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Pino Grimaldi: CHI VINTO? Uno, nessuno, centomila…

Enna 10/04/06 – CHI HA VINTO? Uno, nessuno, centomila… avrebbe detto Pirandello. Fallite tutte le previsioni dei guru fatte in vigilia. Berlusconi non è stato distrutto sgretolato sminuzzato e Prodi non ha trionfato quale novello Pompeo.
Il Giudizio universale è stato rimandato a data da destinarsi per mancanza dei cavalieri dell’apocalisse.

E’ questo il quadro ad un’ora della notte nella quale si pensava di potere avere in mano dati incontrovertibili. Di fatto chiunque per una manciata di voti riuscirà ad essere de iure il vincitore dovrà essere contento: tanto quanto ne fu Pirro nella celebre battaglia di Benevento vinta, perdendo più di quanto non conquistò.

Su queste colonne avevamo configurato un quadro di pari e patta di fatto.
Ed avevamo detto che la colpa sarebbe stata dei due leader.
E che per ciò ambedue avrebbero dovuto avere (si sperava) in tale caso un atto di resipiscenza e farsi da parte e passare la mano ad altri più giovani meno inveleniti da un duello all’ultimo insulto.

Le urne ancora non chiuse (si sa in Italia non è mai facile chiudere una porta: si sta a lungo sul pianerottolo a conversare!) dicono che il plebiscito contro Berlusconi è fallito.
Ma dicono anche che la paura della sinistra non ha fatto novanta, ma qualcosa di meno.
E tutto rimane così nella nebbia delle elucubrazioni dei politici che come previsto hanno tutti detto di avere vinto, ma nessuno che a perderci è l’Italia che paga lo scotto di una personalizzazione di una campagna elettorale nella quale i primi attori, con rispetto per loro parlando, erano forse e solo all’altezza di “generici primari” per dirla in gergo teatrale (in fondo tale è stato, no?).

Hanno voluto giocare a far “l’americanu” ma non hanno compreso che da noi mancano le immense praterie ed i grandi fiumi e che tutto si svolge in una lingua di terra, la penisola, con un paio di isole deliziose ma piccole mal tenute. Ed il paese si è spaccato longitudinalmente sul piano politico e trasversalmente sul piano geografico. Con solo il centro a sostenere la manca e le due estreme in favore della dritta: quasi un ritorno a Garibaldi che sbarca a Marsala e congiunge il nord al sud in attesa di un centro che fino alla fine del potere temporale rimane infido e pericoloso.

Bravi! Saltare avanti e da olimpionici, ma farlo all’indietro è assolutamente unico, impari, irripetibile!

Cossiga ha ripetuto le stesse parole apparse su queste colonne :i due sempre rispettabili (ma certo uno più dell’altro per avere portato il suo partito ad essere il primo ed alla Camera ed al Senato dopo essere stato per cinque anni l’oggetto del desiderio “necandi”) hanno già detto tutto al paese e questi ha dato ragione a tutti e due e torto ad entrambi!
In qualsiasi paese normale se ne tirerebbero le conclusioni.

Tornare alle elezioni?
Da folli.
Governo Balneare?
Il povero Leone – galantuomo! – è morto e sepolto.
Grande ammucchiata alla tedesca?
Litigherebbero ventiquattro ore su ventiquattro.
Occorrono uomini (maschi o femmine) nuovi che siano stati eletti in questo parlamento da domenica di passione (a proposito si sarebbero svolte in un paese Islamico elezioni nel tempo del Ramadan?) e che abbiano una sia pure apparente verginità – si fa per dire -politica non buttata alle ortiche in campagna elettorale.

C’è un Presidente della Repubblica da eleggere (ma si forse un bis sarebbe il minore dei mali), un Dpf da preparare,la finanziaria ed ancora elezioni regionali (alcune) e un referendum su cui votare.
Non possiamo stare da mani a sera ad interrogarci su chi ci deve governare: la economia ha bisogno di continuare a crescere, i giovani ad avere opportunità di lavoro, le famiglie a non pagare troppe tasse.

Le due parti di italiani che si sono divisi a metà penso vogliano vivere nel migliore dei modi possibili, senza officine di programma e summit in ville da eldorado. Un governo che si occupi di noi tutti e non delle loro particule (non le ostie, s’intende) e che sia credibile all’estero ed accettato in Italia. Qualcosa di normale: come un buon marito o moglie che tale è non perché fa cose straordinarie una volta l’anno ma perché lavora tutti i giorni e fa una carezza al proprio compagno di viaggio terreno, anche se non è Marlon Brando o Sophia Loren.

Un paese che non si debba sentire ne ”delinquente politico” ne “coglione”.
E che magari abbia come in tanti Stati la possibilità di conoscere non dopo giorni i risultati di una competizione elettorale che ha avuto un solo lato buono: non è accaduto nulla di criminoso o violento ed i 9 dell’OCSE venuti per controllare vanno via felici e contenti perché hanno mangiato bene per qualche tempo e possono chiudere il loro rapporto scrivendo (sono uomini colti, sapete) in latino “ex nihilo nihil fit (dal nulla non può nascere nulla). Neanche chi governa. Una frana.

Pino Grimaldi
grimliondr@libero.it

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