Sulle polemiche del Policlinico c’è chi dice no (parte quinta)
L’attesa dichiarazione del Presidente dell’Università Kore di Enna Cataldo Salerno è arrivata al momento giusto, proprio oggi, il giorno in cui i Sindaci della provincia di Enna si riuniscono per prendere una decisione corale sul futuro Policlinico universitario. Qualcuno si meraviglierà dei contenuti e qualche altro riuscirà persino a non comprenderli. Non siamo fra questi, avendo in più occasioni preso le distanze da una strategia bellica, utile solo a minare alle fondamenta ogni tentativo d’intavolare un ragionamento di area vasta al centro della Sicilia. Non discutiamo della buona fede dei tanti che hanno gridato all’ennesimo tentativo di rosicchiare qualcosa che ci appartiene ma cerchiamo, ormai da tempo, di far capire che, in tempi di globalizzazione, il concetto di “locale” risente di nuovi parametri territoriali, culturali, sociali, economici ed istituzionali. Anche a seguito della pandemia, sono da tempo cambiate le relazioni tra territori e istituzioni ma l’attuale classe politica sembra non averlo compreso e continua a sintonizzarsi su vecchie frequenze, con il rischio d’innescare in quei medesimi territori che si vogliono difendere l’effetto contrario. Alle classi dirigenti dell’ennese e del nisseno si chiede uno sforzo di riflessione, depurato da campanilismi territoriali, cromìe politiche, pruriti elettorali e, per la verità, anche da dinamiche caratteriali distoniche rispetto alle esigenze di dialogo. Non sono utili alla causa attori politici e Sindaci che vivono di antipatie e rancori personali. Non abbiamo bisogno di costruire muri per irrobustire inesistenti confini territoriali ma di generare “aperture mentali” e “capacità di ascolto” da miscelare in contenitori densi di “studio” e “approfondimento”. Solo una “cittadinanza competente” potrà interpretare nel migliore dei modi la prospettiva di un territorio come il nostro, chiamato alle prossime e complesse sfide, a cominciare da quella del Policlinico universitario.
Massimo Greco
QUESTIONE POLICLINICO. DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELL’UNIVERSITÀ KORE
Pur con il massimo rispetto verso le istituzioni territoriali e i parlamentari nazionali e regionali che si stanno esprimendo da alcune settimane sulla localizzazione del futuro policlinico Kore, vorrei invitare tutti a lasciare che l’Università Kore elabori e sviluppi in autonomia – come deve accadere a tutte le università del mondo – la propria politica accademica e la propria visione territoriale.
Posso garantire che terremo nella massima considerazione tutte le opinioni e i suggerimenti, ma anche che adotteremo le decisioni più favorevoli al futuro dell’Ateneo e ai suoi studenti.
Vorrei perciò ringraziare ciascuno per l’attenzione verso l’Università, e specialmente coloro che fino a poco tempo fa ed ancora oggi esprimono con fatti ostativi ben altri sentimenti. Nello stesso tempo debbo ricordare a tutti che la Kore è nata, come si legge nel decreto istitutivo del 2005, come “Università della Sicilia Centrale”, cioè come ateneo che guarda ad un orizzonte molto più ampio di quello di una sola provincia, sia essa quella di Enna o quella di Caltanissetta o di Agrigento. Anzi, non guarda proprio al concetto di provincia. In ogni senso.
Se qualcuno va a leggere la relazione che presentai nel maggio del 1995 al Consiglio provinciale di Enna, per illustrare il progetto di una nuova sede universitaria in Sicilia, vi potrà trovare un obiettivo chiaro ed inequivocabile: l’auspicio di realizzare con un’altra istituzione, e non più con la provincia, una diversa e più vasta leadership territoriale. Sono passati 27 anni e quella indicazione, che il Consiglio provinciale di Enna, esprimendo una visione politica allora straordinaria, approvò all’unanimità, non solo non è venuta meno, ma si è fatta più urgente e ultimativa.
Nessuna parte della Sicilia, ed a maggior ragione nessuna parte della Sicilia centrale, può pensare di potersi sviluppare entro i confini di una sola provincia, o peggio di un solo comune. La Sicilia tutta deve fare sistema.
Vorrei soprattutto precisare che l’Università Kore non è nata per sostituire gli uffici provinciali andati via da Enna. Anzi ritengo assurdo, persino offensivo, pensare di paragonare l’Università Kore e il suo futuro policlinico ad una qualsiasi succursale dello Stato, come quelle che una volta erano distribuite in ciascun capoluogo di provincia ed oggi risultano assorbite da Palermo, ieri da Catania, l’altro ieri da Caltanissetta, dopodomani da Napoli o più probabilmente dalla Silicon Valley. Non è questo l’approccio corretto.
Voglio perciò affermare con decisione che la Kore non partecipa e non parteciperà ad alcuna guerra tra città o tra province perché non fa questo di mestiere, è contrario alla sua missione ed al suo progetto di Università siciliana a tutto tondo.
Da 17 anni l’università di Enna sta proponendo un modello di sviluppo basato sulla cultura, sulla scienza, sulla ricerca, sulle relazioni internazionali, sul supporto a tutti i territori che lo chiedono. Siamo impegnati a non far fuggire i giovani, non a trattenere le succursali di qualche ufficio. Delle succursali dello Stato, delle banche o delle società private non si occupa l’Università. Facciano piuttosto qualcosa gli enti locali.
Quanto al policlinico, che consegue alla facoltà di Medicina, è naturale che per un lungo periodo sarà diffuso su più strutture sanitarie della Sicilia. Si vedrà, alla fine di quel lungo processo di elaborazione e di costruzione, dove ci saranno le migliori condizioni per la sede centrale o per i poli connessi: dove ci saranno le reti di trasporto, le stazioni ferroviarie, le residenze universitarie, i servizi per la qualità della vita degli studenti, le politiche locali favorevoli e quelle contrarie. Non saranno – con tutto il rispetto per chi più o meno sinceramente si agita – le prese di posizione dei consiglieri comunali di questa o di quell’altra città, le petizioni popolari o le omelie appassionate ad orientare le scelte dell’Università.
Non posso quindi che ringraziare il Governo regionale, e l’assessore della Salute Ruggero Razza in particolare, per avere pienamente compreso e assecondato le strategie territoriali della Kore. Abbiamo chiesto e sollecitato noi, Università Kore, di potere stipulare con la Regione siciliana la convenzione che abbiamo sottoscritto, in quanto essa risponde perfettamente alla normativa nazionale, alle richieste del Ministero dell’università, alla vigente programmazione sanitaria regionale, della quale non modifica una virgola, e alle nostre prospettive di sviluppo.
Chi vuole concorrere allo sviluppo dell’università Kore è benvenuto, chi arriva in ritardo lo è persino di più perché era per noi perso, ma si rispetti per favore l’autonomia dell’Ateneo di Enna e degli altri atenei. Non potrà che trarne giovamento tutta la Sicilia e non soltanto la sua parte centro-meridionale.
Cataldo Salerno
Presidente dell’Università
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