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Agroalimentare: Flai Sicilia, progetto che può fare da traino allo sviluppo

flai cgilUn settore in controtendenza, che non risente in modo drammatico della crisi, con un mercato del lavoro che tiene. E’ l’agroalimentare in Sicilia, comparto che “potrebbe fare da traino alla ripresa, su cui dunque occorre investire, sia in termini economici che di regole e di affermazione dei diritti”. Lo sostiene Salvatore Tripi, segretario generale della Flai Cgil Sicilia, sindacato con oltre 54 mila iscritti che tiene oggi e domani a Catania il proprio congresso regionale. “Il settore primario- ha detto Tripi nella relazione- è l’unico col segno più nell’economia siciliana: + 4,1% la produzione di cereali, + 48,4% quella di vino, mentre l’export agroalimentare registra un + 7%. Anche l’occupazione tiene con 152.169 iscritti negli elenchi anagrafici e 15.000.000 di giornate di lavoro”. Ma non è tutto rose e fiori. “La contraddizione- ha rilevato Tripi- sta nel fatto che si continua a importare il 68% del consumo alimentare, si produce cioè agroalimentare per 4 miliardi, ma 6 miliardi varcano ogni anno lo Stretto”. Per la Flai la questione sta tutta “nello stimolare la capacità del sistema di fare rete, attraverso l’utilizzo delle risorse comunitarie e del piano di sviluppo rurale, la ricerca, l’innovazione,le infrastrutture, la formazione dei lavoratori”. E’ in quest’ottica che la Flai Cgil dal congresso lancia al governo della regione un progetto in 5 punti , dal titolo “Produrre sviluppo rispettando il lavoro”. Il progetto in questione prevede l’istituzione in Sicilia dell’Expo mondiale delle produzioni agroalimentari e della pesca mediterranee, in considerazione delle eccellenze che la Sicilia vanta. Ma anche il rilancio dell’agricoltura sociale attraverso l’utilizzo delle terre confiscate alla mafia, di quelle dell’Esa e di quelle non assegnate della riforma agraria, “da includere nella Banca della terra istituita dalla regione –ha sottolineato Tripi- per essere messe a disposizione di cooperative di giovani”. Puntare su agroalimentare, pesca e zootecnica, ma anche sull’ambiente e sulla sicurezza del territorio per il segretario della Flai, significa anche “dare dignità al lavoro, con apposite certificazioni e con norme regionali sul mercato del lavoro agricolo”. Dal congresso della Flai Sicilia partirà la proposta di una legge per un nuovo mercato del lavoro in agricoltura “pubblico, controllato, trasparente”. “Quello che ci chiediamo- ha detto Tripi- è se il governo regionale voglia spendere un impegno politico forte affinchè l’agricoltura siciliana conti di più, invertendo anche una situazione che vede ritardi e lacune della Sicilia nel rapporto con l’Europa”. Questo percorso, secondo la Flai, passa anche attraverso un proficuo utilizzo dei fondi europei, ingenti se si calcola che la Sicilia per il Piano di sviluppo rurale 2014/2020 avrà una dotazione di oltre 2 miliardi. . Rilanciare agricoltura, zootecnia e pesca, per la Flai significa “ricostruire una forte capacità organizzativa per il controllo e la gestione della filiera”. Quanto alle certificazioni, Tripi ha detto che “bisogna legare l’erogazione dei finanziamenti pubblici al rispetto delle leggi sociali e dei contratti di lavoro”. Perché se l’occupazione resta stabile- con una forte incidenza di immigrati: in alcune province gli iscritti agli elenchi anagrafici sono per metà stranieri- occorre però considerare che, secondo le stime del sindacato, nel settore si registra il 25% di lavoro in nero e il 45% di lavoro irregolare. La Flai ha portato avanti in questi anni molte iniziative contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura. “L’illegalità e lo sfruttamento però persistono- ha osservato Tripi- tant’è che abbiamo chiesto all’assessorato regionale al lavoro di convocare le parti interessate per discutere della corretta gestione del mercato del lavoro in agricoltura, ma dall’assessorato non è arrivata alcuna risposta”. Per quanto riguarda i forestali la Flai rivendica al governo regionale il rispetto degli accordi dell’11 marzo, “altrimenti proporremo a Fai e Uila – ha sottolineato Tripi- di indire insieme lo sciopero generale del comparto”. “Abbiamo presentato una proposta di riordino del settore- ha sostenuto Tripi- che punta a trasformare i 260 milioni per le garanzie occupazionali in un vero progetto di investimento: rendendo redditizio e produttivo il lavoro forestale, puntando sulla progettazione del piano di sviluppo rurale, recuperando le risorse dell’accordo del 2009 e quelle dei risparmi degli enti che usano manodopera forestale . Così – ha aggiunto- si potrebbe procedere alla graduale stabilizzazione del personale”. Tripi ha però sottolineato: “Il governo deve ora dire con chiarezza se intende aprire il confronto sul riordino del settore o se vuole proseguire con la tecnica delle incursioni in Finanziaria”.

Il congresso della Flai Sicilia vedrà oggi pomeriggio una tavola rotonda con la partecipazione dell’assessore regionale all’agricoltura e di esponenti del mondo produttivo e del sindacato. La prima giornata si concluderà con l’intervento del segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro. Domani è in programma l’intervento della segretaria generale nazionale della categoria, Stefania Crogi. A seguire gli ultimi adempimenti congressuali e l’elezione del segretario generale della Flai Sicilia.

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