Travolti dalla vergogna delle scelte compiute il sindaco e i suoi collaboratori si rifugiano, senza arrossire, nella calunnia. Ma saranno perseguitati dalla verità.
Quando è preso dalla vergogna per le scelte scellerate della sua amministrazione, Carmelo Nigrelli con rara spregiudicatezza, si scherma dietro orribili menzogne, scaricando sulla precedente amministrazione la responsabilità di scelte che sono solo sue. Lo ha fatto più volte, talvolta personalmente, spesso per voce dei suoi assessori, fidando che le smaccate bugie non arrivassero alle nostre orecchie e che invece il venticello caldo della calunnia trasferisse il biasimo generale per le odierne nefandezze, ad altri incolpevoli protagonisti del passato.
Lo ha fatto, Carmelo Nigrelli, senza arrossire di vergogna come avrebbe dovuto, sulla questione della vendita dell’ex Stazione ferroviaria, quando il neo proprietario Silvio Piazza, ha pensato di affermare il suo possesso sulla mezza piazza, a lui trasferita dal comune, insieme al deposito merci e a tutto lo spiazzale retrostante. Ai cittadini inferociti dal vedersi privati di uno spazio da sempre pubblico, Nigrelli ha risposto che la vendita era stata avviata dalla precedente amministrazione.
Vergogna, sindachetto bugiardetto, vergogna! Le bugie non si dicono!
La stazione ferroviaria la hai venduta tu. Noi litigammo con Silvio Piazza perché non avevamo alcuna intenzione di venderla, anzi, disponemmo il recupero del tetto perché volevamo fare una dignitosa sala d’attesa per gli studenti pendolari che affollano un locale angusto e inadeguato. Il tuo collega, l’ingegnere capo, conosceva perfettamente la nostra intenzione e fu costretto a realizzarla, obtorto collo.
Noi concedemmo in affitto a Silvio Piazza un sottoscala per aprire una agenzia di autonoleggio. Lui posteggiò alcune macchine nel retro della stazione ma senza alcun titolo. Il bando per la vendita della stazione lo hai portato tu in Consiglio comunale, la vendita senza gara al signor Piazza, la hai voluta tu, caro Nigrelli.
E non è la sola vergogna che hai commesso in questi anni.
(n.d.r.: vedi nota n.1)
Il tuo assessore Calogero Cimino, va raccontando di cambiali che avreste dovuto pagarci per il sostegno elettorale al ballottaggio. Tra queste, secondo il tuo pessimo collaboratore, vi avremmo imposto il contratto per i parcheggi a pagamento con quella società che li gestiscono attualmente. Niente di più falso. Cimino sarà chiamato pubblicamente a rendere conto delle sue gravi e false affermazioni. Nel 2005, l’ing. Baldoni, capo della società in questione, aveva tentato una evidente combine con un esponente della Polizia municipale. Fu imposta al Comandante la revoca degli atti, annullando la gara; sfidammo la Sis a denunciarci e Baldoni preferì levare le tende e abbandonare il campo. I fatti parlano chiaro!
(n.d.r.: vedi nota n.2)
Baldoni è ritornato a Piazza Armerina solo dopo la vostra elezione e voi, cari Nigrelli e Cimino, gli avete cucito addosso un abitino su misura, con la complicità di quell’altra perla rara dell’ex Comandante Viola; avete attribuito a quella società i parcheggi a pagamento per nove anni. Ringraziate il cielo che la magistratura sia tanto impegnata a fare altro. Se fossero accaduti gli stessi fatti in altri tempi, vi avrebbero acciuffati senza esitare.
(n.d.r.: vedi nota n.3)
Una conferma della verità di quanto affermato? Basta analizzare i nomi di chi è stato reclutato tra gli ausiliari della Sis. A ciascun nome e cognome corrisponde un padrino e, in certi casi, una madrina. Altro che cambiali! Le cambiali le avete messe voi all’incasso, ma il prezzo lo state facendo pagare caro ai piazzesi.
Preparatevi pure, alzate le barricate, arroccatevi nel fortino; non avrete scampo, verremo a prendervi fin là. Giugno 2013 non è lontano!
