Una notizia bomba (ma nel vero senso della parola). Dopo la Triplice Alleanza, la Triplice Intesa, l’Asse Roma-Berlino-Tokyo, un nuovo accordo triplice si aggira all’orizzonte: Gangi, Sperlinga e Nicosia, per ben trent’anni (multiplo di tre per restare in tema), hanno sottoscritto un accordo per costituire un hub per lo svolgimento di attività logistiche e esercitazioni tattiche militari in un determinato luogo che è stato individuato e che ricade nel territorio dei 3 comuni.
E questa concessione sarà operativa per ben 30 anni. Soldati e spari (tanti spari) allieteranno le nostre allegre contrade per ben 30 anni (poi, alla fine, facciamo la pace di Vestfalia… a Milletarì). Diverse reazioni si stanno avendo in questi giorni. A parte tutto l’amore per il militarismo mostrato in centinaia di foto, sembrerebbe che si sia anche assoldato un coverista di De Gregori che abbia riscritto una canzone per celebrare l’evento. Fa più o meno così il testo “Generale dietro l’Altesina, ci sta la notte crucca e assassina, e in mezzo al prato c’è una cascina, che ne dici un po’ la bombardiamo? Per ben 30 anni con tremila ettari col cavolo che ci staranno i conigli, venuti invece qui i soldati non ancora mai andati!”. Gli ha fatto eco il coverista di Bruno Lauzi con la nuova hit “Bomba su bomba”. Ma, giustamente, replica il coverista Venditti, che “Bomba o non bomba arriveremo a Roma!”. Tutta la popolazione, comunque, ha deciso di fare la cover a Baglioni gridando “Io me ne andrei”, perché giustamente, fateci caso, vi sembra bello che le nostre ridenti contrade, i nostri luoghi, la bellezza della natura debbano essere oggetto di esercitazioni militari?
Che cosa ne sarà della flora e della fauna? E poi, soprattutto, quali vantaggi ne otterranno i vari territori? È forse vantaggioso riempire qualche posto letto in più cedendo la bellezza della nostra natura. Ma vabbè, ci stiamo spopolando, questi territori diventano sempre più dei fantasmi a cui dire “riposa in pace”, e ora capiamo bene quando Tacito diceva “dove fanno il deserto, lo chiamano pace”.
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