sabato , Luglio 27 2024

Decisivo il ruolo dei Comuni nel Pnrr, che gli destina 70 miliardi

Si stima che circa 70 miliardi del Pnrr siano destinati ai Comuni che sono i titolari di specifiche progettualità afferenti materie di loro competenza (asili nido, rigenerazione urbana, edilizia scolastica interventi per il sociale). Sono i comuni che partecipano a iniziative finanziate dall’amministrazione centrale che destinano agli enti locali le risorse per realizzare progetti specifici e che contribuiscono all’obiettivo nazionale. Sono sempre i comuni ad essere coinvolti nella realizzazione sul proprio territorio di quegli investimenti previsti dal Pnrr la cui responsabilità di realizzazione è demandata ai livelli superiori (mobilità, ferrovie, trasporti, sistemi irrigui, banda larga). Non c’è da fare sistema, pensare a organismi di area vasta o preparare documenti programmatici per contrattare con ministeri e regioni per attrarre quante più risorse possibili sui comuni. Il Pnnr non è un programma di spesa, come i fondi strutturali. Il Pnrr non è un elenco delle cose che si faranno. Il Pnrr marcia per linee settoriali, non incrocia i territori. In alcuni casi, contiene degli obiettivi che saranno attuati in diverse modalità. In molti casi procederà per bandi che i ministeri rivolgeranno ai Comuni, che, allora volta, faranno altri bandi, qualora i loro progetti saranno selezionati e finanziati e dopo aver acquisito le risorse. Dunque, due bandi: il primo è quello dei ministeri per la selezione dei progetti e l’assegnazione delle risorse, il secondo è quello attuativo dei Comuni. L’allocazione delle risorse a bando è molto pericolosa. Ci sarà una competizione tra i Comuni. Ma i Comuni dell’ennese ce la faranno? Non è affatto sicuro. Negli ultimi anni, per effetto di politiche di bilancio molto restrittive, i Comuni hanno perso personale che non hanno sostituito con nuovo personale. In quello che è rimasto, non hanno personale qualificato. Quello che i sindaci possono fare, è di individuare tra il personale di cui dispongono quelle due o tre unità, fortemente motivate e con una spiccata attitudine all’innovazione, alle quali affidare il compito di seguire l’attuazione del Pnrr. Il team così costituito deve funzionare come un ufficio staff del sindaco e in sinergia con gli altri uffici comunali, in particolare con l’ufficio tecnico. Il Pnrr è un contratto di performance sottoscritto con gli altri paesi europei ed approvato a livello di Consiglio Europeo. Non è un contratto interamministrativo tra ministeri, regioni e comuni. Il Pnrr è saldamente nelle mani del governo nazionale. Il ruolo delle Regioni è marginale. Decisivo è il ruolo dei Comuni. La spesa è una parte dell’obiettivo del Pnrr. Con il Pnrr L’Italia si impegna a realizzare 527 obiettivi in termini di effettiva realizzazione entro scadenze prefissate. Non c’è nulla da contrattare. C’è solo l’esigenza di organizzare la macchina amministrativa dei comuni, che possono mettere insieme risorse e competenze per redigere i progetti secondo i 32 requisiti previsti dal contratto di performance. Sulla Snai, di cui si parla nella Missione 5 del Pnrr, i sindaci dei comuni ultraperiferici e periferici, quelli lontani dai poli urbani di servizi, devono darsi da fare affinché la Regione selezioni un’area che comprenda molti dei comuni del nostro territorio. Penso ai comuni della zona nord dell’ennese e del versante meridionale dei Nebrodi, che sono comuni periferici e ultraperiferici.
Silvano Privitera

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