CRONACHE ELETTORALI. Liste per le regionali a Enna
Le liste e le candidature per le regionali in provincia di Enna sono di quelle che ti fanno tornare giovane e forte a dispetto degli anni. Capisci infatti che non sei tu a soffrire di demenza senile anche se un tantino (ma solo un poco) precoce.
Non voglio accusare nessuno di essere “stolito” (nel vocabolario siciliano sta per “strambo, fuori di testa a causa dell’arteriosclerosi”), anche se a pensarci bene è meno grave essere “stoliti” anziché stupidi perché almeno sei giustificato dall’età e dalla circolazione sanguigna.
Tanto per cominciare la lista del PD. Vi ho parlato tante volte della vicenda Galvagno-Termine ma non credevo che sarebbe finita così e in fondo in fondo non ci credo nemmeno adesso. Come è possibile che i due deputati uscenti non vengano ricandidati né nella lista ufficiale né in quella del presidente? Che senso ha? Hanno forse demeritato come deputati? Io credo di no e certamente sono stati più presenti in provincia e per la provincia di Enna degli altri due onorevoli che sono stati ricandidati nelle rispettive liste (almeno a rileggere le cronache parlamentari e non di questi anni). Evidentemente si tratta di un’opinione personale che non vuole offendere nessuno anche perché a nessuno interessa niente di quanto pensa l’opinione pubblica (in questo caso io).
Alla fine penso che la situazione si calmerà solo con un ritorno a Palermo di Crisafulli, magari come assessore di Crocetta, come si mormora soltanto ad Enna.
Capitolo Due. Il Comune. La vicenda, o meglio la guerra va avanti da oltre due anni e anche quella al Comune di Enna, attorno alla giunta Garofalo aveva – secondo me – come obiettivo il seggio all’Assemblea Regionale. Perderemo i voti di Elio? Non è un problema come ho cercato di spigarvi qualche mese fa (Q/ ADDAVENI’ BAFFONE), perché il PD a Enna ha sempre avuto tanti voti da far scattare anche il secondo deputato con i resti, perciò è meglio perdere voti che fare eleggere l’uomo di Centuripe.
Qualche altra cosa però non torna. Sull’altare del trionfo, quello con la corona d’alloro con la A minuscola o maiuscola non fa differenza, è stata sacrificata pure la figura dell’ex assessore comunale Notararigo, che si è dimesso dalla carica ed ora è rimasto a piedi.
Qualcuno mi ha chiesto dopo l’ultimo articolo (Q/ I siciliani alla prima crociata) perché ce l’avessi tanto con Argento e Notararigo. Evidentemente non sempre riesco a spiegarmi bene. Non ce l’avevo con nessuno e in particolare con i due che non conosco nemmeno di vista. Semplicemente non capivo perché si stessero esponendo così tanto. Certo, le correnti all’interno del PD hanno il loro significato e il loro peso e devono farlo sentire.
Ma a Enna è tutto diverso.
Se allora non capivo capisco ancora di meno adesso.
Se Notararigo era uno dei pochi assessori non tecnici di Garofalo vuol dire che l’area Letta faceva parte della maggioranza del partito. Convinzione avvalorata dal fatto che Garofalo è amico di Crisafulli e ha scelto gli assessori come minimo con il suo consenso.
Fino a prova contraria.
Perché allora lo schierarsi subito dalla parte di Crocetta che aveva appena scelto Salvatore Termine come referente della sua lista a Enna?
E perché gli hanno permesso di dimettersi? Le sue dimissioni “a vuoto” la dicono lunga sul futuro di quest’altra corrente dentro il PD ennese e forse dell’intera impalpabile giunta. Fatti loro, ma se intendevano mantenere e stabilizzare la leadership PD nel capoluogo mi pare che le cose vanno nella direzione sbagliata.
La componente socialista (Nasonte, Schillaci, etc.) protesta perché voleva anche lei un candidato in lista e non fanno il nome di Termine. Possibile, anche qui qualche cosa mi sfugge. A leggere il proclama (scusate, il comunicato) della direzione provinciale sono rappresentate tutte le anime del PD: ex socialisti (Alloro), ex democristiani-Margherita (Bonanno), sinistra diffusa (Rabita). Ma gli ex compagni, l’anima del partito (quella ex PCI, ex PdS) dove sono?
