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Silvio Berlusconi ad Affaritaliani.it: verso il fallimento dell’euro

berlusconi silvioESCLUSIVO, INTERVISTA A SILVIO BERLUSCONI – “Standard & Poor’s non ha fatto altro che fotografare la grave situazione del nostro Paese. Le riforme promesse in campo economico dal governo Renzi in concreto realizzano poco o nulla”, afferma il leader di Forza Italia. Che sulle regole Ue aggiunge: “Il limite del 3% oggi non ha alcun senso ed ha come effetto quello di bloccare ogni possibilità di ripresa. Ma attenzione, sforare quel tetto per creare nuova spesa pubblica sarebbe inutile e pericoloso”. Poi l’ex premier spiega nel dettaglio la sua proposta: “Nei prossimi giorni depositeremo in Parlamento una proposta di riforma complessiva del nostro sistema di prelievo, introducendo la Flat Tax, l’imposta piatta, uguale per tutti, al 20%, con un’esenzione totale per i primi 13.000 euro di reddito”. E infine: “La nostra proposta di doppia circolazione monetaria è, probabilmente, l’unico modo possibile per non perdere definitivamente la scommessa dell’euro. L’alternativa è il suo fallimento. Dobbiamo prepararci alle conseguenze economiche e politiche di questo accadimento”

Che cosa pensa del downgrade di S&P?
“In Italia è stato accolto con distacco. Con noi al governo ogni alzata di sopracciglio delle agenzie di rating provocava terremoti politici e feroci campagne di stampa. Detto questo, non consideravo allora e non considero oggi le agenzie di rating come il Vangelo, ma in questo caso Standard & Poor’s non ha fatto altro che fotografare la grave situazione del nostro Paese. Ricordo che era un declassamento “annunciato”. Sei mesi fa S&P, pur pessimista, aveva sospeso il giudizio in attesa di vedere all’opera il governo Renzi”.

Quindi quello dell’agenzia di rating è un giudizio sul governo Renzi?
“E’ una presa d’atto di quello che è sotto gli occhi di tutti: le riforme promesse, in campo economico, in concreto realizzano poco o nulla. Renzi deve fare i conti con il suo stesso partito, nel quale esiste una forte componente contraria ad ogni effettiva modernizzazione e liberalizzazione”.

Ritiene che l’Italia dovrebbe sforare il tetto del 3% come ha fatto la Francia?
“Il 3% è un parametro deciso in un’epoca diversa, nella quale la crisi di questi anni non era neppure immaginabile. Oggi non ha alcun senso ed ha come effetto quello di bloccare ogni possibilità di ripresa. Ma attenzione, sforare quel tetto per creare nuova spesa pubblica sarebbe inutile e pericoloso. Dobbiamo invece far ripartire la ripresa attraverso una “inversione ad U” della politica fiscale attuata finora. Dobbiamo lasciare più denaro ai cittadini e alle imprese, diminuendo le tasse. Nei prossimi giorni depositeremo in Parlamento una proposta di riforma complessiva del nostro sistema di prelievo, introducendo la Flat Tax, l’imposta piatta, uguale per tutti, al 20%, con un’esenzione totale per i primi 13.000 euro di reddito. In 38 Paesi questo sistema funziona benissimo e anche in Italia consentirà a tutti di pagare meno, e renderà più difficile e meno conveniente evadere le tasse”.

L’Europa come potrebbe reagire?
“Il governo dovrebbe avere l’autorevolezza per imporre all’Europa una revisione radicale delle regole dimostrando di essere impegnato in un vero programma di riforme strutturali. Torniamo alla questione della credibilità, quella per cui S&P ci ha classificato appena un gradino sopra al livello “spazzatura””.

Non pensa che l’euro possa implodere con il ritorno alle monete nazionali?
“Se l’euro continuerà ad essere una moneta comune gestita soltanto secondo gli interessi di alcuni paesi del Nord Europa potrà davvero implodere. La sua fine non è un tema per dispute accademiche, né per opposte tifoserie, è una prospettiva realistica. In molti paesi verranno meno sia il consenso sociale sia la sostenibilità economica dell’euro”.

Dunque l’euro è spacciato?
“Potrebbe salvarsi ad alcune condizioni. Se la Banca Centrale Europea cominciasse ad esercitare la funzione di prestatore di ultima istanza, garantendo il Debito Sovrano degli Stati. Se immettesse liquidità nelle situazioni di crisi, come ha fatto la Federal Reserve negli USA dove infatti la ripresa è arrivata. Se infine operasse per svalutare l’euro fino a riportarlo alla parità con il dollaro, dando così sollievo alle aziende esportatrici italiane ed europee. Se tutto questo avvenisse, allora l’Euro potrebbe avere ancora un futuro. Ma non sono ottimista conoscendo i nostri interlocutori europei e la scarsa capacità dell’Italia di farsi ascoltare”.

Quindi cosa accadrà?
“La nostra proposta di doppia circolazione monetaria è, probabilmente, l’unico modo possibile per non perdere definitivamente la scommessa dell’euro senza subirne gravi effetti sul nostro sistema economico. L’alternativa è il fallimento dell’euro, come conseguenza della miopia della classe dirigente europea. Dobbiamo prepararci, con molta probabilità alle conseguenze economiche e politiche di questo accadimento”.


ViviEnna è media partner del progetto “Affaritaliani Tribunapoliticaweb”

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