Papa Franceso: «fuggire dalla globalizzazione dell’indifferenza»
Un messaggio che sollecita a fare presto per costruire la vera pace
In occasione dell’evento “Fly for peace” (volare per la pace) Papa Francesco, attraverso il Segretario di Stato, Card. Pietro Parolin, ha fatto pervenire al vescovo di Trapani una toccante lettera, resa nota dallo stesso Vescovo Fragnelli in occasione della S. Messa, concelebrata assieme a Mons. Domenico Mogavero, domenica mattina in Piazza Vittorio Emanuele e teletrasmessa da Rai 1.
Papa Francesco riconosce il dialogo come forma privilegiata per abbandonare la condizione d’impassibilità cui sono votati molti popoli della terra, fino al punto da farne, della sofferenza altrui, un’abitudine e formula auspici «per un rinnovato impegno nella costruzione di una convivenza più giusta e fraterna, privilegiando il dialogo come forma di incontro per fuggire dalla globalizzazione dell’indifferenza, che fa lentamente abituare alla sofferenza dell’altro».
Il Papa, nello stesso messaggio, in continuità con il suo predecessore S. Giovanni Paolo II che definì la Sicilia “crocevia di popoli”, riconosce «la naturale vocazione della Sicilia nel processo di integrazione e di solidarietà tra le genti» e apprezza gli sforzi fatti fino adesso per costruire un clima di fratellanza tra le nazioni: «nel solco dello spirito francescano di Assisi, – scrive – per riportare al centro dell’interesse nazionale ed internazionale l’inderogabile necessità di pace, di cooperazione e di dialogo interreligioso e interculturale tra i diversi popoli del Mediterraneo».
Papa Francesco si auspica che questa iniziativa non sia una delle tante ma «contribuisca a favorire la presa di coscienza degli universali valori della pace e della solidarietà».
Certamente c’è ancora tanta strada da fare ma la speranza è forte perché s’inizi, almeno nel Mediterraneo, a mettere le basi e s’avvii quella comunicazione necessaria che è sinonimo di accettazione, di rispetto e di fratellanza e si crei il desiderio di Cristo affinché tutti gli uomini «siano una cosa sola».
SALVATORE AGUECI