Dopo il caso Enna, riaprono le scuole in tutta la provincia
di Massimo Greco
Da domani anche nei Comuni, in cui i Sindaci “sceriffo” – come li hanno definiti alcuni, o “samurai” come preferiamo apostrofarli noi – si sono ostinati a revocare le proprie ordinanze, riapriranno le scuole. E’ questo il risultato “a cascata” che si sta determinando in queste ore a seguito della nuova ordinanza del Presidente della Regione Siciliana che, ancorchè tardivamente, ha inteso abrogare con decorrenza 19 gennaio 2022, la disposizione della precedente ordinanza che autorizzava i Sindaci a derogare alla didattica in presenza anche in “zona arancione”. Il rimprovero del Sottosegretario Floridia e la raffica delle ordinanze emesse dai due Tribunali amministrativi di Catania e Palermo hanno costretto il Governatore siciliano a rimediare ad un errore che ha contribuito non poco a generare il caos nelle scuole siciliane. Finalmente anche in Sicilia “la legge è uguale per tutti” e, sulla base della normativa vigente, i Sindaci possono derogare alla didattica in presenza nelle scuole solo in quei Comuni dichiarati dalla Regione “zona rossa”. La vicenda sembra così chiudersi e tuttavia avremmo preferito un comportamento istituzionale all’insegna dell’umiltà e dell’onestà intellettuale sia da parte dei Sindaci, consapevoli della violazione di legge, che da parte dello stesso Governatore che ha preferito abrogare la disposizione “capestro” non solo con effetto ex nunc ma addirittura con decorrenza posticipata al 19 gennaio. Ci saremmo aspettati, nel rispetto delle regole di buona pratica amministrativa, un annullamento in autotutela con effetto ex tunc, cioè con effetto retroattivo. La violazione di legge, acclarata incidentalmente da entrambi i Tribunali amministrativi, finisce infatti per travolgere inevitabilmente la disposizione “capestro” contenuta nella prima ordinanza del Presidente della Regione, a nulla rilevando il tentativo di “salvataggio politico” della stessa, disponendo una decorrenza futura della disposta abrogazione contenuta nella seconda ordinanza. Ma, parafrasando Pirandello, “così è (se vi pare)”.
L’ordinanza del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sui collegamenti marittimi in Sicilia abroga, da domani, anche l’articolo 2 dell’ordinanza del 7 gennaio scorso che concedeva ai sindaci di comuni in zona arancione la possibilità di chiudere le scuole con didattica in presenza e attivare la Dad. Diversi sindaci anche di città capoluogo avevano chiuso le scuole provocando ricorsi e decisioni del Tar che aveva ordinato la riapertura degli istituti.
La norma nazionale concede deroghe per la presenza a scuola solo ai comuni in zona rossa. L’art. 2 della precedente ordinanza di Musumeci diceva che nei territori dichiarati zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta al rischio estremamente elevato di diffusione del covid 19, previo parere dell’Asp, il sindaco può adottare provvedimenti di sospensione totale o parziale delle attività didattiche con conseguente adozione della Dad.