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Palermo, torna sul podio del Teatro Massimo l’israeliano Omer Meir Wellber

Omer Meir Wellber foto LanninoRiprende la Stagione concertistica 2013 del Teatro Massimo con uno dei più attesi direttori dell’anno, l’israeliano Omer Meir Wellber, già apprezzato a Palermo nella Stagione 2011 e 2012. Ospite al suo fianco un altro straordinario talento dei nostri giorni, il pianista Alexander Melnikov.

Il programma è dedicato a due compositori russi, Sergej Prokof’ev e Petr Il’ič Čajkovskij. Del primo si eseguiranno le giovanili Due liriche per coro femminile e orchestra op. 7 mentre di Čajkovskij due pagine famosissime il Concerto n. 1 in Si bemolle minore op. 23 per pianoforte e orchestra e, nella seconda parte, la Sinfonia n. 6 in Si minore op. 74 “Patetica”. Il coro femminile del Teatro Massimo impegnato nella pagina di Prokof’ev è diretto da Piero Monti.

Memore di melodie popolari e lontana dal modernismo della maturità, l’opus 7 di Prokof’ev fu eseguita per la prima volta nel 1910. I due testi (“Il cigno bianco” e “L’onda”) sono su versi di Konstantin Bal’mont, celebre poeta simbolista russo, intonati da un coro femminile.

Fra le più celebri composizioni di Cajkovskij, il primo concerto per pianoforte op. 23 e la Sinfonia n. 6 op. 74 “Patetica” rappresentano una caratteristica profonda della scrittura del compositore russo: il virtuosismo intriso di malinconia.

Dopo il debutto a Mosca nel 1875, il Concerto n. 1 fu accolto in maniera non entusiastica. La sua fortuna arrivò quindi nel nuovo secolo, grazie a interpreti magistrali, alla diffusione discografica e all’utilizzo cinematografico e pubblicitario di alcuni temi, assurgendo, tra Occidente e Unione Sovietica, a simbolo ora della Guerra Fredda, ora dei ripetuti tentativi di “disgelo”.

L’ultima Sinfonia di Čajkovskij, la n. 6 “Patetica”, è da molti considerata il suo testamento e si caratterizza per la grande scolpitura delle melodie, la costante e struggente malinconia dei toni (per molti versi autobiografica), alcune novità formali fra cui l’ultimo movimento, un “Adagio lamentoso” al posto del consueto finale brillante. In un documento dello stesso Čajkovskij apparso postumo si legge: “il motivo sotterraneo è la vita, con la sua antitesi: il primo movimento è soltanto passione, fiducia, slancio vitale; il secondo movimento raffigura l’amore; il terzo la fine delle illusioni per l’incalzare minaccioso delle forze del male; il quarto è la morte, cioè l’annientamento della Vita”.

Omer Meir Wellber direttore

Nato nel 1981 in Israele, Omer Meir Wellber è considerato uno dei più talentuosi direttori d’orchestra e compositori della sua generazione. Dal 2009 è direttore musicale della Raanana Symphonette Orchestra(fondata nel 1991 per aiutare l’integrazione degli ebrei immigrati in Israele); è nominato Direttore Musicale del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia per il periodo 2011-2014. Dal 2005 Wellber è presente regolarmente alla Israeli Opera di Tel Aviv dove ha diretto, fra le altre, La traviata, La forza del destino, Turandot, Madama Butterfly, La Gioconda, L’elisir d’amore, Il trovatore e Così fan tutte. Nel 2007 ha diretto la Filarmonica di Pechino e nel 2008 un concerto per il 60° anniversario di Israele e poi Aida al Teatro Verdi di Padova venendo scelto dalla rivista «Classic Voice» come giovane promessa internazionale. Dal 2008 al 2010 è stato assistente di Daniel Barenboim alla Staatsoper di Berlino e alla Scala coi cui complessi ha diretto Aida a Tel Aviv e Carmen alla Staatsoper di Berlino. È stato inoltre invitato da Seiji Ozawa a dirigere Salome al Saito Kinen Festival. Ha diretto Aida, Eugene Onegin, L’elisir d’amore e Boris Godunov a Valencia, Tosca e Aida alla Scala, Rigoletto, La traviata e Il trovatore alle Wiener Festwochen, La traviata a Monaco e a Berlino, Carmen e L’elisir d’amore alla Fenice, Macbeth e Aida a Verona. Ha uno stretto legame con la Semperoper di Dresda, dove ha diretto Daphne e dove tornera` per Ariadne auf Naxos, Guntram e la trilogia Mozart/Da Ponte. Nel 2014 debutterà al Glyndebourne Festival. Numerosi anche gli appuntamenti sinfonici con la Filarmonica della Scala, l’Orchestra del Maggio Musicale, la Israel Philharmonic, l’Orchestra della RAI, l’Orchestra di Santa Cecilia, la DSO Berlin, la Gewandhaus di Lipsia. Recente il cd di arie Gioia con il soprano Aleksandra Kurzak (Decca), e il dvd di Eugene Onegin ad Valencia (CMajor). Nel 2013 ha ricevuto la carica di Ambasciatore di “Save a child’s heart”. Al Teatro Massimo ha diretto Tosca (2011) e due concerti sinfonici (2011 e 2012).

Alexander Melnikov pianoforte

Alexander Melnikov è nato a Mosca nel 1973 e ha debuttato a sette anni con l’Orchestra Filarmonica di Stato dell’Unione Sovietica. Diplomatosi al Conservatorio di Mosca, si è perfezionato con Svjatoslav Richter e ha vinto il Concorso “Robert Schumann” di Zwickau e il Concorso “Regina Elisabetta” di Bruxelles. Interessato alle prassi esecutive storiche, ha collaborato con Andreas Staier e Alexei Lubimov e con celebri ensemble come il Concerto Köln e la Akademie für Alte Musik Berlin. Per Harmonia Mundi ha inciso come solista e con la violinista Isabelle Faust: nel 2010 la loro integrale delle Sonate di Beethoven ha vinto il Gramophone Award, l’Echo Klassik e ha ottenuto la nomination per un Grammy. La pluripremiata registrazione dei Preludi e Fughe di Šostakovič è stata inserita dal BBC Music Magazine fra le 50 migliori registrazioni di tutti i tempi. Ospite delle più importanti sale da concerto del mondo, ha collaborato con Mikhail Pletnev, Teodor Currentzis, Charles Dutoit, Paavo Jaärvi e Valery Gergiev; è inoltre “Artist in residence” del Muziekgebouw di Amsterdam per la stagione 2013-14.

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