L’estate 2013 ha avuto autori e titoli diversi e taluni imprevedibili. Romanzi, saggi, fumetti, biografie e racconti di viaggio. Mi piace ricordare fra i libri più letti il vincitore del Premio Strega Walter Siti, con “Resistere non serve a niente” e Valerio Magrelli, con “Geologia di un padre”. Il primo ha confezionato un perfetto ritratto di delinquente contemporaneo: un arrivista spregiudicato e ingordo che attenta ai nostri averi senza pietà. E’ il barbaro dei giorni nostri, consumatore di ricchezze, accumulatore privato, antisociale e sprezzante eroe moderno. A lui si affianca l’equivalente figura femminile: una zoccola d’oggi. Un’olgettina salita alla ribalta senza veli ne virtù. Questo è il contesto in cui si muovono le due creature di Siti: la pornografia del denaro e del potere. L’incontenibile degenerazione umana. Magrelli invece con una prosa che pare poesia elabora, attraverso la scrittura, il lutto del padre. Giacinto Magrelli architetto e disegnatore, iracondo e affettivamente ingestibile è il protagonista di un libro che mette insieme ricordi, tratti a matita, riflessioni e rimpianti creando un discorso sulla paternità che fa riflettere e commuovere. In questo scritto tutto è così intensamente personale da diventare universale. La copertina del romanzo riproduce un disegno di Magrelli padre: Polifemo che divora i compagni di Ulisse (foto copertina). Magrelli figlio ha forse ingoiato e fatto suo un padre mai veramente compreso? Bellissimo.
Gabriella Grasso