Enna. Dipietro e l’incubo dei concorsi pubblici
di Massimo Greco
Un indicatore sintomatico del modo di agire all’interno di una Pubblica Amministrazione è quello del reclutamento delle risorse umane. Al Comune di Enna, ad esempio, si cercano in tutti i modi accorgimenti per evitare l’espletamento degli “odiosi” concorsi pubblici che, come già ricordato, rappresentano non solo lo strumento più trasparente per assicurare il rispetto del principio di pari opportunità ma anche quello a cui dovrebbe tendere un buon amministratore e cioè la selezione dei candidati più meritevoli. L’Amministrazione Dipietro ha quindi utilizzato l’art. 110 del TUEL per reclutare la dirigenza con modalità fiduciarie, il cambio del profilo professionale in capo a funzionari amministrativi già in servizio per reclutare gli Avvocati interni ma anche lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi espletati fino all’esaurimento dei candidati idonei. Anche quest’ultima modalità di reclutamento la dice lunga sull’approccio culturale e istituzionale che guida l’azione politico-amministrativa dell’Amministrazione Dipietro. Infatti, la materia dello scorrimento delle graduatorie rimane un tema fortemente controverso sul quale anche la scienza dell’amministrazione (e l’opinione pubblica) ha assunto posizioni contrastanti: deve prevalere l’interesse al “posto” del concorrente già valutato come idoneo, o l’esigenza di non snaturare la logica di apertura dell’accesso al pubblico impiego garantita mediante concorso? La normativa in materia di accesso al pubblico impiego prevede che le pubbliche amministrazioni abbiano la mera facoltà e non l’obbligo di scorrere le graduatorie concorsuali vigenti per assumere personale a tempo indeterminato. Il meccanismo dello scorrimento delle graduatorie, che certamente risponde ad una logica di semplificazione ed economicità, non può e non deve prevalere a scapito della meritocrazia, né delle esigenze concrete della Pubblica Amministrazione. Il candidato idoneo, che non è assimilabile al vincitore di concorso, non può vantare alcun diritto allo scorrimento della graduatoria proprio perché ben potrebbe l’Amministrazione bandire un nuovo concorso per selezionare i migliori in luogo di coloro che hanno già dimostrato di non esserlo. Reclutare risorse umane all’interno della P.A. senza porsi il problema di selezionare i migliori equivale soltanto a riempire “meccanicamente” posti pubblici. Alla domanda “come va?”, Priapo avrebbe riposto “cazzi miei”.