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Vulcano: allerta gialla per rischio eruttivo, a 130 anni dall’ultimo episodio

Un’allerta gialla per rischio eruttivo, a 130 anni dall’ultimo episodio. Il vulcano dell’isola di Vulcano, nell’arcipelago delle Eolie, ha iniziato a dare i primi segni di risveglio con un aumento delle attività dei gas e delle fumarole tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre. Con il passare dei giorni, sono state registrate attività anomale che hanno determinato la misura, decisa dal sindaco di Lipari Marco Giorgianni.

Giorgianni ha anche disposto, venerdì, il divieto di salire sulla cima del vulcano. Il provvedimento, annunciato con una diretta sui social, è stato preso dopo che i Carabinieri della Stazione di Vulcano sono intervenuti presso alcune abitazioni a seguito della segnalazione di fumi ed esalazioni provenienti dal sottosuolo che, in una circostanza, avevano causato malori ad alcuni animali domestici.

E il sindaco anticipa al Corriere: «Lunedì a Vulcano, nella sede dell’Ingv, vi sarà una riunione con la Protezione Civile Nazionale, si prevede anche la presenza dei vertici regionali e nazionali, e tutte le autorità competenti. La situazione è continuamente monitorata, abbiamo già applicato regole ancor più rigorose sul piano della sicurezza». Il Comune è in attesa di ricevere le valutazioni da parte dei Centri di competenza e dei vigili del fuoco: nei giorni scorsi, a causa di eventi legati al’attività del vulcano, due famiglie di Porto Levante sono stati allontanati dalle rispettive case.

Ma qual è intanto lo stato d’animo della popolazione di Vulcano? «Siamo abituati ad affrontare le emergenze di Stromboli — prosegue il sindaco —. Nel caso di Vulcano quel che ha maggiormente destato preoccupazione nella popolazione non è il livello di allerta gialla ma la notizia che per la prima volta dopo 40 anni i valori del vulcano non sono stabili. Questo ha provocato sul piano della percezione da parte delle persone un timore maggiore. Voglio però sottolineare, senza voler affatto sottovalutare nulla, che la situazione allo stato attuale non è certo di massimo allarme ed è continuamente monitorata». Il sindaco vuole evitare allarmismi. Procede dialogando con la Protezione Civile e con i vulcanologi.

Ma cosa sta succedendo? Lo scienziato Marco Viccaro, autorevole vulcanologo, parla di «una condizione di disequilibrio già a partire dalla coda di quest’estate, con un trend che ha subito un’accelerazione nel corso delle ultime settimane. Le variazioni in atto riguardano parametri sia chimici sia fisici, quali ad esempio la temperatura, il flusso e la composizione dei gas emessi dal campo fumarolico nell’area del Cratere de La Fossa, alle quali si aggiungono un sostanziale incremento della micro-sismicità e delle deformazioni del suolo sempre nella zona del Cono de La Fossa. Questi sono elementi da ricondurre probabilmente a condizioni di disequilibrio in cui si trova al momento il sistema idrotermale superficiale che caratterizza Vulcano».

Viccaro conclude: «Vulcano è un sistema attivo che, seppur abbia come ultima attività eruttiva quella del 1888-90, ha già mostrato nel passato — anche recente — periodi in cui le condizioni generali legate al processo di degassamento sono andate in forte disequilibrio. Mi riferisco ad esempio alle crisi dei primi del Novecento, tra il 1916 e il 1927, oppure alla più recente tra il 1988 e il 1995. Quest’ultima, in special modo nei primi anni, tra il 1988 e il 1991-92, ha presentato caratteristiche che per certi versi sono abbastanza simili a quelle della crisi attualmente in corso».

Salvo Fallica
per il corriere.it

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