Elezioni 2022. Il “merito” e la “politica”
di Massimo Greco
Come spesso accade i risultati elettorali rappresentano l’occasione per spolverare vecchie questioni legate al concetto di “merito” ed a quello correlato di “giustizia”. E’ infatti difficile accettare l’elezione di rappresentanti nei due Parlamenti appena rinnovati, sostanzialmente piovuti dall’alto a fronte di candidati che nonostante il radicamento territoriale, dimostrato con migliaia di preferenze ottenute, hanno mancato l’elezione. I casi più eclatanti di “elezione dopata” sono noti e riguardano l’avvenuta elezione della Brambilla nel collegio uninominale di Gela o della “fidanzatina” di Berlusconi nel collegio di Marsala, come noti sono alcune mancate elezioni in campo regionale come quella dell’uscente Pullara di Agrigento o del conterraneo Colianni, suffragati, rispettivamente, con 8 mila voti il primo e 7 mila il secondo. L’assenza di meritocrazia è tradizionalmente uno dei punti più deboli del nostro sistema democratico, capace di generare forme di cooptazione elitaria difficilmente estirpabili in un contesto in cui risulta ormai da tempo evaporata la correlazione tra rappresentatività e rappresentanza. Soccorre, in questo contesto, il versante religioso in cui la teologia pelagiana aveva ancorato la fede e la relazione con Dio a qualcosa di ascrivibile al concetto di merito, condizionando la salvezza ai meriti di ogni credente. Nella terza esortazione apostolica Gaudete et exsultate del 2018 Papa Francesco, ricorda che non è più l’intelligenza ad occupare il posto del mistero e della grazia, ma la predisposizione. Tutto dipende non dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia e che ci ha amati per primo. Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica rammenta come il dono della grazia sopravanzi le capacità dell’intelligenza e le forze della volontà dell’uomo, e che nei confronti di Dio non c’è merito da parte dell’uomo. Ora, se il merito non trova più ingresso neanche in un ambito caratterizzato da variabili spirituali ed illuminate, alcune delle quali in tutto o in parte sottratte al controllo dell’uomo, figuriamoci che trattamento può avere allorquando sia la politica il contesto di riferimento in cui l’uomo, storicamente, offre il meglio di sé…