La vitalità degli spermatozi è determinata da alcuni parametri chimico-fisici tra i quali soprattutto la temperatura e il grado di acidità (il pH) dell’ambiente.
Nello sperma, che contiene oltre agli spermatozoi anche il plasma seminale, la temperatura deve essere compresa tra 37 e 37,5 °, ci deve essere una leggera alcalinità (pH tra 7 e 7,5) e la disponibilità di zuccheri. Alterazioni anche piccole di questi fattori compromettono la possibilità di sopravvivenza degli spermatozoi. I testicoli non scesi, cioè ritenuti all’interno del corpo (difetto chiamato criptorchidismo) possono provocare sterilità proprio perché la temperatura interna è troppo alta per la vitalità degli spermatozoi.
E il naufragar m’è dolce… Nella vagina, durante i periodi di non ovulazione, l’ambiente è acido (pH inferiore a 6) e gli spermatozoi dunque vivono poco, anche solo alcuni minuti. Nei giorni vicini all’ovulazione, invece, quando è presente il muco cervicale, che ha il pH giusto, gli spermatozoi sopravvivono alcune ore, da 2 a 16. Dopo aver superato il muco cervicale, essi si diffondono, a ondate, nell’utero, nelle tube e anche nella cavità peritoneale e qui possono sopravvivere anche giorni.
Stiamo freschi. Se sono emessi all’esterno, a temperatura ambiente, per esempio a 15 °, rimangono vitali circa uno o due giorni, ma non tutti e in percentuali sempre più basse col passare del tempo e comunque con grande variabilità secondo la persona e l’età. A 36 ° vivono poche ore. Per conservarli due o tre giorni si possono mettere a 4 ° (la temperatura di un frigorifero), ma per la loro sopravvvivenza è indispensabile aggiungere alcune apposite sostanze criopreservanti. Con la crioconservazione, invece, la provetta è tenuta alla temperatura di -196 °, in azoto liquido, con sostanze preservanti più forti e gli spermatozoi si conservano per anni e anni, a tempo indefinito (è quello che fanno le “banche del seme”).
L’esposizione all’inquinamento da ozono riduce la fertilità dello sperma maschile. Lo ha dimostrato uno studio condotto sui donatori di una banca dello sperma per la fecondazione artificiale di Los Angeles, in California e pubblicato su Environmental Health Perspectives.
L’infertilità delle coppie è sempre più frequente. Finora sotto accusa era l’età sempre più avanzata delle madri. Ma l’inquinamento potrebbe essere un responsabile finora sottovalutato.
Donatori sotto osservazione. Rebecca Sokol dell’University of Southern California ha studiato per 12 mesi la fertilità dello sperma di 48 donatori regolari di età compresa fra 19 e 35 anni, e ha confrontato la qualità della donazione con i dati relativi alla qualità dell’aria nei 72 giorni precedenti, cioè durante il periodo di sviluppo degli spermatozoi. «Abbiamo notato una correlazione inversa tra livelli di ozono e concentrazione dello sperma: i dati suggeriscono che durante la maturazione gli spermatozoi sono sensibili alle sostanze tossiche» dice Sokol.
L’ozono è un gas che si produce al combinarsi di inquinamento da idrocarburi e di raggi solari. I livelli di ozono, caratteristici delle città italiane in estate, tipicamente iniziano ad aumentare il mattino alle 9 e a scendere la sera verso le 18. L’ozono penetra nel circolo come l’ossigeno.