sabato , Luglio 27 2024

Diocesi di Nicosia: le dimissioni (abbastanza prevedibili) di un parroco di Cerami

In questi giorni la Diocesi di Nicosia affronta certamente un “sussulto”, ovvero le dimissioni del parroco di Cerami Don Basilio Agnello. C’è chi vorrebbe far credere che sia un fulmine a ciel sereno, c’è chi dà strambe letture complottiste su chissà quale resa dei conti tra vecchi e giovani, la verità è che noi avevamo previsto tutto, e probabilmente questo è solo l’inizio.

Tempo fa, quasi un anno, vi avevamo notiziato di come a Cerami, e non solo, vi fosse un “sussulto” derivante dal fatto che si percepiva un distacco tra il pastore e il gregge. Distacco acuito dalle scelte del passato Vescovo di Nicosia che aveva indetto il valzer dei preti senza ascoltare le proposte delle varie comunità coinvolte che, in alcuni casi, si erano anche rivolte a noi (andatevi a leggere gli articoli passati). Confacente al puro spirito sinodale, dal pulpito lo stesso ex Vescovo invitava a non “deturpare la bellezza” con i diversi punti di vista (una volta si puntava il dito e si accusava di eresia con anatemi e cose varie, quei tempi sono fortunatamente finiti). Finalmente abbiamo capito quale sia questa bellezza, ovvero la bellezza del caos. Certo, a Nicosia si è anche registrato un forte distacco con la politica con l’Amministrazione e il Consiglio che si sono prodigati a conferirgli addirittura la cittadinanza onoraria in una seduta di consiglio praticamente vuota della popolazione se non di quei quattro del giro che conta (emblematico), chissà se Cerami gli darà mai una cittadinanza onoraria alla luce di ciò? Ma aldilà delle targhette, veniamo al punto: il valzer dei preti è stata una scelta “senza discernimento” (sarebbe interessante capire i canoni del discernimento) sia perché non si è – volutamente – tenuto conto delle situazioni locali, sia anche perché non è certamente un gesto di cortesia “bloccare” una situazione al nuovo Vescovo che gioco forza subisce e subirà le conseguenze di questo malessere acuito. Avendo apprezzato lo spessore morale e intellettuale del Nuovo Vescovo – che anche chi è lontano dalla Chiesa solo se in mala fede non può non apprezzare – certamente tutta la nostra solidarietà per questa spinosa faccenda e per tutte quelle che, purtroppo abbastanza prevedibili, accadranno. Ci permettiamo, però, di esprimere noi un malessere – peraltro condiviso da più parti – sulle recenti nomine nei vari organi della Diocesi. Accanto a nomi di sicura e comprovata capacità, emergono delle riconferme che fanno storcere il naso. Riconferme che appartengono all’ancien regime, e che portano a domandarci, come ci siamo domandati tempo fa, sull’eventuale esistenza di un cerchio magico che soffoca la spinta innovatrice che potrebbe portare questo Vescovo. Certamente quest’ultimo avrà cercato confronto con molti prima di fare determinate riconferme, ma senza scendere ad indicare questo o quel nome e senza accusare un cerchio magico che lasciamo nell’ipotesi, la domanda che ci poniamo è quanto possa giovare ricalcare una squadra quasi in maniera pedissequa quando i risultati di quella squadra sono stati nel passato fonte di malessere? Se c’è un malessere e si ha la possibilità di intervenire a monte, perché non provarci? Signor Vescovo, ascolti il popolo, quantomeno quello non fatalista: ci sono in giro professionisti di livello e validissimi pastori nella Diocesi. Questa Diocesi merita di uscire da certi schemi e da certi nomi intoccabili che hanno causato dei malesseri. Merita di uscire, come abbiamo auspicato nella Diocesi di Piazza Armerina, da certi schemi elitari che provoca come prima conseguenza una certa disaffezione verso la chiesa e il conseguente svuotamento delle stesse. Merita di andare oltre persone che hanno fatto della loro autoreferenzialità l’unico asse portante della propria vita e che quindi campano di “titoli nobiliari” per accrescere quello che si scrive prestigio ma si legge ipocrisia.
Ci permettiamo di fare queste riflessioni perché la Diocesi di Nicosia ha certamente un pastore con cui si è cambiato passo. Ma il pastore buono ha bisogno anche di validi cani pastore per guidare le pecorelle. Alcuni son validissimi, altri sono lupi. E sarebbe un peccato vedere un Pastore dover assistere lupi che sbranano pecorelle esclamando dall’esterno “peccato, non se lo meritva”.
Alain Calò

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