Debutta martedì 25 marzo al Teatro Les Déchargeurs di Parigi lo spettacolo Un errore umano di Gigi Borruso, che verrà rappresentato fino al 12 aprile alternativamente nella traduzione francese e in lingua originale.
In scena Serena Rispoli e Gigi Borruso.
Traduzione francese di Serena Rispoli.
Il debutto in Francia dello spettacolo di Borruso è il frutto di una co-produzione Transit Teatro – Teatro Biondo Stabile di Palermo, in collaborazione con Les Déchargeurs e l’Associazione Libera Francia.
Lo spettacolo ha partecipato, in Sicilia, alla “Carovana Antimafie” e sarà riproposto al Teatro Biondo fra ottobre e novembre di quest’anno.
Nota sullo spettacolo
Una pièce centrata sulla confessione di una donna siciliana che, precipitata nell’inferno di una famiglia mafiosa, ha tentato di ribellarsi, ma è stata ridotta al silenzio e internata in una clinica psichiatrica.
Lia è una donna inventata, ma non irreale. Attraverso le sue parole è possibile immaginare la storia di tante altre donne, figlie, madri, mogli di uomini d’onore. Intravedere la paura, il desiderio di verità, la rivolta nascosti in molte di loro.
Questa donna ha perduto tutto: i suoi figli, la sua dimensione femminile, il suo posto nella società. Devastata dal dolore, stordita dalle “cure”, è tuttavia determinata a impedire che si svolga lo spettacolo realizzato dai pazienti della clinica dov’è internata.
La donna ingaggerà un duello drammatico con il Direttore del Centro, l’Uomo dal distintivo, che tenterà di “riportarla alla ragione” e farla tacere. Nel suo apparente delirio, Lia farà luce sugli anni più terribili della sua esistenza e sugli intrecci fra mafia e politica di cui si presume sia venuta a conoscenza.
Ma qualcuno le può credere? Il suo malessere per una vita da prigioniera, per un’esistenza umiliata dall’indifferenza e dall’omertà, reclama un ascolto impossibile. Con la sua rabbia, la sua ironia disperata, Lia sosterrà una lotta all’ultimo respiro con il cinismo e l’accattivante amoralità dell’Uomo dal distintivo. E il suo carceriere diverrà, malgrado tutto, il suo solo confidente. Il loro duello prenderà via via i connotati di una danza grottesca, dai contorni surreali e, a volte, comici, nella quale entrambi i personaggi si ritroveranno prigionieri.
Un errore umano è dedicato alle tante donne vittime della cultura mafiosa ma anche protagoniste di un tentativo di riscatto. La “famiglia” mafiosa, al di là delle visioni pittoresche che tanta letteratura ha divulgato, è un universo repressivo ancora non sufficientemente conosciuto, dove le donne, come i bambini, vivono fra umiliazioni e violenze. E a ben guardare, la violenza dei massacri mediatizzata ha una stretta relazione con quella domestica e con quella che impregna le relazioni sociali. Tuttavia, ripercorrendo la storia delle donne di mafia degli ultimi vent’anni, è evidente come, anche se lentamente e in modo non sempre coerente, i processi di emancipazione femminile possano mettere in crisi questo mondo.
Una nota dell’autore
Di mafia e dello squasso morale che l’Italia ha subito, soprattutto negli ultimi vent’anni, è stato detto tanto. Ma tante verità stentano a venire a galla e la nostra coscienza troppo spesso si accontenta di commemorazioni, di contrizioni ad uso e consumo dei media, mentre rifiuta di vedere la silenziosa barbarie che sta dietro le nostre piccole o grandi complicità.
Lia, forse, testimonia solo la ribellione dei perdenti. Eppure solo un perdente conosce ancora la furia e la gentilezza che servono a immaginare un’altra vita. Un perdente. Com’è il teatro, spesso. Capace sempre di protestare e ricordare cos’è la gioia di stupirsi. A dispetto di tutto.