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Immigrazione: Cgil Sicilia chiede legge regionale su accoglienza. Cisl, delusa da Barroso

lampedusa bare ott 2013I fenomeni migratori in atto impongono a tutti “nuove responsabilità e uno sforzo straordinario di solidarietà”. E tutte le iniziative possibili per evitare che accadano ancora altre tragedie del mare. Lo sostiene la Cgil Sicilia che ha tenuto oggi una riunione straordinaria del direttivo per affrontare l’argomento. Per chiedere alle istituzioni a tutti i livelli “ politiche diverse dell’immigrazione, soluzioni giuste e adeguate rispetto a un fenomeno in crescita”. A cominciare dal governo siciliano che, ha detto Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil nell’isola, può fare di più, varando una legge regionale sull’immigrazione che dia risposte in termini di accoglienza e sostegno ai migranti , finanziandola, in via eccezionale, attraverso una rimodulazione dei fondi europei”. La Cgil – che, come ha sottolineato Pagliaro, chiede

l’abolizione della legge Bossi- Fini, la chiusura dei Cie e dei centri informali a gestione prefettizia e la loro trasformazione assieme ai Cara in centri di vera assistenza socio/sanitaria, di orientamento, inclusione e coesione sociale- contesta il fatto che “con il pretesto dell’emergenza- ha detto Pagliaro- nei Cara e nei Cie gli appalti o non ci sono stati o sono stati affidati nel segno del risparmio, con la conseguenza dei servizi inadeguati e inefficienti che conosciamo”. E’ peraltro un tema che il sindacato sta sollevando in vari incontri con i prefetti dell’Isola, avanzando anche la richiesta di aprire propri uffici giuridico- legali dentro i Cara. Quanto all’Europa la Cgil auspica che “gli impegni presi a Lampedusa da Barroso e la nuova consapevolezza che sembra emergere- ha rilevato Pagliaro- si traducano in fatti concreti”. A cominciare “dal rendere

operativa la direttiva sulla protezione immediata e temporanea dei rifugiati e dalla modifica del regolamento Dublino 2, introducendo la richiesta valida per tutto il territorio Ue delle domande di asilo, abolendo l’odiosa pratica del riconoscimento coatto e della limitazione del diritto di spostamenti”. La Cgil chiede inoltre, ha sottolineato il segretario, “interventi per la costruzione di un quadro organico di accoglienza e integrazione a favore dei richiedenti asilo e dei rifugiati”, corridoi umanitari nel Mediterraneo a protezione dei migranti e la “ripresa del cammino tracciato dal trattato di Barcellona per definire una zona di cooperazione e interazione euro- mediterranea” . “Le ultime misure del governo- ha rilevato Pagliaro- sono positive. Ci auguriamo ora che l’Aula confermi l’emendamento approvato nella commissione giustizia del Senato

sull’abolizione del reato di clandestinità e che si vada alla cancellazione di tutta la legge Bossi Fini ”. Pagliaro ha a tal proposito firmato l’appello del giornale La Repubblica. “E’ una legge- ha sostenuto- che ha riempito all’inverosimile i centri, vere e proprie strutture di detenzione dove le condizioni di vita sono al di là di ogni immaginazione”. E sul piano più prettamente sindacale “è una norma –ha osservato il segretario della Cgil siciliana- che mette i lavoratori immigrati delle campagne e dei cantieri edili in una condizione di ricattabilità e soggezione quasi di schiavitù, come abbiamo più volte denunciato, vanificando anche tutte le battaglie del sindacato contro il caporalato”. Soprattutto “è una legge che promuove il razzismo, l’intolleranza, la paura e l’odio che deve essere sostituita – ha detto il sindacalista- da una normativa

di segno completamente opposto improntata alla solidarietà, all’accoglienza, al rispetto dei diritti dell’uomo”. Dalla Cgil un ringraziamento a medici e sanitari che si sono spesi e si spendono in ogni circostanza per salvare vite e alle forze di polizia costrette a lavorare in condizioni di grandi difficoltà.

