Aidone. Nel centro di accoglienza “Zingale Aquino” vive Abramo Sylla, immigrato africano, mediatore culturale e linguistico, che, in una lettera aperta, afferma:”Il dramma di Lampedusa ha risvegliato la sensibilità verso un maggiore umanesimo. Il lutto che ha colpito l’Europa alle sue porte dimostra che nonostante l’egoismo individuale coltivato e gestito dal sistema, la gente ha ancora amore nel cuore: i naufraghi non sono europei, eppure l’Italia ha dichiarato lutto nazionale, perché ferita nel corpo e nell’anima dinanzi a tante vite, donne, bambini e uomini, nel fiore della vita, periti tragicamente nella ricerca di una vita migliore”. E riferendosi alla”giornata di dolore” lanciata da Papa Francesco, dice: “Il Papa è in una posizione migliore per capire la situazione di questi immigrati. Sua Santità non viene dalla Curia romana, proviene dalla periferia e si chiama l’apostolo della povertà. Le sue origini spiegano la sua sensibilità”. L’auspicio è la nascita di una nuova coscienza sociale, una sufficiente consapevolezza non solo degli italiani, ma di tutti i Paesi europei e verso tutti i Paesi del Sud, per stabilire una solidarietà attiva, sostenibile, che consenta una maggiore integrazione economica. Abramo parla dell’indifferenza quasi totale di alcuni Paesi dell’Africa coinvolti in questa tragedia. “E’ sintomatica del loro livello di coscienza – sottolinea – della scarsità di vera informazione che consenta loro di individuare le responsabilità locali e sostenere una possibile transizione verso una nuova stagione di rispetto della dignità umana. In realtà, anime ferite continueranno a sanguinare, perché l’Europa non può accogliere tutte le miserie del mondo, continuerà a “bunkerizzarsi”. E se Lampedusa piange “i suoi morti” e l’Europa è pronta a valutare le sue responsabilità, l’Africa che fa? “La gestione dei flussi migratori – conclude Abramo – pone un problema etico perché alcuni dei nostri politici Africani lo considerano come un business”.
Angela Rita Palermo
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