Maurizio Prestifilippo
Da: orizzontierei.it
per correttezza di informazione si portano a conoscenza dei lettori due interessanti link:
http://www.soveratoweb.com/modules.php?name=News&file=article&sid=8634
Soverato: Parcheggi Sis, il Comune si autotutela
… La bufera che in questi giorni ha investito su scala nazionale i vertici della società Sis srl (segnaletica industriale stradale) con sede legale a Mantignana di Corciano (Perugia) (che nell’ambito dell’Ati Sis/ Telepark gestisce le strisce blu in città) e che è implicata in un giro di appalti truccati in 30 comuni d’Italia e in sette regioni e su cui indaga il nucleo di polizia tributaria delle guardia di Finanza di Perugia, potrebbe avere esiti anche in città. Infatti, a firmare il contratto d’appalto per l’affidamento del servizio di parcheggio a pagamento da parte del Comune è stato proprio l’amministratore delegato della società perugina, Adello Baldoni, ultrasettantenne che ora è agli arresti domiciliari. Così come in manette sono finite altre 4 persone della stessa società con l’accusa di aver manipolato il regolare andamento delle gare d’appalto per la gestione dei parcheggi a pagamento. Intanto l’inchiesta delle Fiamme gialle si sta allargando in tutta Italia e sono diversi i comuni in cui sono stati sequestrati gli atti, i parcometri e si sta indagando sulle posizioni di diversi amministratori pubblici. Una vera e propria spada di Damocle che potrebbe pendere anche sulla testa degli amministratori locali. …
http://www.umbrialeft.it/node/34821
Strisce blu, il gip concede i domiciliari ai titolari della Sis di Mantignana
… Il gip di Perugia ha concesso gli arresti domiciliari a Giuseppe e Diego Bartocci, padre e figlio e titolari della Sis finiti in carcere nell’ambito dell’inchiesta della guardia di finanza su un presunto giro di appalti irregolari per la gestione di parcheggi comunali in varie regioni d’Italia. Il giudice ha così accolto un’istanza dei difensori dei due, gli avvocati Giovanni Dean e Fabrizio Giovagnoni. Nelle prossime ore il gip dovra’ pronunciarsi sull’istanza di revoca degli arresti domiciliari per Emanuela Fiumefreddo, Adello Baldoni e Aniello Bifulco avanzata dai loro legali. La procura di Perugia contesta a tutti gli indagati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, e la corruzione. …
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15/06/2012
Maxicar chiede la rettifica. Ma cosa c’è da rettificare?
Silvio Piazza ha lasciato a suo fratello Aldo il compito di chiedere una rettifica all’articolo “Chi salverà Nigrelli da se stesso?”. Su alcuni punti i fratelli Piazza potrebbero avere ragione: il proprietario di gran parte dell’ex Stazione ferroviaria non è Silvio, persona fisica, ma la società Maxicar società in nome collettivo, il che ai fini dell’opinione pubblica è praticamente lo stesso. Comunque ne prendiamo atto e raccomandiamo ai nostri lettori di non confondersi: non è Silvio, ma Silvio più Aldo, più forse altri soci (della famiglia).
Contesta poi l’affermazione che con atteggiamento di novità, la Maxicar abbia «pensato di affermare il suo possesso» dell’area antistante l’ex deposito-officina della Stazione, in quanto tale possesso è «già libero, pacifico e non molesto». E chi lo contesta! Glielo hanno venduto ed è suo.
La novità consiste nel fatto che visto dall’ottica dei cittadini, uno spazio di piazza finora sempre lasciato nella disponibilità pubblica è stato delimitato con la scritta “proprietà privata” e questo a molti cittadini, inconsapevoli della volontà amministrativa del Comune, ha dato un po’ di fastidio. Non capisco in cosa consista la precisazione. Tuttavia!
Il terzo punto della lettera è falso: dice Aldo Piazza che il deposito ex officina della Stazione sarebbe stato venduto con gara pubblica, così come gli appartamenti al primo piano dell’edificio, che Maxicar snc aveva acquistato dalle Ferrovie dello Stato durante l’espletamento di una “vera” gara pubblica.
Allora distinguiamo e ricordiamo la verità!
Il primo piano (ex alloggio della Stazione ferroviaria) non aveva funzione strategica per il Comune. Proposto lo stanziamento per partecipare all’asta pubblica, il Consiglio comunale ritenne di emendare il bilancio dimezzando lo stanziamento della somma necessaria. Era implicita la volontà del Consiglio comunale di non far partecipare il Comune alla procedura per l’acquisizione. Non va sottaciuto che la maggioranza consiliare che operò quella scelta nel 2007 era della stessa parte politica che oggi sostiene il sindaco Nigrelli. Maxicar partecipò e si aggiudicò l’immobile.
