Piazza Armerina. Chi ha viaggiato nel Nord Europa ha potuto constatare la grande capacità che hanno da quelle parti di vendere come vere attrazioni turistiche, da raggiungere spesso dopo un lungo viaggio, reperti archeologici e monumenti in cui poco ha l’occhio da godere se non il piacere stesso della conquista faticosa; una ammirevole abilità nel valorizzare il poco a fronte della nostra incapacità di dar valore al molto, o addirittura al troppo, che abbiamo. Finalmente ho visitato, per la prima volta dall’inizio dei restauri, la magnifica Villa Romana di Piazza Armerina e non ho potuto fare a meno di constatare che, con il solito atteggiamento masochistico che ci contraddistingue, continuiamo a fare disinformazione scoraggiando i visitatori col dire che si possono visitare solo un paio di stanze. Chi ha avuto la fortuna di vedere la villa del Tellaro, nei pressi di Noto, si è dovuto accontentare di vedere un breve corridoio che ricorda quello della caccia e un paio di stanze, tutte comunque decorate con splendidi mosaici, lo stesso vale per la Villa di Patti che aspetta ancora l’esplorazione del grosso della sua area.
A Piazza Armerina, con i lavori ancora in corso, è possibile vedere la parte più significativa del complesso musivo, certo la più conosciuta: si accede da sud-est, dal cortile elittico, su cui si affacciano le sale degli amorini pescatori; da qui si entra nel triclinio (la sala triabsidata con i magnifici mosaici che rappresentano le fatiche di Eracle e la sua apoteosi, la Gigantomachia, il mito di Licurgo e Ambrosia e altre metamorfosi), e poi nel famosissimo Corridoio della grande caccia di cui è visibile la gran parte. (n.d.r.: non possiamo inserire le foto, vedi sotto) Accessibile è anche la sala delle Fanciulle in bikini con le sale adiacenti, in cui sono ben visibili le tracce degli affreschi parietali, e due lati del corridoio del Peristilio il cui pavimento è interamente rivestito di medaglioni con protomi animali racchiusi in cornici vegetali e separati da una magnifica treccia alla maniera africana. Dal Corridoio della Caccia si accede alla monumentale basilica, qui fervono i lavori di restauro ma è l’unico ambiente in cui è possibile avere un’idea della nuova copertura: i soffitti lignei, esternamente rivestiti di lamina di rame, le pareti perimetrali rivestite esternamente da pannelli che sembrano chiuderla del tutto. Le sale degli appartamenti del dominus , adiacenti a questi ambienti, sono già a buon punto con la copertura e lo stesso sembra per le terme. Molto lavoro è stato fatto ma molto ancora c’è da fare e sembrano troppo ottimistiche le previsioni per un’apertura integrale in questo autunno o nella prossima primavera.
Comunque, soprattutto gli stranieri continuano a venire, anche se probabilmente non si sono ancora raggiunti i numeri a cui eravamo abituati; quello che manca è ancora una offerta integrata con Morgantina e il Museo di Aidone, a cui andrebbero aggiunti i relativi centri storici, che potrebbe intercettare i turisti interessati a restare per qualche giorno, invece ancora prevale la formula mordi e fuggi che al massimo riesce a far fermare il turista per il pranzo.
Franca Ciantia
Il presente servizio ha una solo foto a corredo a seguito delle seguente nota da parte del Direttore del Parco Archeologico Villa del Casale:
Il servizio Parco Archeologico della Villa Romana del Casale e delle aree archeologiche di Piazza Armerina e dei Comuni limitrofi informa che a pagina 8 della G.U.R.S. Parte II e III, n.35 del 02/09/2011 è stato pubblicato l’avviso con il quale il Direttore invita tutti coloro i quali abbiano in uso riproduzioni delle immagini della Villa Romana del Casale a regolarizzare la propria posizione entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del presente comunicato sulla GURS ai sensi e per gli effetti di cui all’avviso pubblicato all’albo dell’Ufficio con nota protocollo n.2378 del 3 agosto 2011.
L’avviso è stato anche pubblicato presso l’Albo del Comune di Piazza Armerina dal 04/08/2011 al 31/08/2011 e a mezzo il Servizio affissioni e pubblicità comunale il 09/08/2011.
Il Direttore del Parco – Guido Meli