Qui si decide con interno travaglio, qui si riconoscono le suore “peccatore” e la terza carica dello Stato che fa? Si occupa e si preoccupa di piatti da lavare?! Con quelle maniere da veterofemminista insopportabilmente radical chic! La Boldrini sinistramente insofferente, lei “questo oggetto d’arredo del potere”, lei che appena può scappa a Lampedusa, proprio lei che i piatti li lava per hobby! A parte che la Boldrini ha sicuramente la colf, che ne sa lei di donne orgogliose di accudire il loro uomo, di apparecchiare con cura e ricercatezza e di ramazzare per vocazione! Come si permette la Boldrini di ignorare i doveri di una donna, quelli iscritti nel suo corredo genetico, quelli che la caratterizzano e che ne fanno una sacerdotessa della natura, una mammifera portatrice di salvezza istintivamente votata alla rinuncia, quelli che appartengono semplicemente al puro ordine delle cose: lavorare più degli uomini e guadagnare di meno, difficoltà a vivere una genitorialità condivisa e consapevole, sopportare un sistema sociale strutturato sulla divisione maschile/femminile insomma che ne sa lei di ciò che è INGIUNZIONE ALL’ORDINE COSTITUITO? La Boldrini forse non ha ben capito il ruolo che è stato cucito sul corpo della donna “dalla donna dipende la prima educazione dell’uomo, dalla donna dipende anche ogni sua futura abitudine. Allevare bambini e farne uomini è suo imprescindibile dovere. Fatti grandi poi dovrà curarli, consigliarli, consolarli…. ecco cosa deve fare la donna di ogni tempo” questo scriveva Rousseau nel 1762. Nel 2013 le donne invece agognano gravidanze sicuramente accettate da datori di lavoro emancipati e non certo provvisti di contratti in bianco. Sono nonne vogliose di raccontare fiabe, senza deficit mentali o motori. Sono amanti appassionate senza pretese, sensuali e discrete. Sono le tutrici del castello, curano tutto e tutti e non dicono mai di no: friggono e profumano, spolverano e non si sporcano, sturano lavandini otturati dagli altrui capelli e sorridono. Hanno insomma un ruolo insostituibile… nella pubblicità, per questo sono assai usate…. in pubblicità. Il legame inscindibile fra dinamiche sociali e proiezioni pubblicitarie che ha portato alla sessualizzazione del corpo femminile, oggettificandolo, mercificandolo, imprigionandolo in un ruolo variamente declinato, ma dogmaticamente accettato è moralismo boldriniano. Mostrare famiglie vere fatte di mamme assonnate, padri stanchi, zii spilorci e non di mugnai fustacchioni affascinati dalle galline ovaiole è destabilizzante. Lasciateci la pace catodica, lasciateci le aspettative disattese, lasciateci i femminicidi che accadono per caso e non per un vuoto culturale e sociale, i benaltristi (“ben altro è il problema”) lo sanno. La donna non viene ammazzata perché ha eluso il suo ruolo sociale e biologico, ma per caso, per noia, per apparire in televisione e qualora ci si scordasse dei servizi che è necessario erogare con puntualità e impegno ecco la televisione che educa e ammaestra: donna devi riprodurre e allattare se no le tette che c’è le hai a fare? Donna hai da essere quello che la tua nonna e la nonna di tua nonna furono già: serve mute e sorridenti, calate in un ruolo ontologicamente indiscutibile e l’uomo di ciò fruirà con gioia sua e della comunità tutta… ”è la televisione bellezza”. A qualcuna potrebbe pure pesare o non piacere e per questo deve sentirsi una madre degenere Le famiglie sane e buone sono fatte così e mai cambieranno ed è giusto ed è salutare che i nostri figli, che domani avranno famiglie loro, imparino fin da subito la lezione: Ia normalità è un modello imposto dalla televisione, la realtà non esiste.
Gabriella Grasso