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L’aggressione della Russia all’Ucraina è l’ultimo anello di una catena di eventi strettamente legati l’uno agli altri: la guerra in Cecenia, il discorso di Putin del 2007 alla conferenza di Monaco del 2007, la guerra in Crimea e l’avvio della guerra nel Donbass, l’intervento in Siria e lo schieramento di 170 mila soldati lungo il confine con l’Ucraina. Sono eventi, quelli sopra elencati, riconducibili alla definizione di un nuovo ordine mondiale, dopo la fine della guerra fredda e la dissoluzione dell’Urss nel 1991 e delle misure per garantire la sicurezza della Russia e degli Stati membri dell’Alleanza atlantica. Che non sono eventi slegati, ma strettamente connessi, lo si capisce meglio alle lettera del 17 dicembre 2021, due mesi prima della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina del 24 febbraio 2022, che il ministero degli Esteri russo ha inviato alla Nato e a gli Stati Uniti. La lettera invita agli Usa ha per titolo: “Trattato tra gli Stati Uniti d’America e la Federazione Russa sulle garanzia per la sicurezza”. La lettera inviata alla Nato ha per titolo: “Accordo sulle misure per garantire la sicurezza della Federazione Russa e degli Stati membri dell’Alleanza atlantica”. I titoli delle due lettere possono trarre in inganno. Non si trattava di accordi o trattati, ma di proposte e di ipotesi da discutere con gli Usa e la Nato. Con quelle due lettere la Russia chiede a Usa e Nato la garanzia scritta sulla neutralità dell’Ucraina, il blocco dell’allargamento della Nato ad Est e il ritiro delle truppe della Nato dai paesi che erano entrati a far parte della Nato dopo il 1997. Il tono delle due lettere era ultimativo e lasciava chiaramente intendere che non si trattava di proposte da discutere, ma da prendere o lasciare. Quello che la Russia ha chiesto, con quelle due lettere, è un riavvolgimento degli eventi per riportare le lancette dell’orologio della storia a prima del crollo del muro di Berlino del 1989 e della dissoluzione dell’Urss del 1991. Putin non pensa di ricostruire l’Urss, ma la potenza imperiale russa. Il problema non è solo il controllo del Donbass e la neutralità dell’Ucraina, che Putin considera come “una parte inalienabile della storia, cultura e spazio spirituale della Russia”. E’ una richiesta che Usa e Nato respingono al mittente. Al rifiuto di questa richiesta la Russia non si rassegna e non demorde nel perseguire l’obiettivo di un nuovo ordine mondiale in cui sia riconosciuto il suo ruolo di potenza imperiale. E lo si capisce dalle parole pronunciate da Putin nel giorno dell’invasione dell’Ucraina: “Chiunque cercherà di ostacolarci, di minacciare il nostro Paese e la nostra gente, deve sapere che la risposta della Russia sarà immediata e vi farà subire delle conseguenze come non ne avete mai viste nella vostra storia”. Quello che nella storia d’Europa, che pure è stata teatro di due terribili e disastrose guerre mondiali nella prima metà del ‘Novecento, lo possiamo immaginare. Ed è molto inquietante. Silvano Privitera
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