sabato , Luglio 27 2024

CSI Sicilia: Lo sport come mezzo di aggregazione

Un ente di promozione sportiva nazionale, suddiviso poi tra regioni ed altri enti territoriali, come le province e le diocesi. È il C.S.I. (Centro Sportivo Italiano) che funge da mezzo di aggregazione e fa dello sport un modo per insegnare educazione e rispetto degli altri, pur nell’ambito della competizione e dell’agonismo.

csi sortino

Ne parliamo con il Vice-Presidente Vicario Marco Catalano che ci accoglie con molta gentilezza nei locali della diocesi.

Quali sono gli obiettivi del C.S.I.?

Si tratta di un ente di formazione sportiva di ispirazione cattolica che cerca di promuovere i valori cristiani, anche tra i laici essendo non clericale.

Quanti tesserati avete?

I tesserati sono 3150 e sono in costante aumento. Possiamo contare anche su 70 società.

Operiamo nelle parrocchie dove cerchiamo di far passare il messaggio che lo sport è un mezzo di aggregazione. Viviamo il problema della fuga dei bambini dalle parrocchie dopo la prima comunione e lo sport dà la possibilità di fornire ai ragazzi un input per restare e vivere in un sano ambiente parrocchiale, senza dimenticare il contatto con l’esterno.

Qual è l’età dei tesserati?

Noi siamo disponibili a raccogliere persone di tutte le età; dai più piccoli cui facciamo svolgere soltanto attività ludico –motorie ai più grandi. Prediligiamo gli sport di squadra per quel senso di aggregazione che tendiamo ad inculcare di cui le parlavo prima, soprattutto in un periodo come questo in cui l’isolamento è molto diffuso anche a causa dei social network.

Qual è il vostro motto?

Sì ce l’abbiamo è: “giocare con”, non giocare contro”. Soprattutto nel calcio evitiamo che i ragazzini emulino il cattivo comportamento di certi loro idoli.

Poi c’è il problema della bestemmia che è punita con l’espulsione, ma accanto alla punizione c’è anche la fase della discussione per far capire che è una cosa sbagliata. Il bello di questo gruppo è che i dirigenti sono molto uniti

Come si comportano i genitori?

Il tipo di educazione che va contro ogni tipo di violenza vale anche per i genitori. Se incitano i bambini vengono redarguiti.

Quali sono le difficoltà maggiori nel far mantenere un comporta corretto agli sportivi

Devo dire che è molto più facile correggere un ragazzino che un adulto, che è già formato e non è facile che cambi.

Avete avuto gratificazioni?

Molte. Insieme al Presidente Michele Crimi e a tutto lo staff stiamo svolgendo un ottimo lavoro. C’era un ragazzo, ad esempio, che si comportava molto male in campo e bestemmiava. A poco a poco gli abbiamo fatto capire che non doveva comportarsi così e adesso scende in campo con la collanina con la croce.

Che valore ha l’insegnamento dei dirigenti?

Un grande valore. Noi ci rendiamo conto che abbiamo una grande responsabilità. Ogni nostro comportamento negativo può segnare queste persone per la vita, ma ogni nostro comportamento positivo li può portare verso la retta via.

Quali sono i problemi maggiori nelle parrocchie?

La mancanza di strutture e la mancanza di operatori. Eppure lo sport praticato in maniera sana e corretta può togliere i ragazzi dalle strade e sottrarli alla malavita, come ci ha insegnato il beato p. Puglisi. Cercare di togliere dalle strade i ragazzi anche se stancante è oltremodo gratificante.

Per concludere come considerate la vostra attività?

L’attività sportiva è basata su un sano agonismo e su una competizione che non escluda mai la correttezza e il rispetto dell’avversario. La competizione è fondamentale se va di pari passo con la correttezza. Per esempio da noi la figura dell’arbitro tanto criticata non viene messa in discussione, perché l’arbitro è imparziale in quanto amico di tutti, non di qualcuno in particolare.

Il Centro Sportivo Italiano è la più antica associazione polisportiva attiva in Italia.

Nel 2014 ricorre il settantesimo anniversario dalla fondazione, che risale al 1944, su iniziativa della Gioventù Italiana di Azione Cattolica.

Idealmente si voleva proseguire l’esperienza della FASCI (Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane), creata nel 1906 dall’Azione Cattolica Italiana e sciolta nel 1927 dal regime fascista.

Oltre un secolo di storia, durante il quale la pratica sportiva si è trasformata da fenomeno di èlite a fenomeno di massa.

In tutti questi anni un impegno costante, una ragione di fondo semplice quanto delicatamente gravosa: sostenere uno sport che vada incontro all’uomo.

Il 5 gennaio 1944, la Direzione generale dell’Azione Cattolica approvava l’iniziativa del prof. Luigi Gedda, di intraprendere la costituzione di un organismo specializzato per lo sport, con la denominazione di “Centro Sportivo Italiano”.

Pur dichiarandosi quale prosecuzione ideale della FASCI, la stessa nuova denominazione, nei confronti della precedente, voleva indicare una precisa apertura apostolica verso tutta la gioventù italiana e non più limitarsi alle sole associazioni sportive cattoliche.

Nella primavera una apposita commissione, installata dalla Presidenza centrale dell’Azione Cattolica, redige una bozza di statuto e di regolamento organico. Nell’autunno del 1944 viene approvato il primo Statuto del CSI, che pone a fondamento dell’azione associativa il fine di “sviluppare le attività sportive ed agonistiche guardando ad esse con spirito cristiano, e cioè come ad un valido mezzo di salvaguardia morale e di perfezionamento psicofisico dell’individuo”: questo sport dalla forte valenza educativa va esteso al “maggior numero possibile di individui”. È il principio cardine dell’Associazione: il CSI è promosso da cristiani, ma è aperto a tutti e collabora con quanti si impegnano per uno sport a servizio dell’uomo.

La nuova associazione, che muove i primi passi in un’Italia ancora divisa in due, afferma nella nascente Italia democratica il diritto dei cittadini ad associarsi liberamente per praticare un’attività sportiva. In un Paese interamente da ricostruire, dove anche gli impianti sportivi mostrano i segni della guerra appena terminata, lo sport del CSI si forma inizialmente all’ombra dei campanili: le sue Società sportive si coagulano attorno agli Uffici Sportivi Diocesani e sono espressione, per la maggior parte, di Parrocchie e Istituti religiosi.

 

Fabio Sortino

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