Qualche settimana fa il nostro rivoluzionario Rosario ha denunciato alla televisione lo sperpero di pubblico denaro in quel di Leonforte. L’accusa, mossa dagli studi della Vita in Diretta, riguardava la Sezione Operativa di Assistenza Tecnica (SOAT) che al paesello collinare, noto per la pesca e il “curtigghiu”, detiene il record per il più basso rapporto dirigente/impiegati: UNO/ UNO. Questo vuol dire che nell’ufficio territoriale dell’Assessorato regionale all’agricoltura di Leonforte è presente un solo impiegato che svolge più mansioni. “Quel dirigente” che è anche impiegato, portinaio e varie facenti funzioni, si spera, “guadagna circa 100.000 euro l’anno” ha detto Crocetta. Noi compaesani del suddetto plurifunzionario, carissimo Presidente, cosa dovremmo pensare? Questo segreto di pulcinella a quali riflessioni dovrebbe indurci? Vede presidente le ingenti somme di denaro, debitamente o indebitamente guadagnate così come l’assistenzialismo becero e sclerotizzante così come le disuguaglianze radicalizzate oramai non imbarazzano più nessuno. Ci siamo a tal punto assuefatti a simili vergogne che poco ci squietano, oramai. Come si può ancora credere, Presidente, che un sistema intrinsecamente scorretto e farraginoso non generi corruzione e inadeguatezze? Un sistema che alimenta il privato con il pubblico, un sistema che tutela, spudoratamente, gli interessi dei pochi a scapito dei più, come può questo sistema garantire competenze precise e precisamente normate? Presidente! “In una Repubblica non corrotta il cattivo cittadino difficilmente potrà operare male” e dunque, Presidente, non sarebbe più opportuno demonizzare il mal costume sistematicamente operato, sempre più contingente e sempre meno sporadico invece che moralizzare sul singolo individuo? Frutto, esso stesso, di un regime deresponsabilizzante e improduttivo? In tempi difficili, Presidente, “il nemico giunge se è chiamato” scriveva Elias Canetti. Avere un nemico è facile, è appagante. Il nemico è una risorsa inesauribile: offre un bersaglio per scaricare le frustrazioni. Siamo tutti carichi di rabbia, siamo tutti pronti a sentirci giustificati quasi incaricati di una missione che mette “noi” contro “loro” piuttosto che scontare la solitudine responsabile dell’io e pensare che uno “accucchia” mentre gli altri si disperano non aiuta di certo la simpatia fra compaesani, non crede pure lei, Presidente, che così è?
Gabriella Grasso
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