“L’approvazione da parte della Commissione giustizia del Senato dell’emendamento che chiede l’abolizione del reato di clandestinità è un segnale importante che deve ora essere confermato dal Parlamento. La vera svolta si avrà però con la cancellazione della legge Bossi- Fini e con una nuova legge sull’immigrazione”: lo ha detto Vera Lamonica, segretaria nazionale Cgil, intervenendo al direttivo del sindacato siciliano convocato in via straordinaria, dopo l’ultima tragedia del mare, per discutere di interventi e richieste alle istituzioni in tema di immigrazione. Lamonica ha espresso un giudizio positivo anche per l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri delle misure sul permesso di soggiorno di lunga durata, osservando che “il nostro Paese deve comunque dotarsi di una legge organica sul diritto d’asilo, che ad oggi manca – ha

sottolineato-, un vuoto inammissibile”. Dalla Cgil anche la richiesta di “un piano strutturale di accoglienza con il coinvolgimento di enti locali, parti sociali e associazioni, un piano di solidarietà e apertura- ha sostenuto la segretaria Cgil- improntato al rispetto dei diritti e della dignità umana , che abbia anche l’obiettivo di non lasciare sole le comunità locali che accolgono i migranti”. Lamonica ha aggiunto che la soluzione dei problemi legati all’immigrazione “è una prova per l’Europa e non solo politica ma prova di civiltà, di una civiltà che si apre senza ripiegare su stessa come se non fosse all’altezza della sfida”. “Un’Europa dell’accoglienza e della solidarietà –ha affermato- deve darsi strumenti normativi e dimostrare un impegno reale. A cominciare- ha specificato l’esponente della Cgil- dalla creazione di corridoi umanitari

attraverso i quali i richiedenti asilo possano muoversi in condizioni di sicurezza”. Lamonica ha detto che “l’Italia deve continuare a chiedere all’Eurora interventi, per come sta facendo, ma deve anche mettere le sue carte in regola per essere credibile e incisiva”.

Una lettera aperta in tema di flussi migratori e politiche di accoglienza, è stata indirizzata oggi dalla segreteria regionale Cisl ai vescovi e alla Chiesa siciliana, alle grandi organizzazioni economiche e sociali dell’Isola. Alle associazioni del volontariato impegnate su questo fronte. E ai sindaci dei comuni in cui si concentrano gli sbarchi. Il sindacato guidato in Sicilia da Maurizio Bernava, alla vigilia della mobilitazione che si terrà domani in tutte le province dell’Isola all’insegna dello slogan “Fermiamo le stragi nel Mediterraneo”, chiede a tutti di “fare fronte comune tenendo alta l’attenzione su un terreno dal marcato valore morale e civile ed esercitando una pressione forte su ogni livello istituzionale, regionale, nazionale, europeo”. “La mobilitazione non può fermarsi domani”, scrive il sindacato denunciando “delusione” per la visita di ieri a Lampedusa del presidente della Commissione Ue Barroso, assieme ai vertici di Stato e Regione. La presenza dell’Europa sul suo fronte Sud, scrive la Cisl, “non può esaurirsi in parole e iniziative di circostanza” come quelle registrate nell’isola delle Pelagie. “Bisogna intervenire a monte, in modo organico e strutturale, con azioni di svolta mai viste finora, sulle cause del fenomeno e sui drammi e le tragedie che esso comporta”. Meglio: “Ue e potenze mondiali affrontino assieme, complessivamente – scrive la Cisl – le cause dell’immigrazione”. Al riguardo, il sindacato ritiene che la Sicilia e Lampedusa non debbano essere lasciate sole ma anche che “un dramma di dimensioni epocali non può essere ridotto a una questione di mere risorse aggiuntive”. “Non basta aggiungere più risorse – afferma la Cisl – così come a livello nazionale – sottolinea – non basta l’abolizione del reato odioso di clandestinità”.

Per il sindacato, gli sbarchi non termineranno presto. Semmai, aumenteranno con il loro carico di tragedie, tensioni e conflitti. Basta dare uno sguardo a quanto, anche in queste ore, accade in Africa e Medio Oriente. Pertanto, “le istituzioni di governo sovranazionale così come intervengono sui conflitti che esplodono in ogni angolo del mondo, hanno il dovere – rimarca la Cisl – di intervenire per far cessare la moderna tratta degli schiavi che si nasconde dietro ai flussi”. “Hanno il dovere – si legge – di intervenire per cancellare gli interessi mafiosi e le complicità di Stato che si muovono attorno alla disperazione di chi fugge da fame e guerre”. Quella dei flussi, per il sindacato, è una tragedia che per numeri, situazioni, tempi, ha le dimensioni di una guerra e come guerra va affrontata in sede, non solo nazionale, ma sovranazionale: “è questo che, a ogni livello istituzionale va preteso con forza”, recita la lettera. Anche con il ricorso a corridoi umanitari protetti e garantiti dagli organismi internazionali, “secondo standard umanitari e di civiltà”. Nella lettera la Cisl chiede anche che “ci si avvii verso norme omogenee in tutta Europa in materia di inasprimento delle sanzioni contro i mercanti di morte e di diritto di asilo”. E così conclude: “Desideriamo che l’Europa giochi un ruolo di pace e stabilità nel mondo. Desideriamo un’Europa che sia, nel mondo, attivamente pacifica e solidale”.