Per l’altra acquisizione, quella della biglietteria, del sottoscala e dell’officina, edificio invece strategico per gli usi pubblici e per il Comune, i fratelli Piazza dovettero attendere l’insediamento del benevolo sindaco Nigrelli, il quale si fece approvare dalla sua maggioranza, il piano di dismissioni, in cui inserì le biglietterie, il sottoscala, l’Officina e la corte circostante, per procedere alla vendita con bando pubblico.
Ma Maxicar chiese, con propria nota, di poter esercitare il diritto di prelazione sull’unico blocco dell’ex biglietteria e del deposito-officina.
E così è andata. Non proprio gara pubblica ma trattativa privata, diretta, anzi direttissima, al prezzo a base d’asta, o forse molto meno. Ma questo a noi non interessa! Anche se fosse stato regalato non invidiamo Silvio Piazza che probabilmente non ha fatto nemmeno un buon affare. Quel che è certo è che ha investito un bel po’ di soldini che tiene fermi da anni mentre è costretto a viaggiare tra gli studi di avvocati.
Naturalmente, com’è d’uopo, Maxicar nella lettera-diffida, chiede tante cose, fra cui di rimuovere l’articolo che diffamerebbe la società. Io non lo farò perché l’articolo non diffama la società Maxicar che ha ottenuto dall’amministrazione comunale guidata da Nigrelli la possibilità di acquistare legittimamente un edificio strategico per le esigenze della collettività, ad un buon prezzo. Ma dove sta la diffamazione?
O Silvio Piazza vorrebbe che delle cose sue e della sua società non si parli in giro?
Lui è presidente degli artigiani di Cna, è un uomo pubblico e dovrebbe essere abituato all’esercizio del diritto di informazione. Tappare la bocca agli organi di stampa non è mai lecito. Anche se si dispone di qualche buon avvocato. Ma quelli li abbiamo anche noi.
Maurizio Prestifilippo
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Riceviamo e pubblichiamo da:
Silvio Piazza Maxicar snc
Con ordine alla formulazione ha da lamentare e da far emendare:
1) Il proprietario dell’immobile ubicato nell’area dell’ex stazione ferroviaria di Piazza Armerina, è la Ditta “Maxicar snc”, che con la presente rappresento;
2) Il proprietario “non ha pensato di affermare il suo possesso”, in quanto lo stesso è già libero pacifico e non molesto;
3) Il bene immobile de quo, definito come “deposito merci” è stato acquistato dalla Ditta sopra specificata a seguito di Asta pubblica indetta dal comune di Piazza Armerina, mentre quello definito “spiazzale retrostante” nonché la “mezza piazza” ed il primo piano dell’immobile stesso, è stato acquistato a seguito di Asta pubblica indetta dalla Fer. Serv. S.p.A. ed aggiudicato alla Ditta “Maxicar snc” già nel 2007.
In conclusione viene fatto presente che a seguito di aggiudicazione dell’Asta pubblica, il Comune di Piazza Armerina, essendone data facoltà, avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto.
La redazione stigmatizza la battuta finale della precisazione: “Ringrazio personalmente, ma anche nella qualità di rappresentante legale per aver parlato della Maxicar, in questi, e di questi tempi la pubblicità è sempre bene accetta…“.
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25/07/2012: Chi salverà… adesso, la verità?
Ci ha colti di sorpresa la notizia la notizia della querela a Maurizio Prestifilippo per il suo editoriale dal titolo “Chi salverà Nigrelli da sé stesso”. Analoga misura pare sia stata destinata anche a Giuseppe Primavera, direttore dell’Agenzia di informazione ViviEnna/ViviSicilia. Siamo rimasti meravigliati perché non ci saremmo aspettati una reazione tanto veemente su un editoriale che in fondo non è tanto più aggressivo, nelle sue linee argomentative, rispetto ad altri che l’hanno preceduto in questi anni, pubblicati sullo stesso sito e redatti dalla stessa mano.
Naturalmente non vogliamo prendere posizione sulla veridicità o meno dei fatti che hanno suscitato l’indignazione del primo cittadino, alcuni dei quali risalgono alla campagna elettorale del 2008, sicuramente la più velenosa e falsata di sempre. Visto che oramai la vicenda è finita nelle aule di giustizia, saranno i magistrati a decidere se le parole di Prestifilippo siano idonee a concretare quella lesione “dell’onore e del decoro” del querelante che è la base per l’affermazione di una responsabilità penale.
Piuttosto, siamo preoccupati per le conseguenze della reazione nigrelliana, che riteniamo sbagliata nei modi e nelle finalità.
