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Il rimpianto e il ricordo nei versi di Antonina Balistreri: “Il calore e i colori della mia terra”

Antonina_Balistreri“Il calore e i colori della mia terra” è questo il titolo del libro di poesie di Antonina Balistreri presentato all’U.C.A.I. (Unione Cattolica Artisti Italiani) di Palermo.
Erano presenti l’autrice, il relatore Francesco Anello, fondatore dell’associazione Palermo Cult pensiero, e il poeta e scrittore Adriano Peritore.
Ha iniziato a presentare la silloge, Francesco Anello che ha tratteggiato la biografia di Antonina Balistreri, molto importante per potere comprendere i versi dell’autrice. “Nina Balistreri ha detto lo scrittore – da donna si è sempre voluta mettere in gioco per assicurare un avvenire a sé e ai figli”. “Ha vissuto in una famiglia – ha ancora detto Anello – di pescatori di Aspra, laddove il mare è vita. Si è fin da piccola occupata della salatura delle sardine, un’operazione particolarmente difficoltosa e complessa”.
Di quest’arte ne ha fatto un mestiere, è diventata un’imprenditrice ma ha dovuto allontanarsi dalla sua Sicilia.
Andandosene ha portato con sé tutto l’amore e il rimpianto di chi vuole tornare.
E nella raccolta di poesie l’autrice esterna questo suo grande amore e trasporto per la sua terra, il ricordo della sua infanzia, dei suoi cari e della vita di un tempo.
Adriano Peritore ha affermato che viviamo in un mondo pieno di squilibri, di massificazione, fatto di mostruosità e di appiattimento di pensiero.
In tutto questo vuoto si domanda Peritore cosa può fare la poesia?
Platone pensava all’arte come un gioco ma vedeva i poeti come manipolatori della realtà. Aristotele, al contrario, vedeva nella poesia ciò che dona felicità alla vita.
“Iosif Aleksandrovič Brodskij ha definito la poesia – ha ancora detto Peritore – come un treno che scorre sulle rotaie e di cui non si sa la destinazione e dove ogni volta un poeta aggiunge un binario”.
Oggi – ha continuato lo scrittore – viviamo in un mondo dove trionfa la tecnica, che calcola, che non medita, un tempo barbaro nell’ideologia, nonostante la tecnologia.
Per questo motivo – ha detto ancora Peritore – ritengo che la poesia debba essere conosciuta e divulgata”.
Brodskij ancora ritiene la poesia un formidabile strumento didattico.

Antonina Balistreri
Antonina Balistreri
Dinanzi a un linguaggio vuoto e asettico come quello pubblicitario che oggi impera, dove si saccheggia e si banalizza la letteratura, Nina Balistreri si presenta con questa silloge narrando personaggi ed eventi, in maniera serena, riproponendo gli eventi della sua memoria che poi sono memoria della sua terra. La nostra Antonina Balistreri, nella sua silloge, non si discosta dalle sue origini e la sua – dice ancora Adriano Peritore – è veramente poesia perché riesce a trasmettere ai lettori le sue emozioni”.
La Presidente dell’U.C.A.I Palermo e Italia meridionale ha poi detto che senza memoria del passato,delle proprie radici, quelle che tanto tornano nella silloge della Balistreri, non ci può essere futuro.
Una poesia, quella di Antonina Balistreri i cui versi scorrono sulle note della natura, dove si avverte la mano del poeta scivolare e riflettere sulla temporalità della vita a cui si può contrapporre il riflesso lucente della terra natìa.
L’Unione Cattolica Artisti Italiani ha la sua sede nazionale a Roma dal 1945 e fa parte della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) come associazione laicale.
L’U.C.A.I. di Palermo è una delle 36 sezioni dislocate in tutta Italia. Ha sede al Palazzo Arcivescovile di Palermo.
I Convegni, le mostre e i concerti vengono svolti al Centro San Mamiliano, le riunioni settimanali, invece, ogni mercoledì alle ore 17.00 nella cripta di San Giorgio dei Genovesi, 50.
Alla fine della presentazione l’onorevole Ferdinando Russo ha tracciato le linee guida dell’U.C.A.I. per il prossimo anno che saranno incentrate su una grande mostra sui Papi Santi, a cominciare da Papa Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, passando per il Concilio Vaticano II. Un’altra esposizione sarà sulle periferie, da quelle delle città a quelle del mondo con attenzione alla grande mobilitazione di Palermo per i migranti, il cui esodo biblico, così come le periferie così tanto sono al centro dell’attenzione di Papa Francesco.
“Il terzo punto – ha concluso Ferdinando Russo – è la valorizzazione dei talenti locali nel mondo della comunicazione, della musica, della scrittura con la creazione di vere e proprie scuole di formazione.

Fabio Sortino

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