Facciamo un gioco, si, con i lettori, proviamo a contare quante volte queste paroline sono comparse nei proclami della classe dirigente Castrofortese.
C’è, infatti, un momento in cui un politico deve avere la dignità di fare un bilancio della sua azione amministrativa e, appunto, politica e, laddove ai programmi, ai progetti, non sia rispondente una efficacia reale, una seria costruzione di percorsi, lo stesso dovrebbe dignitosamente lasciare il passo ad altri.
In questi giorni il passo indietro lo sta facendo Garofalo, sindaco di Enna che se di proclami ne ha fatti tanti tutto sommato potrebbe dire che molte delle cose non fatte vengono fuori da una forte azione di disturbo interna al partito di cui egli stesso è espressione.
Di passi indietro, invece, non si sente neanche lo scricchiolio per quella parte della classe dirigente che fa capo allo zoccolo duro del gruppo Crisafulli.
Non ne vuol sapere lui, il capo, il boss, il sultano, che, reiteratamente messo all’indice dal suo partito e dalla stampa nazionale continua a dettare legge tra le fila del partitino ennese, addirittura pensa di proporsi a sindaco cittadino o a presidente del Consorzio dei Comuni dell’ennese, la ex provincia. Ha l’ardire di dichiarare che la politica regionale sulla riforma delle province sia dettata dalla sua intellighenzia interna, da questo fantomatico gruppo di Think tank che sarebbero l’avanguardia culturale del PD siciliano.
Non fa un passo indietro neanche chi, come è il caso di Gulino, il menzano, si direbbe in dialetto, tra presidenze di Camera di Commercio, CdA, ruoli di Amministratore delegato ha collezionato e continua a collezionare pedane di lancio di vuote teorie dello sviluppo.
Proprio in ultimo, profittando di una vacuità assoluta della regione Siciliana che affida ai GAL la organizzazione della rappresentanza territoriale all’EXPO, il Gulino si profonde a fare riunioni incontri e manifestazioni di interesse per coordinare la rappresentanza dell’ennese al grande evento di Milano.
Diventa persino bicipite e mette insieme il GAL del quale è Amministratore Delegato con il Distretto Turistico nel quale è membro del CdA. Nulla però dice sul fallimento, ad esempio, proprio di questo ultimo che, dopo aver roboantemente blaterato dell’incredibile sviluppo determinato dalla grande messe dei progetti, sta miseramente naufragando nel nulla di fatto.
In altri climi da tempo la classe dirigente avrebbe metabolizzato e superato queste inossidabili figure, avrebbe consentito alle parti più sane e nuove del tessuto civile, economico e sociale di intraprendere la azione di attiva cittadinanza che sola può stare alla ripresa ed alla programmazione dello sviluppo. In altri climi in un momento così prossimo alle consultazioni per la nuova sindacatura la città si sarebbe provata e confrontata nella scelta di nomi validi e capaci, come fu per Enna ai tempi di ballottaggi fantastici tra il compianto Claudio Faraci e il poi bravo sindaco Antonio Alvano, altri tempi, altri climi. Oggi e qui no, un lungo elenco di gente seria, capace, dimostratamente onesta, viene sfottuta e messa al margine da una classe dirigente che delle inossidabilità alla Gulino e dei banchetti Ugolinici alla Garofalo o alla Agnello (Rino), ha fatto metodo.
Allora giochiamo, contiamo quante volte questa gente ci ha promesso sviluppo, quante volte ci ha spiegato come si fa il turismo, quante volte ci ha delineato le caratteristiche del territorio, quante volte questa gente ha riso del nostro supino destino di votanti del nostro aguzzino.
Non sappiamo se Crisafulli se si candiderà con il PD, se Renzi, infine gli consentirà di usare il simbolo, in ogni caso sappiamo che una botta di reni potrebbe essere veramente epocale, una botta di dignità, un biglietto di sola andata per questo magnifico, inossidabile, spettacolare, variopinto carrozzone di maître a penser, think tank, eminenze grigie e pure colorate, ma Enna, ops, Castroforte, si sa, non ama cimentarsi nei cambiamenti.
Antonino Testalonga