Enna. La chiesa di Kamuth in quel di Porta Palermo tra storia e leggenda

Da tempi remoti e fino all’Ottocento, le strade che conducevano ad Enna erano ripide e impervie. S’inerpicavano lungo le pendici, aggirando le rocche a strapiombo sparse lungo tutto il perimetro della città. Cinque erano le porte di accesso, tra queste Porta Palermo, detta anche Porta Reale, che ha una storia particolare non a tutti nota. Ce la racconta su facebook Michele Pirrera, un ennese appassionato di storia locale: “Una volta lungo le pendici nord di Enna c’era una Via (poi battezzata Regia Trazzera) che collegava la zona dell’attuale bivio della “Casina bianca” con la “Porta Palermo”, nei pressi dell’attuale palazzo delle poste. A poche decine di metri dall’inizio della salita, la strada passava tra una piccola chiesa posta a sinistra e una torre merlata a destra (vedi foto); la chiesa tramandataci col nome di Kamuth, oggi diroccata, è ricettacolo di ogni genere di rifiuti; la torre resiste ancora nonostante sia quasi invasa da una fitta vegetazione che la nasconde, com’è avvenuto con la trazzera, oggi non più praticabile. Il luogo merita attenzione e salvaguardia perché legato alla vicenda storica del lungo assedio (durato 15 anni) per opera dei Normanni, guidati da Ruggero d’Altavilla, che l’antica Henna (ribattezzata dagli arabi Qasr Yani) subì, conclusosi con la consegna della città ai conquistatori da parte dell’emiro Ibn Hamud, detto Kamuth, che si convertì al Cristianesimo nell’A.D. 1087. Secondo la leggenda popolare il battesimo dell’emiro avvenne proprio in questa chiesetta, dove pare sia esistito anche un affresco che immortalò l’evento, di cui sono rimaste tracce illeggibili. Alcuni studiosi di quel periodo storico affermano che il battesimo di Kamuth, della moglie e dei figli, avvenne a Sciacca nel 1088 ad opera di Gerlando, primo vescovo di Girgenti. Più verosimilmente nella zona di Kamut avvenne la finta cattura dell’emiro da parte del Conte Ruggero cui invece il signore di Qasr Yani pare si sia spontaneamente consegnato”. Ecco perché, conclude il Pirrera, “questo sito è da riscoprire e conservare”. Nei secoli trascorsi, questo luogo e i suoi dintorni erano ricchi di spazi verdi ampi e organizzati. Ce ne dà notizia Vincenzo Littara nella “Historia della città di Enna”, scritta nel 1587, dove cita che “gli orti urbani che si sviluppano nella parte settentrionale dell’abitato, nei pressi della Porta Palermo, irrigati da fonti d’acqua perenni, ben curati e attrezzati, appartenuti a tal Francesco Amarù, hanno ospitato il banchetto in onore di Re Martino nel 1408”. L’episodio è ripreso da Paolo Vetri in Storia di Enna, vol.II, pagg. 112 -113, dove afferma che Martino il Giovane banchettò “nel giardino dove una fonte irrigava gli arboscelli, per la qual cosa il re concesse all’Amarù e ai suoi posteri l’immunità di ogni gabella e di tutti i pesi che spesso affliggono i cittadini”.

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