. Dal 19 agosto al 4 settembre,nei due spazi vicini all’interno del sito archeologico, l’Odeon e l’Ekklesiasterion, un cartellone fortemente voluto dall’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà, costruito dal drammaturgo e regista Giuseppe Dipasquale, da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco. Produzione esecutiva ed organizzazione generale a cura di Terzo Millennio di Andrea Peria.
Il mito, la tradizione, il linguaggio antico eppure contemporaneo, perché universale, del teatro – sottolinea l’assessore Samonà -. E ancora, la musica che guarda oltre, all’interno di ciascuno di noi, proprio come i libri e le narrazioni su testi e suggestioni letterarie. Non poteva debuttare in modo migliore questa prima edizione di BarbablùFest, un progetto culturale che intende sviluppare nel cuore della Sicilia centrale, a Morgantina, un ampio dibattito sulla cultura, sulla nostra identità, sul ruolo stesso della Sicilia. A partire dai linguaggi dell’arte, dalla riflessione sull’attualità e con solide radici piantate in una terra antica e unica”.
“BarbablùFest è un festival pensato per l’area archeologica di Morgantina – afferma il direttore artistico Giuseppe Dipasquale – come progetto di incontri tra le varie culture artistiche della vasta area del Mediterraneo. E’ un cantiere e un laboratorio insieme, una vetrina prestigiosa e un forum permanente per i linguaggi e le arti contemporanee, un luogo di incontro delle identità siciliane con le tradizioni culturali più diverse”.
Il festival segue tre direttrici principali, musica, teatro e incontri.Tanti gli artisti che si succederanno sul palcoscenico di BarbablùFest: si apre il 19 agosto con il concerto di chi per primo ha cantato il “Cocciu d’amuri” di Sicilia facendone una serenata di grandissimo successo, ovvero Lello Analfino&Tinturia per chiudersi il 4 settembre con la multietnica Orchestra di Piazza Vittorio.
All’interno del calendario, anche una serie di incontri e presentazioni prestigiose: Maria Giovanna Maglie con il suo e-book “I Dannati del Covid”; le avventure del brillante Saverio Lamanna in “Màkari” (Sellerio) con Gaetano Savatteri; la Lectura Dantis di Aldo Cazzullo. BarbablùFest si occuperà anche di sondare la politica sotto la lente della letteratura (e viceversa) con numerosi appuntamenti che saranno a breve comunicati.

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