I dati evidenziano disparità a livello locale: l’incidenza è maggiore al Nord, la mortalità è maggiore al Sud. Un progetto, coordinato dall’Istituto di neuroscienze del Cnr, intende identificare i fattori per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti
Si è tenuta presso la sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche (p.le A. Moro 7, Roma) la prima riunione del Comitato di direzione del progetto PROS-IT coordinato dalla Sezione invecchiamento dell’Istituto di neuroscienze (In-Cnr), che avrà l’obiettivo di monitorare la situazione del tumore della prostata nel nostro Paese.
Questa neoplasia è la seconda più frequentemente diagnosticata nella popolazione maschile mondiale. In Italia è stata stimata un’incidenza di circa 36.000 nuovi casi nel 2012, con differenze a livello locale: mentre al Nord l’incidenza è pari a 110,4 casi ogni 100.000 abitanti, al Centro è di 82,6 e al Sud di 59.
“La sopravvivenza a cinque anni dopo la diagnosi è già elevata, grazie presumibilmente alla diagnosi precoce di questa malattia legata alla larga diffusione del test del Psa, e al miglioramento delle tecniche di trattamento” dice Gaetano Crepaldi, responsabile scientifico della Sezione invecchiamento di In-Cnr di Padova. “Dati recenti provenienti dai Registri tumori italiani evidenziano che la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è passata dal 66% nel periodo 1990-94, all’80% nel 1995-99 e all’88% nel 2000-04. I dati più recenti dimostrano però alcune differenze geografiche nella sopravvivenza: 91% nelle regioni del Nord-ovest, 89% nel Nord-est, 85% nel Centro e 78% nel Sud. Specularmente, il tasso di mortalità è pari a 16,7 ogni 100.000 persone al Nord, al 17 nel Centro e al 18,3 nel Sud (fonte Airtum 2012)”.
Emerge quindi l’importanza di monitorare in chiave epidemiologica questa malattia, per comprendere meglio la variabilità dell’incidenza, gli effetti delle terapie e delle complicanze. “PROS-IT avrà come obiettivo la raccolta sistematica, presso i centri partecipanti, delle informazioni su tutti i maschi di maggiore età con diagnosi bioptica di tumore della prostata”, prosegue Crepaldi. “Verranno valutati caratteristiche cliniche e demografiche, protocolli di cura e risultati, per identificare i fattori su cui intervenire per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti”.
Il progetto, con il contributo incondizionato di Takeda Italia e della durata di 48 mesi, sarà curato da un comitato costituito da urologi, oncologi, radioterapisti, anatomo-patologi, epidemiologi, rappresentanti dei Registri tumori.