Il “pastazzo” degli agrumi: da rifiuto a fonte di energia, da fattore di rischio economico e legale a opportunita’ per un’intera filiera, in questo caso quella agrumicola siciliana, dando vita a un circolo virtuoso che, dal semplice frutto e fino ai succhi e ai prodotti di conserva, e’ sinonimo di energia verde e di agricoltura sostenibile. E’ dedicato al riciclo in chiave energetica del pastazzo, lo scarto della trasformazione degli agrumi, sottoprodotto che ha sempre rappresentato un costo di smaltimento non indifferente per le aziende di trasformazione, il progetto del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia con il finanziamento non condizionato di The Coca-Cola Foundation, organizzazione filantropica di The Coca-Cola Company. Si tratta di un esperimento innovativo coordinato dal Distretto che ha lo scopo di valorizzare gli scarti della lavorazione in collaborazione con l’Universita’ degli Studi di Catania che, per il tramite del Dipartimento di Gestione dei sistemi Agroalimentari e Ambientali (DiGeSa), oggi a Catania hanno siglato un accordo. Erano presenti Giacomo Pignataro, rettore dell’Universita’ di Catania; Giovanni Cascone, direttore DiGeSa; Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia; Dario Cartabellotta, assessore regionale all’Agricoltura; Vittorio Cino, direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia; ed i presidenti dei cinque consorzi di tutela degli agrumi Igp e Dop di Sicilia.
Il finanziamento di The Coca-Cola Foundation ammonta a 380.000 euro in due trance, legate a precise fasi di attuazione. In programma, dopo una prima fase di analisi di laboratorio, la realizzazione di un impianto pilota dove ricercatori e tecnici dell’Universita’ di Catania studieranno, dapprima, la formulazione ideale del composto (biomassa) derivante dal “pastazzo” che consentira’ di produrre energia “verde” e quindi i vari passaggi di produzione. Il Distretto inoltre si avvarra’ del supporto della cooperativa Empedocle che sin dalle prime fasi ha collaborato alla redazione del progetto. Quest’ultimo si concludera’ fra circa un anno ed e’ suddiviso in due fasi: la prima – che ha preso il via in questi giorni – e’ la fase di studio e ricerca. La seconda fase, che si chiudera’ entro marzo 2015 vedra’ invece la realizzazione dell’impianto pilota. Sara’ la piattaforma tecnologica dove sperimentare il progetto e verificarne ogni singolo passaggio. Nell’ambito del progetto, a cura dei partner coinvolti sara’ realizzato uno studio scientifico e redatto un manuale – una sorta di “istruzioni per l’uso” – destinato alle imprese della filiera.