Clara Minerva quasi certamente sarà ricordata come l’ultimo Prefetto della Provincia di Enna. Tutte le regioni d’Italia, entro dicembre 2012, devono dare esecutività al decreto legge n° 95 del 6 luglio scorso con il quale è stato deciso l’accorpamento di un considerevole numero di province, che saranno ridotte di circa il 50%. I criteri da osservare sono due: la dimensione territoriale e la popolazione, non meno di 350.000 abitanti. Le regioni a statuto speciale devono, entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto, adeguare i propri ordinamenti ai principi statali, “che costituiscono principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica nonché principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica”. In Sicilia dovrebbero essere tre le province d’accorpare: Caltanissetta, Enna e Ragusa. Il capoluogo ibleo e quello ennese (creati da Mussolini nel 1926 insieme a Bolzano, Brindisi, Frosinone, Gorizia, Nuoro, Matera, Pescara, Pistoia, Savona Terni, Varese, Vercelli e Viterbo) con la provincia nissena, istituita dai Borboni nel 1818, saranno sacrificati sull’altare della cosiddetta “Spening review”. In città si respira una rabbiosa rassegnazione, ma c’è anche preoccupazione per il futuro socio-economico del nostro territorio, già in affanno per la persistente crisi in tutti i settori, specie in quello occupazionale. “La nostra provincia è troppo piccola perché sopravviva” dice la gente nei circoli, nei bar, nei luoghi di lavoro. Nessun commento da parte dei nostri politici. Solo il presidente del Consiglio provinciale, Massimo Greco, ha espresso la sua opinione: “Impossibile l’applicazione nell’ordinamento siciliano dei principi voluti dal decreto legge emanato dal Governo in quanto in contrasto con l’articolo 15 del nostro statuto”. Oltre agli accorpamenti delle provincie (ne saranno cancellate trentotto) il decreto prevede l’istituzione di 10 aree metropolitane, da Milano a Reggio Calabria. Nessun cenno, tra le righe del D.L., a quelle siciliane di Palermo, Catania e Messina. Qualche vegliardo ennese ultra novantenne ricorda l’evento del 6 dicembre 1926 quando Enna fu elevata a capoluogo di provincia con festeggiamenti iniziati sin dall’insediamento del primo Prefetto, Giuseppe Rogges, che salutò il ‘popolo festante’ dal balcone del Palazzo Municipale la stessa sera del suo arrivo in città, il 13 dicembre di quell’anno. Dall’istituzione della provincia, trentanove sono stati i Prefetti che si sono succeduti a Palazzo del Governo, compreso l’attuale che, salvo modifiche al decreto legge emanato, dovrà lasciare l’Ufficio governativo territoriale da qui a qualche mese senza la nomina di un successore.
Salvatore Presti