“Voci per la pace”, insignito nel 2007 con il premio “Rosario Livatino”, come miglior spettacolo dell’anno con tematiche legate alla giustizia sociale e al rispetto della pace e dei diritti fondamentali dell’uomo, viene riproposto in una nuova versione che ha come suo centro d’attenzione il tema legato alla Seconda Guerra Mondiale e alla persecuzione razziale avvenuta durante il periodo del nazismo. Lo spettacolo è costituito da quattro quadri: Guerra, Memoria, Libertà e Pace. Sono in queste sezioni contenute le testimonianze reali tratte da deportati nel lager nazista di Auschwitz, che Peter Weiss raccolse nella sua opera dal titolo “L’Istruttoria” del 1965. Weiss aveva raccolto i verbali durante il processo di Auschwitz nelle aule del tribunale di Francoforte nell’anno precedente, procedendo oltre che con la denuncia dei crimini, con un’accusa precisa all’intero sistema capitalista che aveva permesso alla Germania nazista di produrre i campi di concentramento. Vi sono inoltre poesie tratte da “La Bufera e altro” di Eugenio Montale, da “L’Allegria” di Giuseppe Ungaretti e da “Giorno dopo giorno” di Salvatore Quasimodo, le quali restituiscono in versi una profonda meditazione degli effetti della guerra su un popolo e le ripercussioni inevitabili su ogni singolo individuo, offrendo al pubblico tra i versi più belli e significativi del Novecento italiano. Altra commistione poetica è data da alcune poesie del drammaturgo Bertolt Brecht sul tema della guerra e della violenza tra gli uomini, armonizzate a versi di Rabindranath Tagore che serbano il segreto dell’armonia e della pace tra esseri umani, la natura e Dio. Sono anche recitati stralci estratti da “Il diario di Anna Frank” che esprimono in maniera tenera e toccante tutta la speranza di Anna, giovane martire dello sterminio nazista. La messa in scena è completata da interventi musicali e canzoni eseguite dal vivo, nonché da riflessioni scritte appositamente per lo spettacolo dall’autore e regista Salvo Valentino.
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L’Isola pluriale, la nuova rassegna del Teatro Coppola Teatro dei Cittadini
Cosa raccontano i siciliani. Cosa hanno raccontato. Come lo fanno e come lo hanno fatto. Di volta in volta luogo dell’azione o suo strumento, tuffo o attesa, corda pazza o catena, la Sicilia è spazio di “cuntu”, di parole, chiacchiere e sparate. Isola di narrazioni improvvise e teatrino individuale, tavolini di istrioni al bar e voci tonanti sulle assi del palcoscenico; la Sicilia entra nella storia con repentine rivolte e ne esce abbandonandosi alla piccola morte del pomeriggio. Attraverso la lingua, la musica, il cinema, il teatro, la poesia, i pupi, i segni, il Teatro Coppola Teatro dei Cittadini inaugura la sua terza stagione di libertà e autogoverno alla scoperta di corde pazze e catene lungo le narrazioni dei siciliani.
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L’ultimo numero del domatore di colori
Roland Cloud, giornalista di arte contemporanea, deve scrivere un articolo su Vincent, il famoso clown pittore ormai vittima della depressione. Dopo aver ricevuto un’insolita proposta da parte del clown, il giornalista si ritrova a fare un’intervista mozzafiato sul più alto ponte di Parigi, cercando di fermare l’ormai rassegnato Vincent, intenzionato a chiudere col mondo che lo tiene in gabbia: Roland dovrà dunque fare i conti con le proprie paure. Su una tela parigina sfumata dai colori della solitudine, un verde speranza tinge i caratteri dell’amore e con una puntina scioglie le redini di personaggi del passato portandoli in un futuro dove è ammessa una seconda opportunità.