Più sfreghi la schiena al gatto – più lui drizza la coda
Giovanni Battista de’ Rossi nasce a Voltaggio, in provincia di Alessandria, il 22 febbraio 1698. È uno dei pochi sopravvissuti di una famiglia segnata da troppi lutti: il papà muore prematuramente, e la maggior parte dei fratellini se ne va prima di raggiungere l’adolescenza. A tredici anni si stabilì definitivamente a Roma, presso un cugino sacerdote, canonico a S. Maria in Cosmedin, per poter frequentare il liceo classico presso i gesuiti al Collegio Romano. Nel 1714 si avviò agli ordini sacri, ricevendo la tonsura e completando gli studi teologici alla Minerva presso i domenicani. Dotato di un’intelligenza non comune, che gli permise di completare in anticipo gli studi, fu necessario ottenere dal papa la dispensa per l’ordinazione sacerdotale. Non aveva atteso l’ordinazione sacerdotale, avvenuta l’8 marzo 1721, per dare inizio al suo intenso apostolato. Infatti, negli anni precedenti, aveva diretto vari gruppi di studenti a S. Gregorio al Celio, a S. Maria in Domnica e a S. Maria della Consolazione. Da questa esperienza ebbe le indicazioni per dar vita a quella “Pia Unione di Sacerdoti Secolari”, annessa all’ospizio di santa Galla, da lui diretto e che per ben due secoli, fino al 1935, avrebbe raggruppato i più bei nomi del clero romano, alcuni dei quali sono assurti agli onori degli altari. Oltre all’ospizio di santa Galla, non suo (era stato fondato da mons. Marco Antonio Anastasio Odescalchi, cugino di Pp Innocenzo XI) e destinato a soli uomini, volle allargare il raggio del suo apostolato, fondando l’ospizio per le donne, dedicato a S. Luigi Gonzaga, il suo santo prediletto. Sorretto dal suo confessore Francesco Maria Galluzzi S.J., ora servo di Dio, nonostante la precaria salute, raddoppiò la sua attività. Pareva onnipresente ovunque c’era da confortare, istruire, soccorrere, in ogni ora del giorno e della notte. Non era raro vederlo nelle piazzette romane improvvisare un sermone tra gli sfaccendati o alla sera quando la gente rientrava dal lavoro. La simpatia che riscuoteva tra l’umile gente dei borghi attirava al suo confessionale lunghe file di penitenti. Era infatti un maestro di spiritualità e ovunque metteva mano ad una iniziativa, vi imprimeva il ritmo di un santo fervore. Eletto canonico di S. Maria in Cosmedin, venne dispensato dall’obbligo del coro per potersi dedicare con maggiore libertà ai suoi impegni apostolici. Quantunque Giovanni si affaticasse tanto a vantaggio spirituale e materiale del prossimo, si riteneva un servo inutile. Nel 1763 una estrema debolezza nelle gambe e un totale sfinimento ne fecero prevedere la fine. Persone amiche lo condussero a respirare aria più salubre ad Ariccia (Roma), ma egli preferì ritornare al convitto della SS. Trinità dei Pellegrini, dove la recrudescenza del male lo sottopose ad un vero calvario : si spense dopo parecchi attacchi di apoplessia il 23 maggio 1764. I funerali furono fatti a spese dei convittori perché Giovanni aveva distribuito tutti i suoi averi ai poveri. Dal cugino canonico aveva ereditato un discreto patrimonio, ma egli se n’era servito per comperare agl’indigenti letti, cibo e vestiti. Sovente si era ridotto a vivere con l’aiuto di conoscenti perché non conobbe limiti nel fare elemosina. Giovanni rappresenta il trionfo della volontà sulla fragilità fisica, del generoso impegno apostolico sugli ostacoli della malattia. Giovanni Battista de’ Rossi venne beatificato il 13 maggio 1860 dal Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878), che gli era stato successore nella direzione della “Pia Unione dei Sacerdoti Secolari” di S. Galla; Pp Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci, 1878-1903) lo canonizzò l’8 dicembre 1881. Le spoglie di San Giovanni Battista de’ Rossi si trovano, dal 23 maggio 1965, nella chiesa che a lui è dedicata, nel quartiere Appio Latino a Roma, che dal 1969 è sede del titolo cardinalizio di “San Giovanni Battista de’ Rossi”. Significato del nome Giovanni: “il Signore è benefico, dono del Signore” (ebraico).
Oggi si celebrano anche :
SS. Lucio, Montano, Giuliano e compagni, Martiri a Cartagine († 259)
SS. Martiri di Cappadocia († 303)
SS. Martiri di Mesopotamia († 303)
S. Efebo (sec. IV), Vescovo di Napoli
S. Desiderio di Langres (F) o da Genova (sec. IV), Vescovo e martire
S. Eutizio (o Eutichio) di Norcia, Abate († 487 cc)
S. Spes di Norcia, Abate († 517 cc)
S. Onorato di Subuaco, Abate (sec. VI ex.)
S. Michele di Sinnada (oggi in Turchia), Vescovo († 826)
BB. Giuseppe Kurzawa e Vincenzo Matuszewski, presbiteri e martiri († 1940)
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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!
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1898, Robert Bosch realizza l’accensione a magnete. Il meccanico tedesco (1861-1942), che è stato tra l’altro assistente di Edison (v.) realizza il primo sistema di accensione a magnete per un motore a scoppio che viene installato di serie sulle automobili Daimler (v.). Il sistema sarà perfezionato dallo stesso Bosch con l’invenzione della candela (v.1902).
compleanni
1933 Joan Collins
1951 Anatoly Karpov
1972 Rubens Barrichello
proverbio
Denari di gioco, oggi te li dò domani te li tolgo
accadde oggi
1498 a Firenze viene giustiziato Girolamo Savonarola. Il “dittatore” di Firenze è riconosciuto colpevole di eresia
1949 dalla unificazione dei territori tedeschi occupati da americani, francesi e inglesi, nasce la Repubblica Federale Tedesca
1992 a Capaci, nei pressi di Palermo viene ucciso il giudice anti-mafia Giovanni Falcone. Nell’attentato perdono la vita anche 3 agenti della scorta, e la moglie Francesca Morvillo
frase celebre
“La felicità è una forma dell’arte”
Ardengo Soffici, Giornale di bordo
consiglio
Troppo sale nella pasta
Se avete esagerato con il sale nell’acqua della pasta, mettete nella pentola una patata: lessando assorbirà larga parte del sale eccedente
cosa vuol dire
Pestare l’acqua nel mortaio
Fare una fatica inutile senza ottenere alcun risultato
Questo modo di dire è preso dal mondo delle botteghe artigiane o delle farmacie dove si riducono in frammenti o in polvere e in poltiglia varie sostanze con un pestello. L’acqua però non è riducibile né in polvere né in poltiglia e quindi pestarla è inutile
consiglio per terrazzo orto e giardino
Pacciamatura
I fogli di polietilene sono particolarmente efficaci contro l’evaporazione, ma non permettono al terreno di accumulare l’umidità ambientale e l’acqua piovana, e non sono inoltre esteticamente accettabili nel giardino. Una soluzione per ovviare a entrambi i difetti può essere quella di sistemare lievemente a conca un foglio sforacchiato, in modo che l’acqua venga raccolta e filtrata, e di mascherarlo con uno straterello di terra.