La scuola si è chiusa e nonostante la crisi la voglia di viaggiare è rimasta nel cuore dei più. Viaggiare è istruttivo, un luogo nuovo rigenera i pensieri e scuote l’anima. Viaggiare secondo Paul Theroux vuol dire riscoprire se stessi “anche se viaggiassi con te, il tuo viaggio non sarebbe il mio” e Saramago aggiunge “ bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi nuovi cammini”. Andare verso nuovi orizzonti o stare nelle proprie prigioni scoprendole meravigliose e sconosciute? Viaggiare non scappare, esplorare per capire e tornare.
I siciliani possono essere anche viaggiatori non solo emigranti citando Troisi il giovane Claudio, che sul viaggio ha scritto, asserisce con veemenza: “è la testa, sono gli occhi e gli orecchi che fanno di un posto, un posto nuovo”. Andiamo o meglio andate io preferisco la quiete del già noto, appartengo alla specie dei sedentari fieri d’esserlo. Il viaggio è nel pensiero e nella lettura che può portarti lontano nel tempo e nello spazio.
Questa estate la passerò e perdonatemi la continua narrazione di me, fra Vigata, Palermo, Dublino, Londra e le coste americane in compagnia di commissari, torrefattori, donne offese e uomini alla ricerca del proprio passato e mentre fuori gli strepiti, per le sorti calcistiche di un Paese che scopre il tricolore solo per una partita di pallone, si faranno insopportabili io mi immergerò nelle parole di chi frequentando certe profondità si illumina di immenso e mi godrò i karaoke odorosi di birra e “mirica nella” e le inquietanti notti bianche illuminate dal neon delle pizzerie invernali ammantate d’estate.
Il testo soprascritto mi è stato ispirato da Claudio Longhitano che curioso della vita e del mondo si accinge a conquistarlo. Ad Maiora.
Gabriella Grasso
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