A nostro avviso, infatti, lo strumento della querela può essere accettabile solo quando la critica politica scade nell’offesa personale gratuita, scevra da ogni riferimento all’attività politica ed istituzionale di colui che ne è stato destinatario. Ma – sottolineiamo senza volere entrare nel merito delle accuse su cui si controverte – a noi sembra che quelle di Prestifilippo fossero delle critiche magari molto dure, ma pur sempre limitate sul piano della razionalità o meno delle scelte compiute dall’Amministrazione comunale in questi quattro anni. Non ci pare si sia andati oltre.
Ma la proposizione della querela rischia di mettere anche un macigno sopra ad un’altra esigenza, che pure come cittadini sentiamo particolarmente forte dopo la pubblicazione dell’editoriale di Prestifilippo. Riteniamo invero che, quasi sicuramente, la presentazione della querela da parte di Nigrelli finirà per impedire che si faccia pubblica chiarezza in tempi ragionevoli sui fatti descritti nell’editoriale, visto che probabilmente i difensori di entrambi consiglieranno il silenzio fin quando non si sarà conclusa la vicenda processuale.
Non conosceremo, dunque, la versione del Sindaco né quella del suo collaboratore Cimino, anche lui chiamato in causa. E questa sarà un’altra occasione mancata di chiarezza, specie in una città dove l’occultamento dei fatti è stato assai spesso parte di una precisa, quanto insidiosa, strategia di propaganda politica. E proprio su questo ultimo terreno, speriamo che la prossima campagna elettorale, che si preannuncia molto dura, non venga inaugurata da una raffica di querele. Speriamo, in altre parole, di non dovere assistere alla trasformazione di uno strumento di tutela giuridica in un modo, neanche tanto velato, per mettere pressione e chiudere la bocca agli avversari, fidando magari nei tempi non sempre brevi della giustizia. Sarebbe un peccato, e non ci guadagnerebbe nessuno.
A Nigrelli, pertanto, ci sentiamo di dare un consiglio: operi la remissione di querela e spieghi quali sono le sue ragioni. Se sono gli altri ad essere nel torto, potrà dimostrarlo pubblicamente e i cittadini sapranno apprezzare. Continuando su questa strada, invece, sarà sicuramente lui a passare dalla parte del torto, comunque vada a finire.
A Prestifilippo e al direttore Primavera esprimiamo l’augurio che possano chiarire in tempi brevi la propria posizione.
Alessia Di Giorgio
Roberto Sardella
Partito Repubblicano Italiano
n.d.r.:
Nota n.1: leggiamo in un sito piazzese la seguente notizia, pubblicata in data 11/07/2012: “NIGRELLI QUERELA DUE TESTATE GIORNALISTICHE E IL PROPRIETARIO DI UN BLOG PER DIFFAMAZIONE AGGRAVATA” L’articolo scritto dal direttore della testata giornalistica Orizzonti Erei. Rischiano una condanna penale. Comunicato stampa – Il Sindaco Fausto Carmelo Nigrelli comunica che in data 10 luglio 2012, assistito dall’avv. Carmelo Dainotti del Foro di Catania, ha depositato presso la Procura della Repubblica di Enna una querela contro i signori: Maurizio Prestifilippo, Giuseppe Primavera, Tatiana Primavera e Benito Rausa per il reato di diffamazione aggravata di cui al III comma dell’art. 595 c.p. in relazione alla pubblicazione sulla testata giornalistica on line “Orizzonti Erei” , in data 11 giugno 2012,h di un articolo a firma del direttore responsabile dai contenuti falsi e diffamatori nei confronti del sindaco. Il medesimo articolo è stato pubblicato anche sulla testata “Vivienna” e sul blog “Giovani piazzesi”.
Nota n.2: L’Assessore Cimino (anche lui come il Sindaco Nigrelli, nella qualità) ha presentato denuncia presso la polizia di Stato di Piazza Armerina.
Nota n.3: L’ex Comandante dei Vigili Urbani, Viola (come cittadino) ha presentato denuncia presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania (quest’ultimo per quanto riguarda la nostra Tetasta giornalistica ha denunciata solamente l’Editore (alla presenza di un funzionario della Guardia di Finanza Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Catania, durante un’audizione delle parti – voluta dal Sostituto Procuratore della Repubblica per una conciliazione – ha già fatto richiesta di risarcimento danno monetizzato per ritirare la denuncia/querela, il nostro Editore (in data 20 dicembre 2012) ha rifiutato, dichiarandosi solo ed esclusivamente disponibile a chiedere al Direttore responsabile una eventuale pubblicazione di “richiesta rettifica e/o precisazione”).