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Giunta Comunale di Castrogiovanni: 20 ottobre 1864 istituzione scuole elementari

“L’istruzione pubblica è la base e l’avvenire di ogni società. Sventura a quei popoli che la trasandano come a materia atta solamente ad infiammare la gioventù quando all’opposto, nell’istruzione della mente e nell’educazione del cuore, è il progresso non solo morale, ma ben’anco economico, industrioso e civile di ogni popolo”. Così inizia il manifesto col quale la Giunta Comunale di Castrogiovanni annunciò ai cittadini l’istituzione delle scuole elementari “stante non aversi pria ciò potuto praticare perché non erano ancora terminati i positivi miglioramenti che sonosi eseguiti nelle stanze addette a sì nobile scopo”.
Il manifesto porta la data del 20 ottobre 1864 ed è a firma dell’assessore Sebastiano Ayala che in quell’occasione sostituì nelle funzioni il sindaco Eduardo Grimaldi. E’ controfirmato dagli assessori Francesco Paolo Bruno, Giovanni Roxas e Michele Anzalone. L’inizio delle lezioni fu fissato per il giorno 27 ottobre 1864. La decisione degli amministratori di quasi un secolo e mezzo fa precorse i tempi. Infatti, solo quindici anni dopo, nel 1879, il governo sabaudo varò la legge sull’istruzione elementare gratuita e obbligatoria in tutto il Regno, la cosiddetta legge Coppino, che consentì di affrontare la piaga dell’analfabetismo che in quel tempo raggiungeva, specie nell’ennese, la punta del 90%. Prima dell’avvento delle scuole pubbliche, l’istruzione in città era affidata ai Chiostri e a un Collegio di Studi dotato di cattedre delle umane lettere, grammatica superiore, eloquenza, filosofia, geometria e algebra. Peccato che l’accesso ai Chiostri fosse riservato a pochi “eletti”: a giovani rampolli dell’alta borghesia o provenienti da famiglie blasonate. E’ probabile che le prime classi delle elementari, volute dal Comune all’indomani dell’unità d’Italia, siano state ospitate in locali facenti parte del Monastero delle Clarisse o di Santa Chiara, ancor prima dell’acquisizione ad uso pubblico dei beni ecclesiastici, le cui leggi furono emanate qualche anno dopo, nel 1866 e nel 1867.
In quella zona della città, infatti, come si riscontra in una carta topografica del 1850, l’attuale Piazza Napoleone Colajanni è indicata quale Piazza degli Studi o di Santa Chiara. Qui, infatti, s’insediarono le scuole pubbliche del Ginnasio (1891), del Liceo (1928), del Tecnico Commerciale (1932), del Tecnico per Geometri (1951), del Magistrale (1956), dello Scientifico (1957). A ragione il quadrilatero tra la piazza Duomo, la via Bagni, l’ex convento dei Benedettini e il palazzo Pollicarini, comprendente i fabbricati monastici degli ex Gesuiti e delle Clarisse di Santa Chiara, fu chiamato “Cittadella degli studi”. Quanto auspicato dalla Giunta presieduta dal sindaco Eduardo Grimaldi, che in quel manifesto del 1864 invocava “progetti di ginnasio e scuole tecniche”, si realizzò in un lungo periodo di tempo, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà dl Novecento.

Salvatore Presti

(nella foto, la secentesca chiesa di Santa Chiara con a fianco il primo immobile destinato a scuole elementari)

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