I capoluoghi siciliani di provincia saranno teatro, venerdì 11 ottobre, della mobilitazione proclamata da Cgil Cisl e Uil sul tema “Fermiamo le stragi nel Mediterraneo”. Le manifestazioni, che puntano a “una diversa politica in materia di immigrazione e asilo”, sono state indette alla notizia dell’ennesima strage del mare, a Lampedusa qualche giorno fa, con il tragico bilancio, ormai, di quasi 300 morti accertate. “La tragedia di Lampedusa – scrivono congiuntamente Cgil Cisl e Uil – si aggiunge a decine di altre che si sono consumate negli ultimi anni e che sono costate la vita a oltre ventimila persone: esseri umani che hanno lasciato il loro Paese fuggendo da guerre e persecuzioni o alla ricerca di una vita migliore”. Quattro le proposte del sindacato che, a conclusione della mobilitazione, venerdì, saranno consegnate ai prefetti, dai vertici confederali. Cgil Cisl e Uil chiedono: 1) che sia messo a punto un piano per un efficace sistema di accoglienza anche attraverso l’impegno della “Unione europea, che non può esimersi dalla responsabilità di sostenere una delle più importanti frontiere europee, nel Mediterraneo”; 2) di istituire corridoi umanitari per i profughi che fuggono dalle guerre, “rendendo esigibili in condizioni di sicurezza l’accesso all’asilo e alle misure di protezione internazionale”; 3) di “riformare la legislazione sull’immigrazione e dotare l’Italia di una legge organica in materia di asilo”; 4) che sia contrastata la tratta di esseri umani “anche attraverso forme efficaci di collaborazione con i Paesi di origine e di transito di migranti e profughi, e colpendo duramente i trafficanti”.

Sul tema, la Cisl Sicilia nei giorni scorsi ha scritto che “quanto sta accadendo nel Mediterraneo, è una vergogna”. Per il sindacato guidato nell’Isola da Maurizio Bernava “le istituzioni di governo sovranazionale così come intervengono sui conflitti che esplodono in ogni angolo del mondo, hanno il dovere di intervenire per far cessare la guerra silenziosa rappresentata dalla moderna tratta degli schiavi”. “Hanno il dovere – si legge in una nota – di intervenire per cancellare gli interessi mafiosi e le complicità di Stato che si muovono come rapaci attorno alla disperazione di chi fugge in cerca di un futuro”.

A lavoratori e sindacati, venerdì, si affiancheranno associazioni, istituzioni, movimenti, autorità, che in queste ore stanno inviando l’adesione. Per le province di Palermo e Trapani, il concentramento è fissato per le 18 in piazza Massimo, a Palermo. Da qui si snoderà un corteo che raggiungerà, in via Cavour, la sede della prefettura del capoluogo siciliano. A Catania un sit-in è previsto per le 17 davanti agli uffici del prefetto. Inoltre a Caltagirone, sempre nel Catanese, i sindacati hanno previsto un corteo con partenza alle 19 dallo stadio. Si passerà per viale Mario Milazzo, via Principessa Maria e via Roma. A piazza San Giuliano si terrà il concentramento. A Messina il presidio con fiaccolata davanti alla prefettura, è organizzato per le 18. A Caltanissetta la manifestazione porterà lavoratori e sindacati davanti alla prefettura, dalle 10 alle 12. Per la provincia di Ragusa, sempre venerdì alle 18,30 presso il lungomare di Sampieri, nella Città Iblea, si svolgerà una fiaccolata a cui seguirà la deposizione di una corona di fiori nelle acque antistanti. A Siracusa la fiaccolata è fissata per le 18,30. Partirà da Largo XXV luglio e si fermerà in piazza Archimede dove la prefettura ha sede. Anche ad Agrigento Cgil Cisl e Uil consegneranno al prefetto il documento con le proposte del sindacato, così come a Enna dove il sit-in si terrà alle 18 in piazza Prefettura. Ma nel capoluogo ennese una veglia di preghiera in memoria dei dispersi in mare si è tenuta pure sabato scorso, in piazza San Bartolomeo.

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