Capitolo Tre. La Provincia regionale. Monaco, che pensavo del FLI dichiara invece di volere appoggiare il suo amico Musumeci che significa La Destra ma soprattutto oggi è diventato candidato PdL. L’On.le Leanza ha chiesto due posti in giunta, in caso contrario non lo farà salire sul palco del candidato presiedente. Monaco a sua volta non vuole darglieli perché i suoi “tecnici” sono proprio bravi. Nessuno se n’era accorto fino ad ora ma lui evidentemente ne è convinto. Roba da partita di calcio tra bambini: meglio lasciare perdere questi qui al loro destino, tanto la provincia scomparirà. Si parla insistentemente anche qui di una lista del presidente fatta di ex AN (i soliti noti) ma non si sa se si farà e allora Musumeci deve contare sui (pochi) voti del PdL.
Capitolo Quattro. Le altre liste.
Il partito di Lombardo, già MpA, oggi PdS (non è una bella sigla per il Partito dei Siciliani) ha deciso i due uomini (per la donna si vedrà). Lo ha fatto nella maniera più logica scegliendo l’uscente e uno degli ultimi uomini politici veri e propri di questa provincia, l’uomo più vicino a don Raffaele, Pino Abbate. Niente da dire come strategia, almeno per chi pretendeva di rimanere solo al comando perché è meglio non avere confronti in casa, vista la fama di “vacante” (“vuoto” in dialetto) che si è fatto da assessore e poi da deputato; né per chi pretendeva quel posto, che sono tutti gli altri. C’è adesso chi si sospende dal partito (ma da quale, quello nuovo o quello vecchio?) e chi si offre al miglior offerente visto che lui i voti ce li ha (anche se ha perso le comunali). Fatti loro.
Grande Sud continua nella campagna inaugurata già da tanti anni dall’On.le Grimaldi. Quella di scegliere uomini (e donne) altrui; cresciuti in altri partiti, in altre aree e magari avversari fino alla volta precedente, scartando i suoi fedelissimi (se ce ne sono ancora). “Usa e getta” è il messaggio che Grimaldi ha sempre dato ai suoi, a cui sussurra di non preoccuparsi perché questi sono nomi da bruciare ed è meglio che non siate voi. Sarà ma in molti hanno finito per scocciarsi…
Ecco perché ad esempio l’UDC recluta gli scontenti di Grimaldi. In un primo momento sembrava anzi che la lista uscisse tutta dalla ex Forza Italia (tanto per capirci): Mancuso, Prestifilippo, Buscemi. Poi l’ex sindaco di Piazza, l’ex PC, etc. ha dato ragionevolmente forfait. Per quanto riguarda la dott.ssa Buscemi mi direte che non c’entra con Grimaldi e a rigore è vero. È il personaggio nuovo in assoluto, finalmente una faccia spendibile, un tecnico capace, etc. etc. Ma pur sempre “moglie” d’arte, se esistesse questa espressione, e il capace maritino ne ha fatto tanta di strada nell’arco costituzionale cominciando proprio da Forza Italia, come lei ne ha fatta avanti e indietro tra le amministrazioni comunale e provinciale, segno di indubbie capacità e di desiderio di progredire. Abbiamo bisogno di queste qualità e comunque meglio di niente quanto a novità. In bocca al lupo.
Del Popolo delle Libertà c’è poco da dire, la squadra è costruita attorno al capitano, a quello che un tempo fu scelto come male minore e oggi è diventato leader senza volerlo. Alla fine i voti potrebbero non bastare per una riconferma. Chi se ne accorgerà?
Ci mancheranno i grillini e la sinistra. Due risorse da cui poteva venire qualche novità. Il Movimento 5 Stelle però non sembra all’altezza di altri contesti nazionali e non può che essere un bene. La Sinistra ha scelto un galantuomo male utilizzato in passato dal sistema ma per gli altri nomi non ha avuto coraggio, secondo me, e non può che essere un male.
Avrò certamente dimenticato qualcuno ma manca ancora un mese e mezzo.
Alla fine in provincia avremo tre onorevoli e difficilmente cambierà qualcosa rispetto al passato. Pazienza, tanto per la prossima tornata, tra cinque anni, non esisteremo più.
Q – G.L. Borghese
news (leggermente) collegate:
ADDAVENI’ BAFFONE “Mirello, Elio, Salvatore e le grane nel PD”
Q – I siciliani alla prima crociata. Da Lombardo a Crocetta da Crisafulli a Galvagno
PS – A chi credeva che era tutta un’invenzione consiglio di dare uno sguardo al titolo del libro di Giuseppe Barcellona, “Q L’enigma del Messia”, Edizioni La Zisa.
Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.